PAPANDRÉU, Andréas
Economista e uomo politico greco, nato a Chíos il 5 febbraio 1919, figlio dell'uomo politico Geórgios. Studente in legge all'università di Atene, venne arrestato nel 1939 per partecipazione ad attività trozkiste dalla polizia del dittatore Metaxàs; rilasciato, espatriò negli Stati Uniti, ove si laureò in scienze economiche all'università di Harvard, nel 1943. Naturalizzatosi cittadino statunitense, iniziò la carriera accademica, insegnando Scienze economiche nelle università di Harvard (1945-47) e del Minnesota (1947-50; 1951-55), alla Northwestern University (1950-51), e infine all'università di Berkeley, California (1953-59), come professore incaricato e preside del dipartimento di economia. P. rientrò in Grecia nel 1959 e assunse poi la direzione del Centro statale di ricerche economiche di Atene (1961-64). Con la sua elezione a deputato dell'Unione di Centro, capeggiata dal padre, il 16 febbraio 1964 P. passò definitivamente all'attività politica ed entrò a far parte del governo di G. Papandréu (19 febbraio 1964) come ministro alla presidenza del Consiglio e, dal giugno dello stesso anno, come ministro aggiunto all'importante dicastero del Coordinamento economico.
Contrastato dall'ala moderata del suo stesso partito, P. si dimise nel novembre 1964, impegnandosi nella creazione di una corrente di sinistra in seno all'Unione di Centro. Rientrò con lo stesso precedente incarico nella compagine governativa il 29 aprile 1965, ma soltanto per qualche settimana. I suoi avversari lo accusarono di ordire un complotto antimonarchico, il che servì di pretesto al re Costantino XIII per far dimettere il governo e spianò la strada al colpo di stato militare del 21 aprile 1967. Arrestato la notte del colpo di stato, P. venne rilasciato il 6 gennaio 1968 con un provvedimento di amnistia e fu costretto a espatriare con la famiglia. All'estero insegnò nuovamente Scienze economiche all'università di Stoccolma (1968-69) e poi alla York University di Toronto, in Canada (1969-74).
Dal suo esilio, P. diventò uno dei principali promotori della lotta contro il regime dittatoriale, creando il Movimento di liberazione panellenico. Nell'agosto 1974, un mese dopo la fine della dittatura, rientrò in Grecia e creò ai primi di settembre il PASOK o Movimento socialista panellenico (Πανελλήνιο ΣοσιαλιϚτιϰό Κίνημα, ΠΑΣΟΚ), che diventò in breve tempo il primo grande partito di massa della sinistra socialista nella storia della Grecia moderna. Autoproclamatosi presidente del PASOK, forte del suo carisma personale, P. gestì il partito senza riguardi per le regole democratiche. Con le sue idee populiste, con le sue parole d'ordine contro Stati Uniti, NATO e CEE, e con le sue promesse di profonde trasformazioni sociali, eletto deputato nelle prime elezioni politiche dopo la dittatura (novembre 1974), diventò leader dell'opposizione (con il 25% circa dei voti) nel novembre 1977 e guidò il PASOK al potere (con oltre il 48% dei voti) il 18 ottobre 1981. Presiedette il governo per otto anni consecutivi, istituendo per la prima volta nella storia della Grecia il ''Sistema sanitario nazionale'' e attuando riforme importanti, come l'introduzione del matrimonio civile, la legge sulla parità dei sessi, la liberalizzazione della legge sul divorzio, la legge quadro riguardante l'insegnamento superiore e universitario, la regolamentazione degli scioperi nei servizi civili, la municipalizzazione dei trasporti pubblici urbani.
Sul piano politico particolarmente importante fu il riconoscimento, con una legge dello stato, della Resistenza, fatto questo che contribuì alla riconciliazione nazionale. La politica estera fu improntata sempre di più al realismo e al pragmatismo. Così, dopo lunghe e complesse trattative, iniziate nel 1983, fu raggiunto nel 1988 un accordo col governo degli Stati Uniti, considerato "di storica importanza", che sostituiva i precedenti 108 accordi bilaterali e regolamentava lo status delle basi militari USA in Grecia, chiuse poi dagli stessi Stati Uniti, per ragioni amministrative e in conseguenza della fine della guerra fredda, nel 1990. Di grande significato per la distensione nei Balcani fu la legge che, nel 1987, mise definitivamente fine allo stato di belligeranza con l'Albania, che perdurava sin dal 1940. La Grecia ospitò nel 1984 una conferenza balcanica allo scopo di creare una zona senza armi nucleari nei Balcani. Con la Turchia, P. cercò di migliorare sostanzialmente i rapporti, inaugurando una serie di incontri con l'allora primo ministro Turgut Ozal, il primo dei quali si tenne a Davos (Svizzera) il 4 febbraio 1988. Accantonando le sue precedenti posizioni populiste, P. si dichiarò sin dal 1983 convinto europeista e nei suoi rapporti con la CEE sfruttò a favore dell'economia greca e in particolare degli agricoltori i prestiti e gli aiuti forniti dalla Comunità. Tuttavia, la contraddittorietà della politica di P. si manifestò nel suo rifiuto di condannare e il colpo di stato del generale W.W. Jaruzelski in Polonia (1981) e la Russia quando, nel 1983, venne abbattutto dai missili sovietici il Boeing sud-coreano. P., sfidando i suoi alleati occidentali, si recò in Siria e in ῾Irāq per riallacciare rapporti di collaborazione, mentre nel 1987, ignorando le posizioni della NATO, di cui la Grecia è membro, firmò un patto di amicizia con la Bulgaria.
Nella seconda metà del 1988 finì nelle cronache rosa e nere della stampa mondiale per la sua relazione extraconiugale con la giovane assistente di volo D. Liani, che sposò in terze nozze, e per una grave malattia cardiaca, ma soprattutto per il suo presunto coinvolgimento in gravi scandali politici e finanziari. Duramente sconfitto nelle elezioni politiche del 18 giugno 1989, P. fu messo sotto accusa per gli scandali dalla coalizione di comunisti e conservatori che gli successe al governo e venne deferito dal Parlamento (settembre 1989) a una Corte speciale. Dopo un processo pubblico durato più di un anno, la Corte speciale con 7 voti favorevoli e 6 contrari emise (16 gennaio 1992) il verdetto, assolvendo P. dalle accuse di concorso morale in peculato, corruzione e ricettazione.
Alle elezioni parlamentari che si tennero nell'aprile 1991 il PASOK ottenne il secondo posto con il 38,6% dei voti e 124 seggi su 300, e P., come previsto dalla Costituzione, divenne il capo dell'opposizione nel Parlamento. Alle elezioni del 10 ottobre 1993, indette in seguito alle dimissioni dal governo di Nuova Democrazia, il PASOK stravinse ottenendo il 46,88% dei voti e 170 dei 300 seggi del Parlamento. Il 13 ottobre P. prestò giuramento nelle mani del presidente della Repubblica C. Karamanlis, diventando per la terza volta primo ministro della Grecia.
Insignito più volte di lauree honoris causa dalla Humboldt Universität di Berlino, dalle università di Cracovia, di Bologna e altre, P. è autore di numerosi saggi economici e politici, tra cui: Economics as a Science (1958; trad. it., in L'Industria, 1962); Introduction to macroeconomic models (1965; trad. it., 1967); Democracy at gunpoint: the Greek front (1971).