CONTI, Andrea
Nacque a Riofreddo presso Tivoli (Roma) nel 1777; inviato a Roma giovanissimo, fu affidato a uno zio prete che lo introdusse alle scuole del Collegio Romano per fargli studiare grammatica e letteratura. Fu anche iniziato allo studio della matematica e si dimostrò assai portato per questa disciplina; fu allora affidato all'abate G. Calandrelli che, dopo averlo istruito, lo istradò al liceo gregoriano, presso il quale il C. insegnò matematica e fisica. Dopo qualche anno di insegnamento, nel 1802 fu chiamato alla nuova specola del Collegio Romano dall'abate Calandrelli: questa collaborazione durò per quarant'anni durante i quali il C. fu anche nominato presidente dell'osservatorio di Bologna, che poté dotare, grazie ad appoggi influenti, di importanti strumenti per la determinazione della latitudine.
Oltre a questo lavoro di determinazione della latitudine, al quale collaborò anche B. Oriani, il C. si dedicò alla costruzione di tavole di determinazione di deviazione dal piano meridiano e di parallassi di altezza e longitudine. Calcolò anche le eclissi solari del 1804, 1811 e del 1816, le opposizioni di Giove e di Urano del 1809 e stabilì elementi delle comete apparse nel 1807 e 1811. Lavorò, inoltre, con un piccolo teodolite moltiplicatore di Ricchebach alla determinazione della posizione geografica dei principali edifici di Roma. Nel 1824 la specola dell'università Gregoriana passò sotto il controllo dei gesuiti e il C. sì trovò costretto a interrompere le sue ricerche; da quel momento egli si dedicò soprattutto all'educazione dei giovani e fece parte del Collegio filosofico, ove si occupò, fra le altre cose, dì esaminare gli studenti destinati all'università di Roma.
Morì a Roma il 12 febbr. 1840.
Quasi tutto ciò che il C. ha pubblicato durante i quaranta anni in cui lavorò presso il Collegio Romano si trova raccolto negli Opuscoli astronomici di Giuseppe Calandrelli e A. Conti, stampatì dal Collegio stesso (Roma 1806-1824). Si tratta dì otto volumi; alla stesura del quinto, dei sesto, del settimo e dell'ottavo volume partecipò anche l'astronomo G. Ricchebach. Fra gli altri articoli contenutì neglì Opuscoli ricordiamo: Elementi dell'orbita della cometa che apparve nel settembre 1807, II, pp. 77-108; Tavole per ridurre al meridiano le distanze dallo zenit osservato in prossimitá al medesimo, ibid., pp. 132-64; Formola per calcolare la riduzione al solstizio e la latitudine eliocentrica de' pianeti che hanno l'orbita poco inclinata all'eclittica..., IV, pp. 151-75; Obliquità media dell'eclittica al principio dell'anno 1815 dedotta dalle osservazioni solstiziali fatte dall'anno 1813 all'anno 1818, VI, pp. 115-40; Tavole per calcolare la parallasse annua di Giove e Saturno, VIII, pp. 23-47, e Formole della lettera domenicale ne' Calendari Giuliano e Gregoriano, ibid., pp. 61-74 e, con Giacomo Ricchebach. Posizione geografica de' principali luoghi di Roma e de' suoi contorni., ibid., pp. 75-90. Ricorderemo, inoltre, Esame dell'osservazione del passaggio sul disco solare di Venere fatta in Roma nel 1761 dal celebre Padre Audifredi Domenicano, del Sig. Conti, Modena 1826; e altri lavori di tipo prettamente astronomico.
Bibl.: Necrol., in Il Giornale arcadico, LXXXV (1840), pp. 12-20; C. Pontani, in IlContemporaneo, 29 maggio 1847, p. 2; U. Baldini, G. Calandrelli, in Diz. Biogr. d. Italiani, XVI, Roma1973, pp. 440 ss.; G. Moroni, Diz. di erudizione storico-eccles., ad Indicem.