FREITAG (Fritag), Andreas
Molto scarse sono le notizie sulla vita di questo tipografo, attivo a Gaeta e a Roma alla fine del XV secolo, che proveniva - come si apprende dagli stessi libri da lui stampati - da Strasburgo. Il F. fece probabilmente parte del gruppo dei "Germani fidelissimi" che operarono a Napoli per conto di Francesco Del Tuppo nella tipografia che era stata fondata da Sixtus Riessinger intorno al 1485, ma il primo incunabolo sicuramente attribuibile al F. è il Formulario di epistole vulgari di Cristoforo Landino (Hain, n. 9859), stampato a Gaeta nel 1487, con il quale egli inaugurò la storia della stampa di questa città, se tale merito non è invece da ascrivere a Jodocus Hohenstein per la sua edizione - non datata - del Lunario di Bernardo Granollachs (Reichling, n. 1532). Il trasferimento a Roma del F. si inserisce nella corrente di importanti scambi di materiali tipografici, stampatori e incisori che avvenne tra Napoli e Roma tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo ed è probabilmente da mettere in relazione con la crisi della stampa napoletana del 1492. Proprio a partire dal 1492, infatti, il F. impiantò un'officina tipografica a Roma: l'11 luglio di quell'anno uscì quella che è probabilmente la sua prima edizione romana, la Historia et descriptio Urbis Romae (52 ff. in 8°: Copinger, n. 4053; Catalogue… XVth century… British Museum [=BMC], IV, p. 134; Indice delle edizioni romane a stampa [=IERS], n. 1259) seguita a breve tempo dai Mirabilia Romae (Hain, n. 11178*; IERS, n. 1258) e ancora dal Formulario di lettere e di orazioni in volgare di Cristoforo Landino, del 22 ottobre dello stesso anno (Hain, n. 9863; Indice generale degli incunaboli [IGI], n. 5658; IERS, n. 1263).
La sua produzione romana si adeguò, in maniera piuttosto uniforme, alle generali tendenze delle edizioni realizzate a Roma nell'ultimo decennio del Quattrocento, quando i tipografi raggiunsero una conoscenza più realistica del mercato cittadino rispetto a quanti avevano operato in questo settore nella sua fase iniziale. La presenza di numerosi pellegrini favoriva, infatti, la vendita di operette di carattere antiquario o devozionale, adatte a un pubblico prevalentemente popolare, alle quali il F. dette fin dal primo momento ampio spazio nel suo catalogo, mentre i formulari si rivolgevano per lo più al clero e a tutti coloro che svolgevano incarichi o missioni diplomatiche in Curia.
Alla prima categoria appartengono, oltre i primi due incunaboli già ricordati, anche operette volgari di Giuliano Dati, in cui l'uso quasi costante dei caratteri gotici indica una fruizione più diffusa, rivolta a diversi strati sociali: tra esse le Stazioni ed indulgenze di Roma, stampate tra il 1492 e il 1493 "licentiate per lo maestro del sacro palatio de Alexandro sexto l'anno primo" (IGI, n. 3315C; Gesamtkatalog der Wiegendrucke [=GW], n. 8007; IERS, n. 1260), la Leggenda di s. Biagio (IGI, n. 3315A; IERS, n. 1274), una prima edizione della Leggenda di s. Barbara, stampata verso il 1494 (GW, n. 7997; Sander, n. 2344; IERS, n. 1423) e il Trattato de S. Joanni Laterano, uscito intorno al 1495 (Copinger, n. 1887; GW, n. 8013; IERS, n. 1462).
Questa edizione del F. del trattato del Dati comprende una silografia, che narra in quattro episodi la donazione di Costantino: una ripresa iconografica che, parallelamente a quanto espresso nell'opera, significava rimettere in discussione alcuni punti della sconfessione che il Valla aveva fatto del Costitutum Constantini. La xilografia del 1495 compare identica nella seconda edizione romana del Trattato, realizzata da Johann Besicken intorno al 1499 (GW, n. 8014; Sander, n. 2369; IERS, n. 1594).
Nei Somnia Danielis, presumibilmente da attribuire al F., degli anni 1492-93 (Hain, n. 5931*; GW, n. 7931; Sander, n. 2302; IERS, n. 1273), è presente un'incisione nella quale si può riconoscere la mano del "Maestro dell'Esopo di Napoli".
Il F. stampò anche brevi componimenti, orazioni funebri e discorsi composti e pronunciati in occasione di eventi particolarmente significativi, per lo più volti a esaltare la persona e la politica del pontefice. Tra questi l'Oratio ad Alexandrum VI di Giovanni Lucido Cataneo, pronunciata di fronte a papa Borgia il 5 nov. 1492 (Hain, n. 4684*; BMC, IV, p. 135; GW, n. 6217; IERS, n. 1267), l'Oratio in exequiis Ardicini II de Porta cardinalis Aleriensis di Francesco Cardulo da Narni (Hain, n. 4511*; GW, n. 6134; IGI, n. 2523; IERS, n. 1358), che era stata pronunciata il 4 marzo 1493, a un mese di distanza dalla morte del cardinale Della Porta; l'Oratio Alexandro VI pro Lucensibus habita di Niccolò Tigrimi (Hain, n. 15751*; BMC, IV, p. 137; IGI, n. 9670; IERS, n. 1265) e l'Oratio super foedere inter Alexandrum VI et Romanorum Hispaniae Angliae reges di Adriano Castellesi stampata dopo il luglio 1496 (BMC, IV, p. 137; IERS, n. 1516): tutti opuscoli di piccolo formato e di pochissimi fogli, spesso corredati da illustrazioni, nei quali non è difficile riconoscere la committenza di Alessandro VI e del suo entourage con l'intenzione di organizzare il consenso intorno al papa e di diffondere, attraverso la facile circolazione di agili fascicoletti a stampa, le linee della sua politica.
Diversi titoli di incunaboli realizzati dal F. appartengono al campo dell'astrologia: una delle edizioni più interessanti è l'editio princeps dell'Anulus astronomicus dell'astrologo e rabbino della comunità ebraica romana nonché archiatra pontificio, Bonetus de Latis (Hain - Copinger - Reichling, n. 9926; GW, n. 4841) di 12 ff. in 4°, corredata da tre incisioni (la più bella delle quali è pubblicata in De Gregori, tav. X).
Nel Computus cum commento di Aniano, del 10 giugno 1493 (Hain, n. 5596; GW, n.1963; IERS, n. 1359), compare per la prima volta la marca del tipografo con le iniziali A. F. e altre sigle e fregi bianchi su fondo nero.
Il De diebus criticis di Matteo da Lucca fu stampato lo stesso anno (Hain, n. 10257; BMC, IV, p. 136; IGI, n. 6294; IERS, n. 1354). Il F. stampò ancora, nel medesimo genere, il Prognostikon per l'anno 1493-94, composto ancora da Bonetus de Latis (IGI, n. 1956; GW, n. 4842; IERS, n. 1357) e lo Iudicium anni 1494 di Ladislao da Cracovia (Hain, n. 5800*; IGI, n. 5635; IERS, n. 1424).
Negli anni 1495-96 il F. lavorò insieme con Johann Besicken; a questa collaborazione (le cui edizioni sono di solito firmate con le sigle A.F. J.B.) sono da attribuire: l'operetta in volgare Antiquarie prospettiche romane (Reichling, n. 987; IGI, n. 602; Sander, n. 425; IERS, n. 1366); una seconda edizione della Leggenda di s. Barbara (GW, n. 7998; Sander, n. 2345; IERS, n. 1465); la Rappresentazione della passione di Cristo, un'operetta volgare in versi di Giuliano Dati, Mariano Particappa e Bernardo di Antonio, che fu rappresentata da allora in poi ogni anno il venerdì e il sabato santo a Roma dalla Confraternita del Gonfalone (GW, n. 8005; Sander, n. 6233; IERS, n. 1520).
L'intensa attività del F., documentata soprattutto per gli anni 1492-95, si svolse quindi a Roma sotto il pontificato di Alessandro VI. Non si conoscono il luogo e la data della sua morte.
Fonti e Bibl.: P. Kristeller, Die italienischen Buchdrucker und Verlegerzeichen bis 1525, Strassburg 1893, pp. XIV, 54 s. n. 151; A. Steiff, Fritag, Andreas, in Allgemeine deutsche Biographie, XLIX, Leipzig 1904, pp. 153 s.; M. Simhart, Una leggenda in versi su s. Barbara del 1494 composta da Giuliano Dati, in La Bibliofilia, XXVII (1925), pp. 142-146; L. De Gregori, La stampa a Roma nel secolo XV, Roma 1933, pp. 97 s.; L. Donati, Di alcune ignote xilografie del XV secolo nella Biblioteca Vaticana, in Gutenberg Jahrbuch, XIV (1934), pp. 89-93; D. Fava, Manuale degli incunabuli, Milano 1939, pp. 63, 86 s.: A. Cioni, Besicken, Johann, in Diz. biogr. degli Italiani, IX, Roma 1967, pp. 667-669; F. Geldner, Die deutschen Inkunabeldrucker, II, Stuttgart 1970, pp. 57 s., 129 s., 184 s.; R. Alhaique Pettinelli, Elementi culturali e fattori socioeconomici della produzione libraria a Roma nel '400, in Letteratura e critica. Studi in onore di N. Sapegno, III, Roma 1976, p. 126; Materiali e ipotesi per la stampa a Roma, in Scrittura, biblioteche e stampa a Roma nel Quattrocento. Atti del seminario (Città del Vaticano 1979), Città del Vaticano 1980, pp. 240 s.; Indice delle edizioni romane a stampa (1467-1500), ibid.,ad Ind.; Qualche indicazione per la tipologia del libro, ibid., pp. 364, 366, 369; P. Farenga, Indoctis viris… mulierculis quoque ipsis. Cultura in volgare nella stampa romana?, ibid., p. 411; P. Veneziani, Xilografie in edizioni romane della fine del Quattrocento, in La Bibliofilia, LXXXII (1980), pp. 9 s.; G. Curcio, Giuliano Dati:"Comincia el tractato di Santo Ioanni Laterano", in Scrittura, biblioteche e stampa a Roma nel Quattrocento. Atti del 2° seminario (Città del Vaticano 1982), a cura di M. Miglio, Città del Vaticano 1983, pp. 271, 304, tavv. 26 s.; L. Hain, Repertorium bibliographicum, I-IV; W.A. Copinger, Supplement to Hain's Repertorium bibliographicum, I-II, ad Ind.; D. Reichling, Appendices ad Hainii Copingeri Repertorium bibliographicum, I-IV, ad Ind.; Catalogue of books printed in the XVth century, now in the British Museum, IV, pp. XV, 134-137; Gesamtkatalog der Wiegendrucke, I-X, 1, ad Ind.; Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d'Italia, I-VI, ad Ind.; M. Sander, Le livre à figures italien depuis 1467 jusqu'à 1530, I-VI, Milan 1942-43, ad Ind.