ANDREA di Fleury (Floriacensis)
Monaco nel celebre monastero di San Benedetto sulla Loira, morto il 1056, contemporaneo di Aimone e discepolo di Costantino, che era successo ad Abbone nella direzione della scuola monastica. Visse durante il regno di Roberto, che ebbc tanto a cuore la riforma dei monasteri, ed ebbe fama di maestro d'alto ingegno e di profonda cultura. Scrisse il De gestis sancti Benedicti, cioè la continuazione del racconto dei miracoli del patriarca dei monaci d'Occidente, già iniziato da altri e che egli condusse fino ai suoi tempi. L'opera fu compilata in prosa, ma un monaco, Radulfo Tortario, ne trasse un poema compendioso in circa 200 versi elegiaci. Un altro suo scritto è la Vita Gauzlini abbatis, l'uomo che fu prima suo abate, poi arcivescovo di Bourges e che s'era fatto ammirare per la sua virtù. Alla vita è aggiunto anche l'epitaffio di lui in quattordici versi elegiaci. La fama della dottrina d'Andrea fu probabilmente maggiore del merito, almeno da quel che si può desumere dalle opere che ci restano.
Bibl.: Histoire littéraire de la France, VII, p. 349-51; E. de Certain, Miracles de Saint Benoît, Parigi 1858; M. Manitius, Geschichte der lat. Lit. des Mittelalters, II, Monaco 1923, pp. 241-244.