SINJAVSKIJ, Andrej Donat´evič (App. IV, iii, p. 336)
Scrittore e saggista russo, morto a Parigi il 25 febbraio 1997. Dalla metà degli anni Settanta S. visse a Parigi, dove insegnò letteratura russa alla Sorbona e proseguì l'attività di romanziere e pubblicista all'ombra del suo alter ego, Abram Terc, pseudonimo che aveva mantenuto anche dopo l'emigrazione. Dalla penna di Abram Terc uscirono in quel periodo due importanti saggi critici su Puškin e Gogol´, Progulki s Puškinym (1975, Passeggiate con Puškin) e V teni Gogolja (1975; trad. it. Nell'ombra di Gogol´, 1980), maturati nel periodo di reclusione nel campo di lavoro in URSS. Di qualche anno dopo è un ampio studio su V. Rozanov nato dalle lezioni universitarie parigine ('Opavšie list´ja' Rozanova. Očerki russkoj kul´tury, 1982, 'Le foglie cadute' di Rozanov. Saggi di cultura russa). Frutto di un talento critico che unisce a una profonda comprensione degli autori uno sguardo sempre originale e irriverente, la saggistica di S. si muove sul labile confine tra analisi e creazione letteraria, testimoniando le profonde affinità stilistiche e intellettuali del critico con questi scrittori.
Lo studio su Puškin, in particolare, suscitò, per la sua vena dissacrante e provocatoria, un acceso dibattito critico in Russia e all'estero. Nei saggi su Gogol´ e Rozanov, ricchi di brillanti intuizioni, si manifestano invece appieno le radici che legano l'opera di S. alla tradizione letteraria russa ottocentesca.
Dopo Kroška Cores (1980, Il piccolo Cores), a metà degli anni Ottanta uscì il romanzo Spokojnoj noči! (1984; trad. it. Buona notte!, 1987), incentrato ancora una volta sulla tragica esperienza dell'arresto e della deportazione. Opera di forte intensità emotiva, il romanzo trasforma la vicenda biografica dell'autore in esperienza estetica e ne esalta lucidamente le potenzialità artistiche. L'arresto, la reclusione e la persecuzione durante la notte staliniana si trasfigurano grazie al filtro del realismo fantastico in un quadro di estrema purezza. Nel 1990 è comparsa infine a Parigi una raccolta di scritti di S. dedicati al folklore russo, dal titolo Ivan Durak (trad. it. Ivan lo scemo. Paganesimo, magia e religione del popolo russo, 1993).
Negli stessi anni l'attività pubblicistica di S. proseguì sulla piccola rivista Sintaksis, diretta e stampata dall'autore con l'aiuto della moglie. Dietro alla verve polemica e beffarda degli articoli di Abram Terc si mostra il volto liberale di S., che si oppone - come avvenne nel dibattito con Solženicyn - agli atteggiamenti nazionalistici e conservatori di esponenti dell'emigrazione e di molti intellettuali rimasti in Russia.
Bibl.: M. Dalton, Andrei Sinyavsky and Jurii Daniel', two Soviet heretical writers, Würzburg 1973; D. Fanger, Conflicting imperatives in the model of the Russian writer: The case of Tertz-Sinyavsky, in Literature and history: Theoretical problems and Russian case studies, ed. G. Morson, Stanford 1986; Cena metafory ili prestuplenie i nakazanie Sinjavskogo i Danielja (Il prezzo della metafora, ovvero il delitto e castigo di Sinjavskij e Daniel´), a cura di E.M. Velikanova, Moskva 1989; O. Matich, "Spokojnoj noči!": Andrej Sinjavskij's rebirth as Abram Terc, in Slavic and East European journal, 1989, 1, pp. 50-63; G. Nivat, Andrej Sinjavskij, in Storia della letteratura russa. Il Novecento, a cura di E. Etkind, G. Nivat, I. Serman, V. Strada, 3° vol., Torino 1989-91, pp. 825-34; J. Clardy, B. Shalom, Andrey Sinyavsky and Aleksandr Solzhenitsyn: two halves of one brain, in Australian Slavonic and East European studies, 1993, 2, pp. 15-29.