Poggi, Andrea
Figlio di Leone P. e, secondo la testimonianza del Boccaccio, di una sorella di D.: " è da sapere che Dante ebbe una sua sorella, la quale fu maritata ad un nostro cittadino chiamato Leon Poggi, il quale di lei ebbe più figliuoli; tra' quali ne fu uno di più tempo che alcuno degli altri, chiamato Andrea, il quale maravigliosamente nelle lineature del viso somigliò Dante e ancora nella statura della persona, e così andava un poco gobbo, come Dante si dice che facea, e fu uomo idioto, ma d'assai buono sentimento naturale e ne' suoi ragionamenti e costumi ordinato e laudevole; dal quale, essendo io suo dimestico divenuto, io udi' più volte de' costumi e de' modi di Dante " (Boccaccio, Esposizioni, ediz. Padoan, p. 447).
Il nome della sorella di D., madre di Andrea P., è finora rimasto sconosciuto: solo in base a recenti studi il Piattoli l'identifica con una Ravenna, moglie di Leone P. intorno al 1265. Andrea P. ebbe vari fratelli (sempre secondo quanto testimonia il Boccaccio): di questi documentati sono Neri e una donna Checca. Il 18 novembre 1304, dopo la morte del padre, Andrea e il fratello Neri ricorsero agli ufficiali sugli errori dell'estimo lamentando di essere stati allibrati sia nel popolo di San Iacopo d'Oltrarno che in quello di Santa Felicita, dove abitavano con le loro famiglie da oltre tre anni, e perciò chiedevano di essere cancellati dal novero dei contribuenti del popolo di San Iacopo. La successiva testimonianza porta Andrea in rapporto, in certo modo, col superstite della triade di grandi poeti fiorentini del Duecento, il notaio Lapo Gianni: il 21 ottobre 1319 infatti un Andrea del fu Leone del popolo di Santa Felicita, con ogni probabilità il nipote di D., stette come testimone al rogito di un documento steso proprio da ser Lapo Gianni. Il 23 luglio 1322, Checca di Leone P. dettò al notaio ser Lando di Ubaldino da Pesciola nel Mugello il suo primo testamento in cui, dopo una serie di legati pii, designò erede universale il fratello Andrea per i due terzi del modesto peculio che le rimaneva, e per l'altro terzo i figli dell'altro fratello già defunto, Neri. In un secondo testamento, in data 22 maggio 1334, non è fatta più menzione di Andrea; da ciò si deduce che egli fosse morto in un tempo di poco antecedente tale data.
Bibl. - R. Piattoli, Leone P., cognato di D.A., e la sua famiglia, in Studi e Ricerche di storia dantesca, a c. dell'Accademia Toscana di Scienze e Lettere " La Colombaria ", Firenze 1973.