Filosofo e scienziato (Rochlitz, Sassonia, 1673 - Lipsia 1731); fu medico e prof. di filosofia nelle univ. di Halle e di Lipsia. Interessato al raffinamento dei metodi logici, sviluppò la sillogistica, pur sottolineando (in contrapposizione a C. Wolff) la necessità di un procedere deduttivo da fatti a fatti, non da principî astratti a conclusioni possibili. Distinse il metodo filosofico da quello matematico, analitico il primo, sintetico il secondo, poiché la filosofia si occupa sempre del reale e ha come punto di partenza l'esperienza e la sensazione, non il possibile. Tentò di conciliare il meccanicismo della fisica con i principî "spirituali" della scuola di C. Thomasius, di cui seguì le teorie anche nel campo del diritto naturale. In metafisica si oppose alle posizioni di Wolff, considerando la dottrina dell'armonia prestabilita pericolosamente in contrasto con le tesi sulla libertà umana. Opera principale: Philosophia synthetica (1707), rielaborata, dopo molte ristampe, col titolo Philosophia pragmatica (1723).