CARRERA (Carreca), Andrea
Nacque a Trapani tra la fine del XVI sec. e gli inizi del XVII da Salvatore di Andrea e da Mattia di Vincenzo e fu nipote dei pittori Vito e Giuseppe.
Problema di non facile soluzione, allo stadio attuale degli studi, è la indicazione esatta del suo cognome. Gli studiosi che si sono occupati di lui accettano sia la dizione Carreca sia Carrera (il Gallo e il Di Ferro preferiscono Carreca, il Rocca Carrera; gli studiosi più recenti, sulla base della tradizione prevalente, si orientano invece per Carreca). In realtà l'esitazione è comprensibile se si considera che in due quadri firmati sono presenti entrambe le versioni: ad Alcamo, nella chiesa dei SS. Cosma e Damiano, la Madonna del Rosario (1658)porta l'indicazione "Andreas Carrera"; a Trapani, nella chiesa della Madonna dell'Itria, un S. Nicolòda Tolentino (1677)è firmato "D. Andreas Carreca". E in manoscritti contemporanei o di poco posteriori (De Felice, p. 79)sono registrati entrambi i cognomi.
Il C. fu avviato dal padre agli studi letterari e filosofici prima a Trapani nel collegio dei padri gesuiti; si recò poi a Catania per addottorarsi in diritto canonico e civile. Al ritorno a Trapani preferì però dedicarsi all'attività di pittore, in un primo momento nell'ambito dello zio Vito, poi, secondo quanto vuole la tradizione, confermata anche dagli esiti stilistici delle sue opere, alla scuola di P. Novelli. è molto probabile anche un viaggio a Roma, per le assonanze numerose con la contemporanea pittura romana (soprattutto Pietro da Cortona), non tutte spiegabili con gli echi che di essa giungevano in Sicilia. Si sposò due volte: nel 1632 con l'ericina Barnaba Licata e nel 1656 con Francesca Sculano (registro della chiesa di S. Pietro a Trapani).
La sua attività di pittore fu vasta, e numerose sono le opere che di lui ci sono pervenute, conservate a Trapani, in alcuni paesi ad essa vicini, in altri della Sicilia occidentale e a Palermo. Un buon numero di esse si trova nel Museo Pepoli di Trapani, provenienti in genere da chiese ora non più esistenti. Tra queste citiamo il Sogno di Giacobbe, la Madonna col Bambino. S. Antonio e angeli, la Madonna del Rosario, il S. Alberto carmelitano, da cui è possibile rilevare la varietà e la qualità dei riferimenti culturali del C.: la pittura veneta, Caravaggio, Van Dyck, la cultura figurativa romana e soprattutto Novelli concorrono al superamento della secca maniera della sua prima educazione artistica. Sulle orme del Novelli, ma certamente in modo meno originale e profondo, il pittore trapanese si pone sulla via del rinnovamento dell'arte in Sicilia e del tentativo di farle tenere il passo delle più aggiornate conquiste della cultura figurativa italiana. Sempre a Trapani sono conservate altre sue opere: nelle chiese della Madonna dell'Itria, di S. Pietro, della Madonna del Soccorso, di S. Domenico, e nella cattedrale. Lavorò anche per chiese di Alcamo, Chiusa Sclafani (una Annunciazione nella chiesa madre), Casteltermini (una Sacra Famiglia nella chiesa di S. Giuseppe), Salemi (S.Rocco, i SS. Filippo e Giacomo nella chiesa di S. Biagio). A Erice, nel Museo civico, è conservata una Marta e Maria Maddalena (dalla chiesa del SS. Salvatore), e ancora una S. Anna (1664)nel santuario omonimo, la Madonna della Misericordia nel santuario della Misericordia, la Lapidazione di s. Stefano nella chiesa di S. Cataldo; un S. Tommaso d'Aquino (1667)per il convento dei domenicani è andato perduto.
A Palermo è documentato un quadro con S. Carlo Borromeo eseguito su commissione del cardinale Vincenzo Artale nel 1644per la cattedrale. L'opera, dispersa, è stata, dubitativamente, identificata dal Grillo con una tela di analogo soggetto che si trova ora nel seminario minore di Baida. Sempre per la cattedrale di Palermo eseguì nel 1672 la decorazione a fresco della cappella del Sacramento, distrutta però nel rifacimento settecentesco della chiesa. Altri affreschi eseguì per una cappella della chiesa di Casa Professa e per il presbiterio di S. Giuseppe dei teatini: in quest'ultimo con la collaborazione di Giacinto Calandricci. A S. Domenico è l'unica tela palermitana sicuramente attribuibile al C.: una S. Rosalia.
Morì a Palermo nel febbraio del 1677 e fu sepolto nella chiesa di S. Giuseppe dei teatini.
Fonti e Bibl.: Non sono poche le testimonianze e le citazioni riguardanti l'attività pittorica del C., che costituisce senza dubbio un episodio importante della cultura figurativa siciliana del XVII sec. Ma non mancano le incertezze e le imprecisioni, soprattutto per quello che riguarda il nome e i legami di parentela nell'ambito della famiglia Carrera. Esistono delle ricerche d'archivio, ma gli studiosi, ultimo il Serraino, non si sono in genere preoccupati di riportare i documenti da cuihanno preso le loro notizie. Risultano pertanto non definitivi alcuni dati nella ricostruzione della sua biografia. Si vedano in particolare: G. M. Di Ferro, Guida per gli stranieri in Trapani con un saggio storico, Trapani 1825, pp. 215-17, 258-261, 269, 272, 275, 293-96, 302; A. Gallo, Elogio storico di Pietro Novelli da Monreale…, Palermo 1828, pp. 111, 152-154;G. M. Di Ferro, Biogr. degli uomini illustri trapanesi…, Trapani 1830, II, pp. 45 ss.; P. M. Rocca, Tre tele di A. C. in Alcamo, in Arch. stor. sic., IX (1884), pp. 218-223;F. De Felice, Arte del Trapanese, Palermo 1936, pp. 79-85;P. Sgadari di Lo Monaco, Pitt. e scultori siciliani…, Palermo 1940, ad vocem;G. Agosta, La chiesa di S. Maria Odigitria (o Itria), in Trapani, II (1957), 8, pp. 13 s.; Id., Il "cromatismo" di A. van Dyck nella pittura di A. C., ibid., 9, pp. 1-14; II mostra di dipinti restaurati (catalogo), a cura di V. Scuderi, Trapani 1958, pp. 15-17;R. Grillo, Il culto di s. Carlo Borromeo aPalermo, in Arch. stor. lomb., XC (1963), p. 313;V. Scuderi, Il Museo naz. Pepoli in Trapani, Roma 1965, pp. 31 s.;M. Serraino, Trapani nella vita civile e religiosa, Trapani 1968, pp. 139-142; VII mostra di opere d'arte restaurate (catal.), a cura di M. Stella, Trapani 1970, pp. 3 s.; L. Novara, A. Carreca pittore trapanese del '600, in Trapani, XXI (1976), 215, pp. 9-17;U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 69.