ANDREA da Rupecanina
Fu nella seconda metà del XII secolo uno dei più importanti signori feudali del Regno normanno. Si ribellò contro Guglielmo I nel 1155, partecipando a fianco di Roberto di Capua e del conte di Loretello alla grande rivolta che accomunò i baroni delle Puglie, i signori siciliani con Manuele Comneno e papa Adriano IV. In ottobre, a S. Germano, A. prestò omaggio a papa Adriano insieme con gli altri baroni ribelli e quindi entrò in Benevento. Dopo la vittoria di Guglielmo contro l'insurrezione e il concordato di Benevento, poté uscire dal Regno, ma rimase sui confini e nel 1157, a capo di truppe reclutate a Roma e di mercenari greci, riprese a molestare le terre di Guglielmo, entrando nel principato di Capua e occupando Fondi e le terre del monastero di Montecassino. Il 6 genn. 1158 disfece a San Germano un esercito regio, ma non riuscì a impossessarsi della badia cassinese. Nel marzo, improvvisamente, si ritirò ad Ancona, avendo avuto notizia della pace che l'imperatore di Bisanzio stava trattando con Guglielmo I; quindi, insieme con Roberto di Loretello, raggiunse la corte di Federico Barbarossa in Lombardia. In occasione della congiura che costò la vita a Maione nel 1161, penetrò di nuovo in Terra di Lavoro, ma all'approssimarsi del re dovette fuggire, e questa volta, secondo alcune voci, si sarebbe rifugiato a Costantinopoli. Nel 1167 lo ritroviamo ancora nell'esercito del Barbarossa, a fianco di Roberto di Loretello e insieme con Cristiano di Magonza, nella battaglia di Monteporzio combattuta contro i Romani. Non si hanno di lui altre notizie.
Bibl.: F. Chalandon, La domination normande en Italie et en Sicile,II, Paris 1907, pp. 184, 212, 213, 232, 250-52, 257, 264, 267, 284, 287, 360, 362; p. Lamma, Comneni e Staufer,I, Roma 1955, pp. 177, 183, 219, 228, 229, 258, 275; II, ibid. 1957, pp. 132, 149, 163, 164 (con ampi rinvii alle fonti).