DATI, Andrea
Nacque presumibilmente a Lucca; ritenuto erroneamente (cfr. Enciclopedia dantesca) figlio di Francesco, di questob invece, fu nipote, essendo figlio di un fratello di Francesco, Bettino (cfr. in proposito la voce Dati, Francesco nel presente Dizionario).Dello zio - che in un documento del 21ag. 1349 figura come tutore testamentario del nipote, "tunc infantis" - il D. seguì presto le orme: con lui, infatti, svolse la sua attività commerciale; insieme a lui possedette beni indivisi nel territorio del piviere di Moriano; come lui partecipò attivamente alla vita politica nella Lucca della seconda metà del Trecento. Emulando Francesco - cui il D. dovette essere particolarmente legato anche dal punto di vista affettivo, considerata la prematura scomparsa del padre -, il nipote venne così accrescendo il prestigio e le sostanze della famiglia, che proprio Francesco era riuscito a inserire nelle alte sfere della società lucchese.
La carriera politica del D. fu - come si ricava dalla serie Riformagioni del Consiglio generale - assai brillante. Essa ebbe inizio nel 1370, anno in cui fu chiamato per la prima volta a far parte del Consiglio dei trentasei, e vide la sua conclusione nel 1392, qua ndo il D. ricopri per l'ultima volta - come sembra - un incarico pubblico. Questi, in sintesi, furono gli uffici da lui ricoperti: anziano nel 1381 (marzo-aprile), nel 1383 (gennaio-febbraio), nel 1389 (maggio-giugno), nel 1391 (novembre-dicembre); membro del Consiglio dei trentasei per otto volte (nel 1371, nel 1377, nel 1379, nel 1380, nel 1383, nel 1387, nel 1388, nel 1391); membro del Consiglio generale nel 1371, nel 1373, nel 1375, nel 1384, nel 1386, e nel 1392; "camerarius generalis" nel 1374; consigliere dell'ufficio sopra l'Abbondanza e della Curia del fondaco nel 1388; consigliere della Dogana del sale nel 1381; "conducterius" (incaricato, cioè, di assoldare le truppe mercenarie) nel 1373; ispettore "super fortilitiis" nel 1379; "pacificator" nel 1383; infine, vicario di Gallicano nel 1390, e vicario di Pietrasanta nel 1391.
Un uguale successo arrise al D. nell'ambito della Corte dei Mercanti, che aveva giurisdizione - com'è noto - su quanti commerciassero: fu infatti console nel 1371 e consigliere nel 1389 e nel 1390.
La sua attività commerciale, svolta - secondo il costume della classe dirigente lucchese - parallelamente all'attività politica, sembra essersi dispiegata, agli inizi, sotto l'influenza dello zio: con questo, infatti, aveva costituito una società "in arte mercature sete et drapporum" attestata in documenti del 1372 e 1381. A partire dal 4 genn. 1382, poi, il D. svolse la sua attività in modo autonomo: in tale giorno, appunto, lo zio e il nipote sciolsero la compagnia, il cui raggio d'azione abbracciava le città di Genova, Avignone e Parigi, e spartirono le merci. Il D., cui toccarono nell'occasione la bottega che i due avevano a Lucca e le merci ivi depositate, poté così operare successivamente - come sembra - su nuove piazze commerciali: nel 1390, ad esempio, svolse la sua attività a Bruges.
Morì tra il 1392, anno in cui sedette per la sesta volta nel Consiglio generale, ed il 1399: in un documento del 2 gennaio di tale anno, infatti, troviamo citati i suoi eredi.
Tra i figli - che contribuirono all'estiino generale della città di Lucca del 1399 per 850 fiorini - si distinse in particolare Bettino, che continuò l'attività patema in Francia e nelle Fiandre.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Lucca, Estimo, n. 8, sub voce: Infrascripte sunt poderia, possessiones et terre que et quas Lucani cives habent in Comuni et cappella S. Laurentii pleberii Sexti Moriani ... in anno n. D. MCCCM; Ibid., Capitoli, n. 52, cc. 66, 80, 114v; Ibid., Consiglio Generale, Riformagioni pubbliche, nn. 213 (aa. 1370-1400) Passim; Ibid., Spedale di S. Luca, n. 42, c. 88v; Ibid., Corte dei mercanti, n. 14. c. s; n. 16, cc. 16v, 19v, 24, 27v, 41v; n. 83. c. 7; n. 84. c. s; Ibid., Arch. dei notari, n. 212, Notaio Fedocco Scortica, cc. 209-211, 9 genn. 1381; Ibid., n. 168, Notaio Iacopo di Nicolao Domaschi, cc. 12 ss., 4 genn. 1382; 176 ss., 6 sett. 1382; Ibid., Estimo, n. 63 (a. 1389), cc. 106, 121, 131v, 173-76; Ibid., Archivio dei notari, n. 307, Notaio Fino di Bartolomeo Chellini, cc. 166v-167v, 2 genn. 1399; Ibid., Dipl. Bibl. Sbarra, 29 ag. 1403; Ibid., ms. 21: B. Baroni, Alberi di famiglie [secolo XVIII], c. 33; Ibid., ms. 125: B. Baroni, Famiglie lucchesi [sec. XVIII], cc. 57v-58v; Ibid., ms. 130: D. Barsanti, Pantheon delle famiglie patrizie di Lucca [sec. XIX], C. si; Lucca, Biblioteca statale, ms. 925: Miscell. lucentia historico-Politica con cari cataloghi di famiglie e in fine il codice epistolare [sec. XVIII], cc. 204, 236, 252; Ibid., ms. 1111: G. V. Baroni, Notizie geneal. delle famiglie lucchesi [sec. XVIII], cc. 39-72; Ibid., ma. 1116: G. V. Baroni. Notizie geneal. delle famiglie lucchesi [sec. XVIII]. sub voce: Lamberti antichi; Ibid., ms. 1144: G. V. Baroni, Stemmi delle famiglie lucchesi [sec. XVIII], c. 429; R. Arch. di Stato di Lucca, Regesti, II, Carteggio degli anziani, a cura di L. Fumi, Lucca 1903, ad Indicem; Libro della comunità dei mercanti lucchesi in Bruges, a cura di E. Lazzareschi, Milano 1947, pp. 167, 169; Riformagioni della Repubblica di Lucca (1369-1400), a cura di A. Romiti 1, Roma 1980, ad Indicem; L. Mirot, Etudès lucquoises, I, La colonie lucquoise à Paris du XIIIe au XVe siècle, in Revue d'erudit. de la Bibliothèque de l'Ecole des chartes, LXXXVIII (1927), pp. 59 s., 79, 82; D. Corsi, in Enc. dantesca, II,Roma 1970, pp. 318 s. (sub voce Dati); C. Meek, Lucca1369-1400. Politics and Society in an Early Renaissance City-State, Oxford 1978, ad Indicem.