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ANDREASI, Ippolito, detto l'Andreasino

di Rossana Bossaglia - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961)
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ANDREASI (Andreazio, Andreazzi), Ippolito, detto l'Andreasino

Rossana Bossaglia

Nato a Mantova, probabilmente nel 1548, come si può desumere dalla notizia che lo dice morto nel 1608 all'età di 60 anni.

Non si hanno documenti certi sulla sua formazione. Lo si vuole scolaro di Lorenzo Costa il Giovane, nella cerchia degli epigoni di Giulio Romano; influenzato poi dal Parmigianino, il che può chiaramente dedursi dai caratteri del suo stile. Fu attivo, per quanto ci risulta, soltanto a Mantova e nei dintorni, ove eseguì opere ad affresco e a olio oltre che cartoni per arazzi. Appartenne al novero dei pittori che lavoravano per i Gonzaga, per i quali fece decorazioni a fresco in Palazzo ducale (Luzio), un cartone per arazzo nel 1579 (Patricolo) e forse un dipinto, di cui non è rimasta traccia, con la Battaglia del Taro:di questa commissione l'A. stesso fa cenno in una lettera a destinatario ignoto (il principe Vincenzo I Gonzaga?), datata 2 apr. 1587, pubblicata dal D'Arco (vol. II, p. 144). Il Luzio, inoltre, pubblica una lettera dello Zibramonti del 29 sett. 1580, ove questi, mentre invita il Tintoretto a venire a Mantova, dice che l'A. stava per partire per Roma. Non abbiamo altre notizie sulla sua vita; morì, pare di ferite, a Mantova il 5 giugno 1608, come risulta dal necrologio (D'Arco).

Scarso il numero delle opere rimasteci. Sicura è soltanto l'Annunciazione della parrocchiale di S. Maria del Castello a Viadana, firmata "Ipp. Andreasius" con la data 1602.

Gli studiosi concordano per lo più nell'assegnargli, a Mantova, quadri nella basilica di S. Andrea (Cristo in croce, l'Annunziata e l'Angelo), nella chiesa di S. Barbara (Maddalena che lava i piedi a Cristo), nella chiesa di Ognissanti (S. Benedetto e s. Chiara, Predica del Battista), gli affreschi della cupola con il Paradiso, datati 1605, nel duomo; questa, opera assai meccanica, di radice correggesca, in collaborazione con Teodoro Ghisi. All'A. e al Ghisi vengono riferiti da taluni studiosi due affreschi rappresentanti due concili di Mantova (il concilio di Alessandro II nel 1067 e quello di Pio II nel 1459), nel coro del Duomo; l'A. sarebbe anche autore degli affreschi nella cappella dell'Incoronata della stessa chiesa (Transito della Vergine e lo Spirito Santo). Assai discussa (Malaguzzi-Valeri, in Thieme-Becker; Matteucci) l'attribuzione degli affreschi con la Natività e l'Assunzione nella seconda cappella grande a destra in S. Andrea, come anche dei cartoni per i sei noti arazzi del duomo, eseguiti nel 1599 (Patricolo), che rivelano una mano pesante, seppur memore del Pamigianino, e grevi ornati, questi assai simili ad altri, a fresco, del Palazzo ducale. Il Malaguzzi-Valeri (in Thieme-Becker) attribuisce all'A. una Sacra Famiglia del Louvre (n. 1125), menzionata in antichi inventari come di un Andrea Azio (una delle probabili versioni del nome di Andreazio); e, sulla base dello stile di questa, un'altra Sacra famiglia, sempre al Louvre, è stata dal Mündler attribuita all'Andreasi. Il Coddé e il Matteucci menzionano un Giudizio finale in S. Leonardo e altre opere in S. Francesco di Mantova, andate perdute.

Lo stile dell'unica opera sicura e di quelle di concorde attribuzione conferma la derivazione dell'arte dell'A. dal Parmigianino piuttosto che da Giulio Romano. Il fare dell'A., di sapore manieristico, si giova delle lunghe e morbide figure del Parmigianino e del suo colorire freddo eppur dolce. L'artista non manifesta accenti personali ma un'aggraziata capacità di imitazione.

Bibl.: G. Cadioli, Descrizione delle pitture, sculture..., Mantova 1763, pp. 23, 53; C. Susani, Nuovo prospetto delle pitture..., Mantova 1818, pp. 26,120, 159; P. Coddé, Mem. biografiche..., Mantova 1837, pp. 6-8; O.Mündler, Essai d'une analyse critique de la notice des tableaux italiens du Musée National du Louvre..., Paris 1850, pp. 225-227; C. D'Arco, Delle arti e degli artefici di Mantova, Mantova 1857, I, pp. 78, 79; II, pp. 144 s., 243 s., 251; A. Luzio, Fasti gonzagheschi dipinti dal Tintoretto, in Arch. stor. dell'arte, III(1890), pp. 397, 399; V. Matteucci, Le chiese artistiche del Mantovano, Mantova 1902, passim; A. Patricolo, Gli arazzi del Duomo di Mantova, in Rass. d'arte, IV(1904), p. 120; G. Matthiae, Invent. oggetti d'arte d'Italia, prov. di Mantova, Roma 1935, passim; P. Pelati, La Basilica di S. Andrea, Mantova 1952, passim; Id., La cattedrale di Mantova, Mantova 1952, p. 41 e passim; U.Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler,I, pp. 473 s.; Enciclopedia Italiana, III, p. 210.

Vedi anche
Ghisi, Teodoro, detto Teodoro Mantovano Pittore (m. Mantova 1601), fratello di Giorgio, e allievo di Giulio Romano. Tra le sue opere: a Carpi, una pala d'altare nel duomo e l'Assunzione della Vergine (1579) per la Confraternita della misericordia, in S. Giovanni; a Mantova, dove fu alla corte dei Gonzaga, alcuni dipinti nel duomo. Guglièlmo Gonzaga duca di Mantova Guglièlmo Gonzaga duca di Mantova. - Figlio (n. 1538 - m. 1587) di Federico II. Successe al fratello Francesco III nel 1550; dopo aver riavuto col trattato di Cateau-Cambrésis il Monferrato, risolse a suo favore, con l'aiuto spagnolo, la questione di Casale, che difendeva la sua secolare autonomia appoggiandosi ... Giùlio Romano Giùlio Romano. - Nome con cui è noto il pittore e architetto Giulio Pippi (Roma 1492 o 1499 - Mantova 1546), il più fedele allievo di Raffaello. Collaborò ai cartoni per gli arazzi della Cappella Sistina (1515) ed eseguì affreschi nella stanza detta dell'Incendio di Borgo, nelle Logge Vaticane (1517-19, ... Osanna di Mantova, beata (al secolo O. Andrássy). - Domenicana (Mantova 1449 - ivi 1505), figlia di un nobile ungherese della famiglia Andrássy e di A. Gonzaga, terziaria dal 1463, professa dal 1501, è ricordata per la sua partecipazione alla vita politica del tempo (reggente del marchesato di Mantova nel 1478, fu anche consigliera ...
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    Enciclopedia on line
    Pittore e incisore (Mantova 1548 circa - ivi 1608); formatosi sugli esempî di Giulio Romano e probabilmente alla scuola di Lorenzo Costa il giovane, risentì poi soprattutto del Parmigianino, come si vede nell'unica sua opera firmata e datata, un'Annunciazione (1602) nella parrocchiale di Viadana. Gli ...
  • ANDREASI, Ippolito, detto Andreasino
    Enciclopedia Italiana (1929)
    Pittore mantovano, nato circa il 1548, morto sessantenne il 5 giugno 1608: formatosi sugli esempî di Giulio Romano, e sugli insegnamenti di Lorenzo Costa il giovine, divenne ben presto un seguace del Parmigianino, influentissimo su tutta la scuola mantovana e, per dirla col D'Arco, "riuscì pittore assai ...
Vocabolario
détto
detto détto agg. e s. m. [lat. dĭctus, dĭctum]. – 1. In funzione di participio, oltre agli usi di dire, sono da notare le frasi: è presto d., si fa presto a dire, non è cosa tanto facile come sembra; propriamente d.; così d. (v. cosiddetto);...
Alzare l’asticella
alzare l’asticella loc. v.le 1. Rendere più impegnativo fare qualcosa, spingere qualcuno a raggiungere un obiettivo aumentando il livello di difficoltà del compito, dell’azione, dell’impresa. 2. Per estensione, detto di un’azione o di una persona,...
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