GATARI, Andrea
Figlio, probabilmente il maggiore dei maschi, di Galeazzo di Andrea, speziale, uomo politico e autore di una nota cronaca della dinastia carrarese, nacque probabilmente negli anni Settanta del sec. XIV a Padova da un ramo della cospicua famiglia bolognese, che vi si era trasferito prima del 1329 e ne aveva acquisito la cittadinanza. Le notizie a lui relative fornite dalle fonti note sono nel complesso scarse. Nulla di sicuro possiamo dire, pertanto, circa i suoi anni giovanili e la sua formazione, che dovette in ogni modo essere conforme alle tradizioni e al rango sociale della sua famiglia.
A partire dal 1404, il G. risulta iscritto come il padre e come il fratello Bartolomeo, poco minore di lui, alla fraglia degli speziali di Padova. Sappiamo che nel 1405 partecipò attivamente, insieme con il padre e con i fratelli, alla difesa di Padova nell'estrema resistenza alla Serenissima. Nel 1410 rivestì la carica di gastaldo della fraglia degli speziali. Dalla denuncia d'estimo da lui presentata per l'anno 1421 (l'unica a noi nota per questo periodo) risulta che egli - pur possedendo una casa nel "centenario" di S. Lucia, del quartiere del Duomo, adiacente alla casa del fratello Bartolomeo - già allora non risiedeva più a Padova. Nel 1423 si trovava a Ravenna, come risulta dalla sottoscrizione di un codice della Bodleian Library di Oxford (Mortara, pp. 47 s.) contenente un poemetto in ottave sulla distruzione di Gerusalemme, trascritto dal G., che si dimostra quindi abile copista, al pari del fratello Bartolomeo. Abbiamo di nuovo notizie del G. a Padova a partire dal 1427 in una serie di transazioni tramite le quali vendette la casa avita nel centenario di S. Lucia, nominando il fratello Bartolomeo proprio procuratore.
L'unico incarico pubblico ricoperto dal G. di cui si abbia sicura notizia fu quello di siniscalco del giurisperito padovano Giovan Francesco Capodilista, uno dei due ambasciatori (l'altro era il veneziano Andrea Donà) inviati dalla Serenissima presso il concilio di Basilea negli anni 1433-35. I Gatari erano legati ai Capodilista da antichi rapporti di consuetudine e di amicizia. Tali rapporti sono confermati da un preciso riferimento alla Cronaca dei Gatari contenuto nella genealogia di famiglia compilata dal Capodilista (il "codice Capodilista") e dalla circostanza che Giovan Francesco si fece recapitare a Basilea, da Padova, una lettera del fratello del G., Bartolomeo, contenente il resoconto del tentativo di occupare Padova compiuto dall'ultimo Carrarese, Marsilio, nel 1435. Il G. si trattenne a Basilea sino al 1435. Sappiamo che in seguito tornò a Padova, dove la sua presenza è attestata nel 1438. Dopo quest'anno non abbiamo altre notizie su di lui.
Morì certamente dopo il 18 marzo 1454, data in cui finì di trascrivere la sua versione della Cronaca, composta dal padre Galeazzo e dal fratello Bartolomeo, come risulta dalla sottoscrizione del ms. Ital., cl. VI, 37 (=6115) della Bibl. naz. Marciana di Venezia.
Al G. si deve una redazione riveduta, corretta e ampliata della cronaca composta dal padre Galeazzo e continuata dal fratello Bartolomeo, relativa alle vicende padovane dal 1318 al 1407. La critica più recente sembra avere risolto la complessa questione dell'attribuzione all'uno o all'altro Gatari delle diverse parti della cronaca, restituendo a Bartolomeo la paternità della composizione della maggior parte delle aggiunte fra gli anni 1389 e 1407, nonché della relazione sul tentativo di colpo di mano compiuto da Marsilio da Carrara nel 1435 (che manca nella moderna edizione curata dal Medin, che si ferma al 1407). L'intervento del G. si riconosce sia nella tendenza a eliminare certe esuberanze retoriche del testo, sia nel riordinamento della materia e nella diversa articolazione del contenuto di alcuni capitoli; sia - soprattutto - nell'ampliamento della narrazione, che egli allarga anche a eventi esterni alla storia puramente padovana (come nell'aggiunta della narrazione della guerra di Chioggia dovuta a Daniele Chinazzo), sia, infine, nella sostituzione del proemio. Gli interventi del G. appaiono rilevanti per il periodo 1372-90.
La cronaca riscritta dal G. è stata pubblicata per la prima volta, secondo la redazione nel cod. Est. Ital. 1134 (Modena, Bibl. Estense, ora S.1.7) del sec. XVIII, da L.A. Muratori nei Rer. Ital. Script., XVIII, Mediolani 1730, sotto il titolo di Chronicon Patavinum Italica lingua conscriptum ab anno 1311 usque ad annum 1406 auctore Andrea de Gataris. Di essa dettero una nuova edizione A. Medin e G. Tolomei, in Rer. Ital. Script., 2ª ed., XVII, 1, Città di Castello 1931, sotto il titolo di Cronaca Carrarese di Galeazzo e Bartolomeo Gatari confrontata con la redazione di Andrea Gatari.
Del G. ci rimane anche il Diario del Concilio di Basilea, dal settembre del 1433 all'ottobre del 1435, pubblicato da G. Coggiola in Concilium Basiliense. Studien und Quellen zur Geschichte des Konzil von Basel, V, Basel 1904, pp. 377-422. Si tratta di una "chronicheta zoè de ambassiarie, segnori, duchi e marchexi", che il G. prese a scrivere allorché si trovò "nella florentissima cità di Basilea con gli venerandi ambassadori de la illustrissima signoria de Venesia, essendo il Concilio ordinato per el nostro sanctissimo padre Eugenio papa quarto".
Il Diario risulta opera d'impianto e aspettative diverse rispetto alla Cronaca: il tono è discorsivo, aneddotico, la narrazione si risolve nella descrizione, come onestamente l'autore premette, di "feste […] modi e usanze" più che di maneggi politico-diplomatici. Si tratta di un testo dai caratteri di memoria personale, non senza peraltro l'eco di dotte reminiscenze o di alti modelli. Nel proemio il G. cita, come maestri, Tito Livio e Virgilio, ma poi più onestamente ammette d'aver dato principio a questa "chronicheta" "essendo io nel'animo alquanto rimosso da ocupatione […] più per fugatione d'otio che per vanagloria ch'io ne spetassi". Il G. esce dalle revisioni critiche più attente in qualche misura ridimensionato come cronista, pur mantenendo un profilo autonomo e significativo.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Padova, Estimo 1418, I, t. 296, c. 66v; Pergamene diverse, part. 3288; Archivio notarile, Notaio Giovanni della Rocca, vol. 297, c. 177r; Ibid., Abbreviature di G. Della Rocca, c. 174v; Padova, Biblioteca civica, B.P. 940: Statuti e matricola della fraglia degli speziali, cc. 25, 41 s.; G.F. Capodilista, De viris illustribus familiae Transelgardonum, Forzate et Capitislistae, a cura di M. Salmi - M. Blason Berton, Roma 1972, adind.; G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, Venezia 1795, V, p. 404; G. Vedova, Biografia degli scrittori padovani, I, Padova 1832, p. 443; A. Mortara, Catalogo dei manoscritti italiani… nella Biblioteca Bodleiana di Oxford, Oxford 1864, pp. 47 s.; A. Medin, La cronaca di Bartolomeo Gatari secondo il codice 262 della Nazionale di Parigi, in Nuovo Archivio veneto, XIII (1897), pp. 256-276; Id., Per la storia della fortuna del Boccaccio nel Veneto, in Atti dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, LXXII (1912-13), pp. 855-861; V. Lazzarini, Daniele di Chinazzo e la sua cronaca secondo un codice di Copenaghen, ibid., XCVIII (1938-39), pp. 515-517; G. Arnaldi - L. Capo, I cronisti di Venezia e della Marca trevigiana, in Storia della cultura veneta, 2, Il Trecento, Vicenza 1976, pp. 331-337; S. Collodo, Una società in trasformazione. Padova tra XI e XV secolo, Padova 1990, pp. LXXI, 253, 315, 320, 375, 385; J.S. Grubb, Corte e cronache: il principe e il pubblico, in Origini dello Stato. Processi di formazione statale in Italia fra Medioevo ed Età moderna, a cura di G. Chittolini - A. Molho - P. Schiera, Bologna 1994, p. 474; G.M. Varanini, Propaganda dei regimi signorili: le esperienze venete del Trecento, in Le forme della propaganda politica nel Due e nel Trecento, a cura di P. Cammarosano, Rome 1994, pp. 330 s.; D. Gallo, Appunti per uno studio delle Cancellerie signorili venete del Trecento, in Il Veneto nel Medioevo. Le signorie trecentesche, a cura di A. Castagnetti - G.M. Varanini, Verona 1995, p. 139; S.A. Bianchi, Gli eserciti delle signorie venete del Trecento fra continuità e trasformazione, ibid., p. 167; A. Castagnetti, Famiglie di governo e storie di famiglie, ibid., pp. 226-228, 234 s.; A. Saccocci, Produzione e circolazione di moneta nel Veneto (1332-1405), ibid., p. 260; Rep. fontium historiae Medii Aevi, ad vocem.