CALVO, Andrea (Minatianus)
Originario di Menaggio, fu libraio a Milano e a Pavia. Negli anni 1520-1522pubblicò a sue spese, a Milano: Ameto e Amorosavisione del Boccaccio, stampati rispettivamente da A. Minuziano e da G. Castiglione; Historia de Isabella e Aurelio di J. de Flores in italiano, munita, come l'Ameto, del privilegio pontificio; Translationes e greco di S. Negri: l'una e le altre uscite dalla officina del Castiglione; Pompeana e altri poemi di M. Vegio, di cui la prima parte stampata a Torino da F. Silva, la seconda dal Castiglione; Nove de le isole diF. Cortes (s.t.). In coincidenza con la breve ripresa, in Milano, dell'attività tipografica del fratello Francesco Giulio, negli anni 1541-1542 il C. tornò a farsi editore di pochi opuscoli: Trattatodel'intrar in Milano di Carlo V di G. A. Albicante (s.t.); L'amorose rime di L. Borra, De studiis sapientiae liber di P. Pomerano, stampati da G. A. Castiglione, Oratio... de bello in Turcos suscipiendo di L. Filalteo (Maggi). È sua, inoltre, la prima edizione del Rifacimento, a opera di F. Berni, dell'Orlando innamorato del Boiardo, pubblicato postumo nel 1542per volere di P. Aretino e dedicato a Vittoria Colonna "interprete della spiritualità riformata".
L'edizione, recante i privilegi del pontefice, dell'imperatore e della Repubblica di Venezia, riuscì indegna del poema e del Rifacimento a causa dei molti errori e delle arbitrarie aggiunte dell'Albicante. Due delle quattro suddette edizioni sono senza nome di stampatore: sembra doversi escludere che il C. avesse un'officina propria; è però infondata l'opinione del Virgili che quella da cui uscì il Rifacimento appartenesse a Francesco e che pertanto costui fosse corresponsabile dello scempio: la confutazione del Mercati è convalidata dall'esame dei caratteri.
Principale attività del C. fu quella di libraio. Dopo il trasferimento a Roma del fratello, continuò a diffondere in Lombardia libri eretici; il che provocò un bando del duca Francesco Sforza, datato 23 marzo 1523, contro coloro che fossero in possesso di tali libri (Chabod). Il C. lasciò Milano e continuò il commercio di libri "trans Alpes": lo riferisce A. Alciato, il quale s'interessò di lui sollecitando anche Francesco a venire da Roma per aiutare il fratello. Le sue cose andavano sistemandosi, ma alla fine dello stesso anno 1523, citato a comparire per traffico di armi con la Francia, il C. fuggì di nuovo; egli inoltre aveva mancato di restituire entro il termine fissato una somma di denaro avuta in prestito da un "argentarius", per cui s'intendeva agire contro di lui e il fratello. Le faccende dovettero alfine normalizzarsi; nel 1530 il C. fu nominato segretario ed economo del conte Massimiliano Stampa con lo stipendio annuo di 300 aurei: nel 1532 Alciato lo trovò "bene curatus et peculiatus".
Il C. teneva negozio anche a Pavia, affidato a un agente di vendita; posteriormente alle gride del 1538 egli fu di nuovo accusato di vendere libri eretici: che continuasse a recarsi a Basilea risulta da due lettere di quell'anno indirizzate dall'Alciato a B. Amerbach: in una, rammaricandosi degli scarsi messaggeri tra Bologna e Basilea, il giurista dichiara di affidarla al C. "se itineri accingentem, ut istuc ad vos negotiationis suae causa veniret"; nell'altra l'Alciato lo informa che nel viaggio di ritorno il C. gli aveva portato dei libri consegnatigli dall'editore di Basilea M. Isengrin. Il C. venne citato a comparire presso l'inquisitore generale e vicario arcivescovile di Milanoepresso l'avvocato fiscale Filippo Catia, nonchémultato di 2000scudi "pro parte Caesareae Camerae" per la dichiarata sua assenza da Milano. Ciò si apprende dalla supplica non datata (ma del 1541), nella quale il C. riconosce di avere errato gravemente sia per non aver fatto la notificazione dei libri eretici che il suo "institor" vendeva a Pavia, sia perché essi furono venduti, con o senza suo mandato. Professando la sua fede cattolica invocava grazia, che subito ottenne. Tuttavia anche in seguito egli "servì da tramite per le segrete relazioni epistolari tra i riformati svizzeri e i loro amici e aderenti in Lombardia; nel 1543, infatti, a mezzo suo venivano trasmesse lettere del Pellican a Guarnerio Castiglione" (Meyer, cit. da Chabod). Si ignora l'anno della sua morte. Risulta dalla supplica che il C. era sposato con prole; "due figli ne annunciava il Verri nel 1530, e uno può essere il Massimiliano Calvo, figlio di Andrea, da Menaggio, autore di poesie castigliane, morto nel 1581" (Argelati, cit. da Mercati).
Fonti e Bibl.:Sul C. libraio le fonti principali sono in Le lettere di Andrea Alciato..., a cura di G. L. Barni, Firenze 1953, ad Indicem, e in F. Chabod, Per la storia religiosa dello Stato di Milano durante il dominio di Carlo V, Roma 1962, ad Ind. La maggior parte delle ediz. del C. sono descritte in G. Bologna, Le cinquecentine della Bibl. Trivulziana, I, Le ediz. milanesi, Milano 1965, ad Ind.;altre sono elencate in Short-title catal. of books printed in Italy ... from 1465 to 1600, now in the British Museum, London 1958, ad Ind. Sulla prima ediz. del Rifacimento del Berni dell'Orlando innamorato cfr. A. Virgili, F. Berni. Con documenti inediti, Firenze 1881, e, principalmente, G. Mercati, Su Francesco Calvo da Menaggio primo stampatore e Marco Fabio Calvo da Ravenna primo traduttore del corpo ippocratico in latino, in Notizie varie di antica letteratura medica e di bibliografia, Roma 1917, pp. 60-67. Il carattere corsivo nelle edizioni del C. è stato studiato da A. Tinto, I corsivi dell'Arrighi e del Tagliente, in L. Balsamo-A. Tinto, Origini del corsivo nella tipografia italiana del Cinquecento, Milano 1967, pp. 134 s., 155.