ANDREA II, re d'Ungheria (dal 1205 al 1235)
Secondo figlio di Béla III, fratello minore di re Imre (Emerico), già durante il regno del fratello sollevò pretese al trono; dopo la sua morte, cacciò l'erede legittimo, László (Ladislao), figlio di Imre, che allora aveva cinque anni, e salì in sua vece al trono. Il regno di Andrea II segna una svolta nel corso della storia d'Ungheria. Fino alla sua venuta - da santo Stefano a Béla III e ad Imre - la base economica del potere reale era rappresentata dalla smisurata distesa dei possedimenti della corona e dai possedimenti reali veri e proprî, con i proventi dei quali la corte viveva e lo stato provvedeva a gran parte dei suoi bisogni. Ora, Andrea II incominciò a donare largamente codesti possessi ai suoi fedeli, dando intere provincie a singole persone. Già come pretendente al trono aveva preso l'abitudine di raccogliere seguaci intorno a sé, mediante donazioni: persino i tesori, che aveva avuto dal padre per condurre una crociata, egli li aveva impiegati per radunare un esercito che poi diresse contro il fratello suo. Salito al trono, proseguì sulla stessa strada e credette così di assicurarsi la fedeltà dei sudditi. In reaaltà, egli venne a spogliarsi dei proventi che da quei possessi ricavava; soprattutto venne a privarsi della milizia che il re era solito raccogliere in quelle terre della corona senza che i concessionarî nulla gli dessero in cambio. In tal modo diminuirono il potere ed il prestigio del sovrano, e fu aumentata la potenza dei grandi proprietarî, i quali, alla fine dell'epoca degli Arpadiani, erano già più forti del re stesso. Tale metodo di Andrea II insieme con la sua eccessiva predilezione per l'elemento tedesco, dovuta al fatto che era tedesca la prima moglie Gertrude, destarono grande amarezza nel paese: tanto più che la maggior parte delle donazioni andavano a finire nelle mani della parentela della regina. Vi furono congiure; Gertrude fu uccisa nel 1213; ma non per questo, A. cambiò metodo. Nel 1222, per calmare la nobiltà, emanò la nota Bolla d'oro, nella quale diede ad essa particolari privilegi, riconoscendole il diritto d'opposizione qualora il sovrano dovesse violarli. Con altri privilegi, Andrea rafforzò inoltre i diritti della Chiesa (1222, 1231, 1233) e quelli dei Tedeschi stabilitisi in Transilvania.
Ad onta delle contrarietà interne, A., sovrano pieno di ambizioni, non mancò di muovere anche guerre all'estero. Conquistò, per un certo periodo di tempo, la Galizia e, come tutti i sovrani ungheresi, seguì con attenzione gli avvenimenti dei Balcani. La caduta dell'Impero di Bisanzio (1204) liberò l'Ungheria dal suo più pericoloso nemico del sec. XII, e le diede invece nell'Impero latino, sostituitosi ad esso, un alleato contro gli stati slavi scismatici, liberatisi da poco, cioè la Serbia e la Bulgaria. Seconda moglie di Andrea II fu Iolanda, sorella di Pietro di Courtenay e di Enrico, imperatore latino, per mezzo della quale, dopo la morte di Enrico, nel 1216 ebbe anche la speranza di avere quella corona. Ottenne in moglie poi, per il figlio Béla, Maria Lascaris, della casa imperiale di Nicea. L'impresa sua più importante fu la quinta crociata che, nel 1217, condusse insieme con il principe austriaco Leopoldo. Venutagli meno la speranza sull'impero latino, Andrea scelse la via di mare e partì per la Terra Santa sulle navi di Venezia. In cambio, concesse facilitazioni ai commercianti veneziani in Ungheria, e la città di Zara alla repubblica. La spedizione non ebbe successo: ma l'intensità della fede cristiana degli Ungheresi d'allora è dimostrata dal fatto che, poco dopo la fondazione dell'ordine di San Francesco d'Assisi, i suoi discepoli in breve conquistano l'Ungheria. Lo stesso va detto dei Domenicani, i quali svolsero opera proficua di missionarî, specialmente nei territorî orientali del paese, abitati dai pagani cumani. Figlia di Andrea è Santa Elisabetta; il figlio Béla si fa terziario nell'ordine francescano; la figlia di Béla diviene la suora domenicana Margherita. In terze nozze, A. sposò l'italiana Beatrice d'Este, figlia dei duchi di Ferrara. Gli ultimi anni del suo regno furono turbati dalle manovre del figlio Béla IV, nel frattempo incoronato re, il quale intendeva ridare prestigio e potenza alla corona con la riconquista dei beni alienati da suo padre.
Bibl.: B. Homan, Magyar Tört., II; Gy. Pauler, A magyar nemzet tört., 2ª ed., II, Budapest 1899.