CALCESE, Andrea
Comico napoletano, non si conosce la data della sua nascita che dovette cadere verso la fine del sec. XVI.
La prima notizia su di lui compare in un documento del 1615, che registra la dissoluzione della compagnia di Carlo Fredi, attiva nella Stanza della commedia di S. Giorgio dei Genovesi, per la morte del capocomico. Di essa faceva parte il C., sicuramente ancora alle prime armi, con mansioni non precisate, ma certo di minimo rilievo. Nel novembre dello stesso 1615 i comici della Stanza di S. Giorgio recitarono in quella della porta della Calce, e il C. fu con loro. Li seguì anche nella nuova compagnia ricostituita di lì a poco da Natale Consalvo, genero del Fredi, per passare però nel carnevale del 1616 nella compagnia di Andrea Della Valle che recitava nella Stanza della Duchessa, in concorrenza con quella di S. Giorgio, dove mieteva strepitosi successi il celebre Cecchini. Per contrastare questi successi il Della Valle, spalleggiato dal C., inviò a Roma un altro attore, Aniello Testa, per scritturare comici capaci di rivaleggiare col Cecchini, ma senza risultato. Ritornò con il Consalvo alla Stanza di S. Giorgio nel 1618 e vi assunse definitivamente la maschera di Pulcinella e il nome di Ciuccio. Nel novembre di quell'anno fu chiamato nella compagnia del Cecchini che inaugurò il 4 il nuovo teatro, la Stanza di S. Giovanni dei Fiorentini. L'anno successivo, il 1619, fu quello decisivo per la carriera del C. che entrò in coppia con il celebre Coviello, Ambrogio Buonomo, di lui più anziano, che era stato già suo compagno e maestro nelle compagnie del Fredi e del Consalvo.
Scritturati da Antonio de Melo, restarono nel teatro dei Fiorentini anche nel 1620 e 1621 con le nuove compagnie di Sancho de Paz e poi di Francisco de León. Dopo un oscuro intervallo di alcuni anni, la coppia ricompare a Napoli nel 1625 in una compagnia improvvisata con elementi locali. Nell'ottobre del 027 il C., sempre insieme con il Buonomo, tornò col de Paz che recitava ora nella Stanza di S. Bartolomeo e con lui restò a lungo, fino a data imprecisata. A differenza del Buonomo, il C. lo seguì a Roma nel 1629, ma la coppia dovette ricostituirsi subito dopo a Napoli, dove il C. rientrò di lì a poco. In coppia col Buonomo ricompare, dopo un lungo periodo non documentato, nella stagione 1642-1643 nella compagnia di Roque de Figueroa che recitava nella Stanza di S. Bartolomeo. Morto il Buonomo nel 1642, il C. recitò ancora al S. Bartolomeo con una compagnia di comici non identificata. Morì a Napoli nel corso della peste del 1656.
Noto come secondo zanni in coppia col Buonomo, il C. fu uno dei più famosi Pulcinella napoletani e colse i suoi maggiori successi negli intermezzi nei quali usava profondere le sue notevoli risorse di una comicità elementare ma efficace.
Bibl.: A. Perrucci, Dell'arte rappresentativa premeditata ed all'improvviso…, Napoli 1699, pp. 293, 295, 333; F. Bartoli, Notizie istoriche de' comici italiani, I, Padova 1782, pp. 143-144; L. Rasi, Icomici italiani, II, Firenze 1905, p. 542; B. Croce, Iteatri di Napoli, Bari 1916, pp. 63, 75, 78; A. G. Bragaglia, Pulcinella, Roma 1953, pp. 89-91; U. Prota-Giurleo, I teatri di Napoli nel 600, Napoli 1962, pp. 26 s., 30 ss., 37, 60, 72, 75, 93, 181; Encicl. dello Spett., II, col. 1493.