NAVAGERO, Andrea, latinamente detto Naugerius
Poeta, oratore e politico, nato in Venezia nel 1483, di famiglia patrizia, morto a Blois l'8 maggio 1529.
Fu discepolo di M. A. Sabellico, di M. Musuro e di P. Pomponazzi.
Amico e collaboratore di Aldo Manuzio il Vecchio, diede opera attiva e illuminata alla critica dei testi classici latini e fu maestro di stile latino nelle epistole dedicatorie di sue edizioni e nella parca raccolta delle sue liriche.
Dalla repubblica di Venezia ebbe incarico di solenni orazioni funebri per Caterina Cornaro (1510), per Bartolomeo d'Alviano (1515) e per il doge Loredan (1521) e nel 1516 fu nominato custode della libreria del card. Niceno (Bessarione), con l'incarico di proseguire la Storia di Venezia incominciata dal Sabellico. Nominato ambasciatore a Madrid, ebbe parte nel trattato del 1526 che liberò Francesco I fatto prigioniero nella battaglia di Pavia.
In quell'anno, essendo a Granata con la corte, rinsaldò i vincoli d'amicizia col Boscán, già da lui conosciuto a Toledo, e influì sull'indirizzo italianizzante dell'arte di quel poeta. Richiamato a Venezia nel 1525, fu eletto l'anno dopo ambasciatore presso Francesco I con la missione d'indurlo a scendere in Italia.
Tutta storica è l'importanza di alcune sue scritture volgari, quali le cinque lettere di Spagna al Ramusio e alcune succinte note sul viaggio in Spagna.
La fama letteraria del Navagero è raccomandata alle liriche latine (Lusus), d'intonazione tra idillica ed elegiaca e d'ispirazione catulliana e virgiliana.
L'amore della perfezione lo fece assai severo con sé stesso, se si deve credere che prima di morire desse alle fiamme certe sue imperfette scritture, come le Selve, l'orazione per la Cornaro, la Storia e altro. L'amico suo Fracastoro intitolò da lui un celebre dialogo, il Naugerius, forse perché il nostro non aveva mancato di estendere i suoi studi anche all'interpretazione della Poetica d'Aristotele. Il Navagero ebbe comune con altri umanisti del suo tempo la passione per gli studî botanici.
Ediz.: Le sue opere furono tutte stampate dopo la morte. I carmi e le orazioni primamente in Venezia nel 1530 amicorum cura, i soli carmi nella celebre raccolta Carmina quinque illustrium poetarum, Venezia 1548. Fondamentale: Opera omnia, Padova 1718 (2ª ed., Venezia 1754).
Bibl.: E. Cicogna, Inscrizioni veneziane, VI (1853), pp. 172-348 (altri documenti v. in Arch. ven., III, 1872, pp. 255-59; Nuovo arch. ven., IX, 1905, pp. 331-40); E. Lamma, A.N. poeta, in Rass. naz., CLX (1908), pp. 281-96; id., Il viaggio in Spagna di A. N., ibid., CLXXXI (1911), pp. 321-35; M. Cermenati, Un diplomatico naturalista, in Nuovo arch. ven., XXIV (1912), pp. 164-205; G. Zanella, paralleli letterari, Vienna 1885.