AGLIO, Andrea Salvatore
Di Antonio, nacque ad Arzo (Lugano) nel 1736. Dopo aver lavorato in patria come scalpellino, nel 1752 andò in Germania; si stabilì a Dresda rimanendovi fino al 1774. Ebbe la carica di marmoraro di corte e quella di sovraintendente alle statue del Grosser Garten di Dresda. Nella chiesa di Borna (circondario di Pinna), ricostruita dopo l'incendio del 1753, si conserva un altare in marmo a vari colori da lui eseguito (1756),in stile rococò. Studiò specialmente il modo di colorare i marmi, con vari procedimenti che mantenne segreti (nel 1784 riuscì ad imitare l'alabastro scuro; le imitazioni del lapislazzulo risultarono non durature). Con una specie di encausto eseguì su marmo copie di dipinti celebri. Inventò pure una macchina, ricorda l'Oldelli, "colla quale un uomo con una mano sola faceva lavorare cinque seghe sul marmo". Morì nel 1786.
Bibl.: G. B. Giovio, Gli uomini della Comasca Diocesi..., in Continuazione del Nuovo Giornale de' Letterati d'Italia, XXVIII, Modena 1784, p. 45; Beschreibende Darstellung der älteren Bau- und Kunstdenkmäler des Königreichs Sachsen, I, Amtshauptmannschaft Pirna, Dresden 1882, I, p. 8; G. Bianchi, Artisti ticinesi, Lugano 1900, p. 4; S. Monti, Storia ed arte nella provincia di Como, Como 1902, p. 358; Guida del distretto di Mendrisio, Mendrisio 1925, p. 100; M. Guidi, Diz. degli artisti ticinesi, Roma 1932, pp. 12-13 (lo dice, erroneamente, figlio di Agostino); G. Dehio, Handbuch der deutschen Kunstdenkmäler, Mitteldeutschland, Berlin 1934, p. 52;F. Hermanin, Gli artisti in Germania, II, Roma 1937, p. 63; G. A. Oldelli, Dizion. stor. ragionato degli uomini illustri del Canton Ticino, Lugano 1807, p. 15-16; C. Brun, Schweizerisches Künstlerlexikon, I, Frauenfeld 1905, p.16-17; U. Thierne-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, I, p. 118; Dictionn. hist. et biogr. de la Suisse, I, p. 119.