VENDRAMIN, Andrea
Figlio di Bartolomeo, nato intorno al 1393, è il 71° doge della serie tradizionale. Acquistò da Bartolomeo Malombra, che - a sua volta - l'aveva avuta in pegno dai conti di Gorizia, la signoria di Latisana. Avogadore di comune, più volte consigliere ed elettore ducale, correttore alla promissione ducale in tre vacanze di ducato, ambasciatore per trattare la lega con Milano e Firenze, fu inviato a Bartolomeo Colleoni per concludere con lui una "condotta", fu nominato procuratore di San Marco de citra nel 1467. Eletto il 6 marzo 1476 tenne la ducea fino al 6 maggio 1478. La sua breve ducea fu contrassegnata da un inasprimento della lotta contro i Turchi, che assediavano Croja e fecero incursioni devastatrici nel Veneto. Sepolto nell'abbazia dei Servi, il suo monumento funebre (opera di Pietro e Tullio Lombardo) fu poi trasportato nella Chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo; esso costituisce una delle più ammirabili espressioni della scultura veneziana del Rinascimento.
Bibl.: S. Romanin, Storia documentata di Venezia, ecc., IV, pp. 377-79; E. Kretschmayr, Geschichte von Venedig, Gotha 1920, II, pp. 367, 629; D. Malipiero, Annali, in Archivio storico italiano, VII (1843), pp. 666-67; M. Sanudo, vite dei dogi.