TARKÓVSKIJ, Andrej Arsen'ević
(App. IV, III, p. 578)
Regista cinematografico russo, morto a Parigi il 29 dicembre 1986. Un anno prima di ottenere l'asilo politico aveva girato in Italia Nostalghia (1983), film elegante ma appesantito da oscure simbologie cristiane. Trasferitosi in Svezia (1985), vi girò Offret/Sacrificatio (Sacrificio, 1986). I due film hanno segnato il distacco definitivo di uno dei più dotati registi russi del Novecento dalle teorie estetiche e dalla pratica politica dominanti nell'allora Unione Sovietica, nonché il ripudio del ''realismo socialista'', del resto già dichiarato nei suoi film precedenti.
Pur concreto nella scelta e nell'associazione delle immagini, sempre di netta evidenza (una sua raccolta di riflessioni sul cinema, sulla responsabilità individuale, sul richiamo religioso, scritte fra il 1970 e il 1986 e pubblicate postume, s'intitola significativamente Scolpire il tempo, 1988); e anche se contrario a ogni interpretazione allegorica del proprio lavoro, T. si stacca ulteriormente dalla storia, diffida della psicologia (o, almeno, delle formule con cui l'una e l'altra ci sono state consegnate da una tradizione di matrice ottocentesca) per immergersi nella materia che, ai suoi occhi, conserva traccia di ciò che talvolta è cancellato dal volto degli uomini: il segno di Dio. Secondo T., fra l'uomo e gli oggetti, le piante e gli animali corre un rapporto misterioso e profondo, per comunicare il quale egli si serve di un tessuto costruito con minuziosi, spesso geniali rimandi analogici. Nei due film che ne hanno concluso la carriera c'è un travaso continuo di esperienze solo in apparenza eccezionali (in Nostalghia l'uomo che si costringe ad attraversare la fonte d'acqua senza che la candela che ha in mano si spenga; l'albero secco che torna in vita in Sacrificio), che collegano il regista al personaggio, il personaggio allo spettatore, spinti tutti a disfarsi di un mondo finito (così T. già percepiva quello sovietico e, probabilmente, anche l'occidentale), a recuperare il legame non solo biologico che unisce le generazioni destinate a susseguirsi, a provare nostalgia per un futuro da creare. La complessità tematica e linguistica di T. − quel suo coniugare il ''problema della coscienza'' con il bisogno di libertà, sulla linea di una rara sensibilità per le immagini − oggi sembra avvertita dalla saggistica con maggiore apertura e duttilità di ieri. Molto interessante per approfondire la personalità di T. è il volume Le ragioni della poesia (trad. it., 1990).
Bibl.: A. Frezzato, Andrej Tarkovskij, Firenze 1977; G.L. Rondi, Il cinema dei maestri, Milano 1980; Il cinema dei desideri, a cura di S. Borelli, Modena 1982; Ladri di cinema, a cura di A. Aprà, Milano 1983; Per Andrej Tarkovskij, Roma 1987; A. Tarkovskij, a cura di F. Borin, Venezia 1987; A. Socci, Obiettivo Tarkovskij, Milano 1987; F. Borin, Il cinema di Andrej Tarkovskij, Roma 1989. Di T. sono tradotti in italiano Andrej Rublëv (1992) e Racconti cinematografici (1994).