Regista teatrale rumeno (n. Bucarest 1943). Esordì ancora studente con Omul care s-a trasformat în cîne ("L'uomo che si è trasformato in cane") di Osvaldo Dragun, curandone, oltre alla regia, le scene e i costumi; si mise in luce con Şeful sectorului suflete di Alexandru Mirodan ("Il capo del reparto anime", 1965), Nu sînt turnul Eiffel di Ecaterina Oproiu ("Non sono la torre Eiffel", 1966), l'anonimo elisabettiano Arden din Faversham (1967), Iuliu Cezar di W. Shakespeare (1968) e Iona di Marin Sorescu (1969). Negli Stati Uniti si fece apprezzare con Arden of Feversham al Teatro La Mama di Ellen Stewart a New York (1970); dopo la collaborazione con il Centre international de théâtre di P. Brook (Orghast, 1971), allestì in Francia Fragmente dintr-o trilogie (Médea, Elettra, Troiane, 1972-76), potente rilettura cerimoniale della tragedia classica: adottando il greco arcaico e il latino, S. ha esplorato la dimensione sensuale del linguaggio e della voce, cercando di restituire sacralità e forza alla parola. Stabilitosi negli Stati Uniti, è divenuto uno dei punti di riferimento del teatro contemporaneo statunitense: The Cherry orchard (1976) e Uncle Vanja (1978) di A. Čechov; The ghost sonata di A. Strindberg (1983); The love for three oranges di C. Gozzi (1984); The master and Margarita di M. A. Bulgakov (1986). Eclettico creatore di un teatro totale, inteso come poesia visuale e sonora, appassionato maestro di attori, è tornato in Romania per dirigere il Teatro Nazionale di Bucarest (1991-93). Attivo nel teatro lirico, ha diretto in America ed Europa opere di V. Bellini, G. Puccini, S. S. Prokof´ev, R. Strauss, G. Verdi.