BOSCOLI, Andrea
Figlio di Francesco, nacque a Firenze verso il 1560 (la data di nascita 1553 compare la prima volta in F. Moucke, Museo fiorentino, I, Firenze 1752, p. 241, ma non trova conferma in fonti più antiche). Fu scolaro di Santi di Tito, probabilmente nell'ottavo decennio del sec. XVI. Fu forse nei primi anni del decennio successivo che il B. si recò a Roma per un breve viaggio d'istruzione (ricordato dal Van Mander e dal Baldinucci), durante il quale fece soprattutto disegni dall'antico e dai fregi di Polidoro da Caravaggio (conservati agli Uffizi e al Museo Horne a Firenze e al Gabinetto Nazionale delle Stampe a Roma). La data 1582 è segnata su un disegno ora allo Schlossmuseum di Weimar, raffigurante un Baccanale, che, come uno analogo agli Uffizi, fu eseguito dal B. per essere inciso su una sottocoppa d'argento. Il 1º marzo 1584 il B. pagava la tassa d'entrata all'Accademia del Disegno di Firenze, per la quale l'anno precedente aveva eseguito un quadro, ora perduto.
Non si conoscono sue opere pittoriche di questi anni, ma solo i disegni sopra citati e altri, in varie collezioni, riferibili allo stesso periodo: vi si nota una grande vivacità culturale e una personale maniera "piazzosa", fortemente chiaroscurata nei disegni a matita e spiritosamente lumeggiata d'acquerello nei disegni a penna, che si rifà agli esempi del primo '500 (il Pontormo, il Rosso, Andrea del Sarto, Polidoro da Caravaggio e Perin del Vaga) e a quelli coevi (Santi di Tito, il Baroccio, gli Zuccari e certi Olandesi e Fiamminghi), senza impacci di presupposti accademici.
Del 1587 è, secondo il Baldinucci, l'affresco col Martirio di s. Bartolommeo nel chiostrino di S. Pier Maggiore a Firenze, che insieme con echi del viaggio romano mostra di aderire con note vivacemente personali alla cultura "riformata" di Santi di Tito. Nel 1589 il B. lavora a Firenze per gli apparati in onore delle nozze di Cristina di Lorena e a Siena per quelli dell'ingresso di Ascanio Piccolomini, tutti perduti (cfr. S. Cavallino e R. Gualterotti). Nel medesimo anno comincia a tenere un "libro di debitori e creditori" (Firenze, Bibl. Riccardiana, fondo Bigazzi, n. 169, pubbl. integr. da D. Heikamp), che è di grande utilità per notizie e date delle sue opere fiorentine. In questi anni sono collocabili le Nozze di Cana, firmate, degli Uffizi e un Trionfo di Mardocheo al County Museum di Los Angeles, che interpretano con spregiudicatezza gli intenti veneteggianti e narrativi e i residui manieristici della cultura contemporanea. Lo stesso accade in opere chiesastiche, percorse da una sincera devozione controriformistica e da acute percezioni sul naturale (che troveranno il loro apice nel S. Francesco del Museo di Pisa): nel 1593 esegue al Carmine di Pisa un'Annunciazione, firmata e datata, e nel '94 affreschi nella chiesetta di S. Matteo, in gran parte distrutti; del 1596 è il Miracolo di s. Nicola in S. Lorenzo alle Rose (Firenze) e forse dello stesso anno è la Visitazione in S. Ambrogio di Firenze. Nel 1597 il B. esegue alcuni disegni con Storie della Passione, in parte ricavati da composizioni di Perin del Vaga, poi incisi da Pieter De Jode, e nel '98 due disegni a ovali con Storie di san Nicola (Uffizi), forse destinati ai pannelli di un armadio. Un'abbondante produzione disegnativa accompagna infatti l'attività pittorica del B.: notevoli sono le sue copie, rapidamente schizzate a matita e penna, da dipinti di artisti contemporanei, a Firenze e altrove, che testimoniano i suoi molti viaggi e la sua viva curiosità culturale. Nel 1599 sono databili un quadretto con S.Giovanni che resuscita Drusiana (PhiladelphiaMuseum, coll. Johnson), ricco di belle notazioni luminose e naturali, e la pala con la Predica del Battista nella chiesa del Santo a Rimini.
Nei primi mesi del 1600 è collocabile il soggiorno del B. nelle Marche, dove lavorò per sei anni, arricchendo la propria maniera di motivi luminosi più intensi, con maggiore larghezza compositiva. Non è da escludere in questo periodo anche un altro suo viaggio a Roma. Del 1600 sono due pale a pendant nel monastero di S. Luca a Fabriano (Annunciazione e Madonna e santi), piene di verità e di devozione, gli affreschi nel brefotrofio, indulgenti un po' alla maniera baroccesca locale, e la Natività, firmata e datata, nella pinacoteca. Sempre nel 1600 il B. esegue a Macerata alcuni apparati per il passaggio di Margherita di Parma, perduti (cfr. A. Canzio), e la Madonna e santi nel duomo, mentre un poco più tardi deve porsi la sua attività a Fermo: la Circoncisione, in cattive condizioni ma tuttora conservata, nel duomo e affreschi con Storie della Vergine in S. Maria Piccinina, scialbati (esistono i probabili, vivacissimi studi preparatori nel Gabinetto Naz. delle Stampe di Roma). Nell'abside della chiesetta della Misericordia a Sant'Elpidio a Mare eseguì nel 1603 la decorazione a fresco i laterali con le Nozze della Vergine e la Natività e la pala d'altare con la Vergine della Misericordia, in qualche rapporto col neomanierismo fiammeggiante e chiaroscurato del Lilio. La Madonna della cintola della pinacoteca di Macerata, datata 1604, ha una felicità cromatica e un ampio impianto, forse per suggestione dell'opera dei Carracci, che ritorna anche nell'Assunta e santi della chiesa di S. Francesco a San Ginesio.
Nel febbraio 1606 il B. risulta tornato a Firenze: in questo anno si possono ritenere eseguiti vari disegni e il S. Sebastiano degli Uffizi. La morte è da porsi tra il 12 febbraio e il 24 marzo 1607 (Forlani, 1963, p. 127 nota 58).
II B., che secondo il Baldinucci fu anche poeta, non lasciò scolari noti, ma la fresca fantasia della sua opera grafica fu soprattutto importante per alcuni artisti secenteschi, come il Callot e Giovanni da San Giovanni.
Fonti e Bibl.: Bibl. completa al 1960, catal. delle opere, regesto cronol. in A. Forlani, A. B., in Proporzioni, IV (1963), pp. 85-176; ma vedi anche D. Heikamp, Il "Libro di debitori e creditori"…, ibid., pp. 177-208, e la bibl. in U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, p. 393. Si veda inoltre: S. Cavallino, Raccolta di tutte le solennissime feste nel sponsalizio della ser. granduchessa di Toscana, Roma 1589; R. Gualterotti, Descrizione del regale apparato per le nozze della ser. Madama Cristina di Lorena, Firenze 1589; A. Canzio, Relazione di quanto è stato fatto in Macerata nel felicissimo passaggio della ser. Mad. Margherita duchessa di Parma..., Macerata 1600; K. van Mander, Het Schilderboeck, Amsterdam 1604, c. 119; F. Baldinucci, Notizie dei professori del disegno [1688], Milano 1811, VIII, pp. 372-381; C. F. Bell, Drawings by the old masters in the Library of Christ Church..., Oxford 1914, ad Indicem;H. Voss, Die Malerei der Spätrenaissance in Rom und Florenz, II, Berlin 1920, pp. 376 ss.; Id., Zeichnungen der ital. Spätrenaissance, München 1928, p. 34; A. Stix-L. Fröhlich Bum, Die Zeichnungen der toskanischen... Schulen (collez. Albertina), Wien 1932, ad Indicem;A. Venturi, Storia dell'arte ital., IX, 7, Milano 1934, pp. 726-750; A. E. Popham, Cat. of drawings now in the poss. T. Fitzroy Phillipps Fenwick,Thirlestaine H.,Cheltenham, [London] 1935, pp. 33 s.; Invent. degli oggetti d'arte d'Italia, VIII, Province di Ancona e Ascoli Piceno, Roma 1936, ad Ind.; Mostra del '500 toscano (catal.), Firenze 1940, pp. 106, 121, 166, 176 s. (rec. di L. Becherucci, in Le Arti, II [1939-40], p. 365); W. e E. Paatz, Die Kirchen von Florenz, I, Frankfurt a. M. 1940, pp. 31, 124, 132, 217, 242; II, ibid. 1941, pp. 73, 333; III, ibid. 1952, pp. 397, 411, 418, 518 n. 294, 754; IV, ibid. 1952, p. 679; A. E. Popham-J. Wilde, The Ital. drawings of the XV and XVI cent. at Windsor Castle, London 1949, pp. 200 s.; F. Antal, A drawing attributed to B., in The Burlington Magazine, CXV (1953), p. 281; K. T. Parker, Catalogue of the Collection of drawings in the Ashmolean Museum, II, Oxford 1956, ad Indicem;A. Emiliani, A. Lilli, in Arte antica e moderna, 1958, pp. 68-78, passim;A. Forlani, Mostra di disegni di A. B. (catalogo), Firenze 1959; [A. Seilern], Italian paintings and drawings at 56 Princes Gate..., London 1959, p. 52; G. Scavizzi, Gli affreschi della Scala Santa..., in. Boll. d'arte, XLV (1960), pp. 116 s.; id., Su alcuni disegni delle racc. napoletane,ibid., XLVII (1962), pp. 75 s.; E. van Schaack, Master drawings in private collections, New York 1962, p. 78; D. Ternois, L'art de J. Callot, Paris 1962, pp. 65 s.; A. Forlani, I disegni italiani del '500, Venezia 1962, pp. 264 s.; L. Collobi Ragghianti, Disegni della Fondazione Horne, Firenze 1963, p. 13; J. Cox-Rearick, The drawings of Pontormo, Cambridge, Mass. 1964, pp. 13 s.; R. Bacou, Le XVIe siècle européen. Peintures et dessins dans les collections publiques françaises (catal.), Paris 1965-66, pp. 37, 38; A. Forlani, Disegni italiani della collezione Santarelli (catal.), Firenze 1966-67, p. 59; K. Andrews, National Gallery of Scotland. Catalogue of Italian drawings, Cambridge 1968, pp. 22, 23; E. Knab, Jacques Callot und sein Kreis (catal.), Wien 1968-69, pp. 224 s.; A. M. Petrioli Tofani, Feste e apparati medicei da Cosimo I a Cosimo II, Firenze 1969, n. 38.