ANDREA Pannonio (Andreas Pannonius)
Nato intorno al 1430, i suoi scarsi dati biografici si ricavano dalle sue opere rimasteci, dal De regiis virtutibus del 1467, dal Libellus de virtutibus e dal Liber super decessu divi Borsii, posteriori al 19 ag. 1471. In essi, senza accennare alla sua famiglia, egli si chiama "Andreas Pannonius": ed è perciò indubbiamente ungherese, come lo testimoniano anche alcune frasi in questa lingua ch'egli mischia nel suo testo latino e la conoscenza che dimostra di avere nel De regiis virtutibus di personaggi ungheresi, suoi contemporanei. Scelta l'attività militare, combatté durante cinque anni nelle file delle truppe di Giovanni Hunyadi. Appartenente ai familiares del grande condottiero, era presente anche al battesimo del figlio di lui, Mattia Corvino, che avvenne nel 1444 a Kolozsvár nella Transilvania. A. ricorda spesso nel De regiis virtutibus - dedicato da lui appunto a Mattia Corvino - il coraggioso Hunyadi, sottolineandone accanto all'attività guerriera anche la religiosità. A. in data non precisata, ma che lascia supporre attorno al 1445 - "iam fere XXII. effluxere anni, ex quo spretis pompis huius caduci et fallacis seculi habitum S. Ordinis Karthusiensis Venetiis assumpsi" scrive infatti nel 1467 - entrò nell'Ordine dei certosini. Toglie valore puntuale a questa precisazione delle sue memorie il fatto che, come rileva il Dám, a Venezia non c'era in quel tempo una certosa. A. accenna anche a un suo pellegrinaggio in Terra Santa. Sotto il ducato di Borso d'Este, divenne, prima, vicario nella certosa di Ferrara, poi, dopo la morte del priore Giovanni "de Montefortino", nel 1469, priore egli stesso, consigliere ed intimo del duca. Questi, infatti, intervenne in suo favore anche presso il protettore dell'Ordine, cardinale Angelo Capranica, quando il capitolo generale rimosse A. dal suo ufficio. La lettera del duca, indirizzata al cardinale, ci è conservata nei registri Estensi (pubbl. dal Dám, pp. 102 s.) e testimonia il suo affetto verso l'ungherese. A. da Ferrara passò a Pavia, dove si lamentava, poi, di non aver potuto essere presente a Ferrara ai funerali dei duca Borso, morto il 19 ag. 1471. Era in buoni rapporti anche con il successore, il duca Ercole d'Este, cui dedicò, forse miniandole, le ultime sue due opere. A Pavia non ebbe alcun incarico speciale da parte dell'Ordine. Morì molto probabilmente a Bologna, come testimonia il Necrologium della certosa di quella città, anche se dobbiamo accettare con riserva questa testimonianza, in quanto sposta l'anno della morte ad una data in cui A. era certamente in vita, e cioè al 1460.
A Ferrara nell'ex chiesa della certosa si conserva un suo ritratto, tra quelli degli altri priori ferraresi. Nelle prime due opere, che appartengono al genere Regula regum o Speculum regum, esamina le virtù che i re e i duchi debbono avere, mentre la terza è una meditazione sulla morte, sull'immortalità dell'anima, sul Paradiso e sull'Infemo, in cui accenna pure ad un supposto miracolo del duca Borso d'Este.
Nel 1929 G.Huszti scoprì anche una sua Expositio super Cantica Canticorum, oggi conservata nella biblioteca Széchenyi di Budapest, di cui manca tuttora un'edizione.
Bibl.: Il primo disegno biografico di A. P. si trova, come introduzione alla pubblicazione delle sue tre opere principali, in G. Fraknói, Andreas Pannonius élete és munkái (La vita e le opere di Andrea Pannonio), in G. Fraknói-E. Abel, Két magyarországi egyházi iró a XV. századból: Andreas Pannonius - Nicolaus de Mirabilibus (Due scrittori ecclesiastici del sec. XV), I, Budapest 1886, pp. VII-XXII; cfr. inoltre I. Dám, Andreas Pannonius ferrarai priorságának viszontagságai (Le vicende del Priorato ferrarese di Andrea Pannonio), in Civitas Dei,1 (1956), con ricca bibl. a pp. 120-122; Enc. Ital., III, p.203.