CASALI, Andrea
Figlio di Francesco e di Ginevra Aldrovandi, il C. nacque probabilmente nell'ultimo decennio del XV secolo.
Nonostante la sua famiglia avesse ottenuto la cittadinanza bolognese solo da pochi decenni (1454), essa si era rapidamente imparentata con numerose famiglie del patriziato cittadino. Il padre Francesco aveva inoltre ricoperto numerosi incarichi per conto della S. Sede nella Legazione bolognese, mentre lo zio paterno Catalano aveva frequentato per parecchi anni la Curia romana in qualità di protonotario e segretario apostolico ai tempi di Innocenzo VIII e di Alessandro VI.
Fu soprattutto in considerazione dei meriti acquisiti dalla famiglia che Leone X, nel 1516, in occasione dell'incontro di Bologna con Francesco I, volle inserire il C. in una lista di gentiluomini ai quali furono assegnati alcuni luoghi del contado bolognese unitamente al titolo comitale. Il C., creato conte di Mongiorgio, entrò in tal modo a far parte del ceto nobile della città.
La decisione del pontefice era stata motivata sia dal desiderio di sottolineare l'importanza del concordato con Francesco I sottoscritto a Bologna sia dall'opportunità di garantirsi la dedizione del patriziato bolognese in una fase in cui era ancora vivo il ricordo della signoria bentivogliesca e la S. Sede mirava a neutralizzare gli ultimi residui dell'autonomia cittadina.
Il C. fornì la prova della propria fedeltà al nuovo ordinamento politico nel 1522, allorché Annibale Bentivoglio tentò, sebbene inutilmente, di rientrare in Bologna: egli ebbe, insieme a Camillo Gozzadini e a Filippo Pepoli il comando delle truppe incaricate della difesa della zona cittadina più esposta all'aggressione dell'esercito del Bentivoglio.
Nell'ottobre del 1524 il C., la cui famiglia godeva di molte relazioni con la corte d'Inghilterra, fu incaricato dagli emissari inglesi Richard Pace e John Russell di reclutare 300 cavalieri da inviare in soccorso dell'esercito imperiale impegnato in Provenza contro i Francesi.
Questo reparto, al comando del cugino del C., Andrea, del bolognese Ercole Poeti, del mantovano Michele Schips e del capitano Michele Ramazzotto, si diresse verso la Lombardia con l'intento di passare in Francia, ma, sorpreso dall'improvvisa avanzata dei Francesi e non riuscendo a collegarsi con le truppe imperiali, il 28 ottobre fa investito presso Pavia dal grosso dell'esercito avversario e rapidamente sbaragliato.
Il 6 marzo 1525 il C. fu eletto da Clemente VII senatore di Bologna. Il C. doveva questa carica, nella quale successe a Ludovico Foscherari, sia alle benemerenze acquisite nella difesa della città contro i Bentivoglio sia all'intercessione di Enrico VIII, richiesta sin dal 1522 da Gregorio Casali, cugino del C. e ambasciatore permanente d'Inghilterra a Roma.
Nel 1529 il C. ricevette il comando militare della zona appenninica del Bolognese e l'anno successivo partecipò con l'esercito pontificio all'assedio di Firenze insieme agli Imperiali.
Nel 1530 il C. favorì la missione a Bologna dell'inviato di Enrico VIII, Richard Croke, incaricato di ottenere un parere favorevole dei Collegi bolognesi dei giuristi e dei teologi sulla delicata questione del divorzio del sovrano inglese.
La mediazione del C. fu assai importante, specialmente nella prima fase, clandestina, dei contatti del Croke con personalità dello Studio, resa necessaria dalla contemporanea presenza a Bologna di Carlo V, ostilissimo al progetto inglese. Il C. e il Croke ottennero un pieno successo: i Collegi dei giuristi e dei teologi si espressero decisamente a favore del sovrano inglese, affrontando peraltro un'accesa controversia con il vicelegato che tentava di influenzare il loro giudizio.
Nel 1532 Clemente VII revocò la didisposizione di Leone X del 1516 e restituì la giurisdizione amministrativa delle contee a Bologna. Il C. privato in tal modo della contea di Mongiorgio, fu tuttavia risarcito con l'onorificenza dell'Ordine gerosolimitano di S. Lazzaro e con la nomina, a colonnello delle munizioni e della guardia del palazzo del cardinal legato di Bologna. L'autorevolezza che egli acquistò in Senato è confermata dalla sua elezione a gonfaloniere nel 1525, nel 1535 e nel 1545.
Coniugatosi con Verde Paltroni, nel 1547 istituì sopra le sue proprietà di Montevecchio una primogenitura a favore, in primo luogo, del figlio Francesco Maria. Morì a Bologna il 20 febbr. 1550.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Bologna, Senato-Reggimento, Istrumenti e scritture, A lib. 11, n. 46, Exemptio perpetua a datiis... A. C. (1525); A lib. 13, n. 4, Breve di Clemente VII (20 nov. 1526); Bologna, Biblioteca universitaria, ms. 770: A. F. Ghiselli, Mem. antiche di Bologna, XIII, cc. 322, 421, 425, 497, 560; XIV., cc. 145, 412; Ibid., ms. 4207: L. Montefani-Caprara, Famiglie bolognesi, XXIV, c. 100; Ibid., Biblioteca comunale, ms. B 650: Elenchi di militari bolognesi, c. 12; Ibid., ms. B 671: B. Carrati, Compendio delle famiglie senatorie di Bologna, cc. 78 ss.; Ibid., Archivio Isolani, Fondo Casali, C 24, n. 52: Primogenitura istituita da A. C.; Letters and papers, foreign and domestic, of the reign of Henry VIII, a cura di J. S. Brewer, IV, 3-4, London 1872-1876, ad Indicem;F. Amadi, Della nobiltà di Bologna, Cremona 1588, p. 98; G. N. Pasquali Alidosi, Li Riformatori dello stato di libertà della città di Bologna, Bologna 1614, p. 25; P. S. Dolfi, Cronol. delle famiglie nobili di Bologna, Bologna 1670, pp. 62, 169, 250, 346, 412, 425, 502; G. Sitoni, Clarissimae Casaliorum familiae... chronogenealogica monumenta, s. l. 1731, pp. 20 s.; G. Guidicini, I Riformatori dello stato di libertà della città di Bologna, Bologna 1869, II, pp. 51 s.; Id., Miscell. storico-patria bolognese, Bologna 1872, p. 105; P. Litta, Le famiglie celebri ital., sub voce Casali di Cortona, tav. III.