GRITTI, Andrea
È un diplomatico e un militare uscito dalla mercatura e diventato tra i negozî uomo politico. Si trovava privato cittadino a Costantinopoli nel 1497 allo scoppio della guerra col Turco, e assunse spontaneo il compito d'informatore segreto della patria, incontrando l'ira e la prigionia dei Turchi, ma restando l'ispiratore della politica veneziana da Costantinopoli. La pace infatti fu negoziata sotto la sua ispirazione e fu ratificata con la sua presenza. Fu questo l'inizio di una brillante carriera, che dai negoziati diplomatici lo portò, fatto già Procuratore di S. Marco (1509), alla suprema condotta degli eserciti nella guerra di Cambrai. Il G. fu il restauratore del pericolante dominio di Venezia, con la difesa di Treviso, il ricupero di Padova (1510), in memorabili giornate, poi di Vicenza e di Brescia. Da questo momento in poi, la vita sua è tutta dedicata all'esercizio militare, o di terra o di mare, guida e condottiero sicuro per più di dieci anni di ogni fortuna militare della patria (1513, Provveditore di terraferma; 1514, Generale da mar; Provveditore delle armi; 1517, Provveditore generale di terraferma; 1519, Capitano generale da mar; 1521, Provveditore di terraferma), fautore di autonomia politica, poco fidando nelle alleanze, soprattutto imperiali. Eletto doge il 20 maggio 1523, dopo aver strenuamente dissuaso l'alleanza con l'imperatore, nel suo lungo dogado (morì a 83 anni, il 27 dicembre 1538), tra Francia e Impero mantenne una politica di cauto equilibrio.
Bibl.: B. Navagero, Vita di Andrea Gritti, Venezia 1787; M. Bamberg, Orazione funebre di A. G.; P. Zanetti, L'assedio di Padova in correl. alla guerra combattuta nel Veneto dal maggio all'ottobre, in N. Arch. Ven., II, pp. 5-168; G. Cogo, La guerra di Venezia contro i Turchi 1499-1501, in N. Arch. Veneto, XVIII e XIX; A. Bonardi, I Padovani ribelli alla Repubblica di Venezia, in Miscell. della Dep. Ven. di storia patria, VIII; G. De Leva, Storia documentata di Carlo V, Padova 1884, I e II; H. Kretschmayr, Geschichte von Venedig, Gotha 1920, II, pp. 325-448, 637-647.