BONETTI, Andrea
Pavese di origine e forse anche di nascita, null'altro si sa di lui, se non che stampò in Venezia, tra il 15 marzo 1483 e il 17 ottobre 1486, una quindicina di edizioni, sistematicamente firmandosi "Andreas de Bonetis" o "de Bonettis de Papia". L'ipotesi avanzata dagli autori del Catalogue of books printed in XVthcent. … in the British Museum circa una probabile equivalenza della forma "De Bonetis" con "De Benedictis" sembra destituita di fondamento. Una variante moderna del nome potrebbe invece essere Bonetta, casato tuttora esistente nella bassa Lombardia.
La costante completezza di sottoscrizione farebbe escludere la possibilità di attribuire alla sua officina non solo il De regulisiuris di Dino da Mugello del 10 giugno 1484, ma anche il Fior divirtù e il Tractatus maleficiorum di Angelo Gambiglioni, apparsi in Venezia il 6 maggio e il 15 settembre dello stesso anno e firmati semplicemente "Andrea da Pavia". Tuttavia, poiché è comune convinzione degli studiosi che il tipografo di queste opere non possa identificarsi che con il B. o con Andrea di Calabria, che era solito firmarsi "Andreas Calabrensis de Papia" o anche "Andreas Papiensis cognomento Calabrensis" o "dictus de Calabria", si continuò ad assegnare solo al primo tutte le edizioni, anche se un più attento esame dei caratteri, operato sul De regulis iuris, si è dimostrato più favorevole alla tesi opposta e la forma breve di sottoscrizione più peculiare al Calabrese. Per ragioni tipografiche è stata invece assegnata al B. (e in questo modo si anticiperebbe di qualche mese l'inizio della sua attività veneziana) l'Apologia pro Georgio Merula di Paolo Romoli del 14 dic. 1482.
Come e perché nell'ottobre 1486 la produzione, già bene avviata, anche se non abbondante, cessi, non è dato sapere per la mancanza di documentazione. Le ipotesi avanzate circa la continuità dell'esercizio tipografico da parte del B. fino al dicembre dell'anno successivo sono destituite di fondamento, perché le due opere Bulla excommunicationis di Innocenzo VIII e De honestavoluptate del Platina, uscite nel 1487 senza nome di stampatore e in un primo tempo a lui attribuite, sono oggi assegnate a Bartolomeo de' Zani e a Girolamo de Sanctis.
La produzione del B. è caratterizzata dalla prevalenza di opere giuridiche (Institutiones di Giustiniano, Decretales di Bonifacio VIII, Practica iudicalis del De Ferrariis, De servitutibus del Cepolla) e di edificazione religiosa (Fioretti di S. Francesco,Arbor vitae crucifixaeIesu di Ubertino da Casale, Opuscula di s. Agostino), ma non mancano neanche manuali di grandissima diffusione come il Manipulus curatorum di Guido de Montrocher, la Summa artisnotariae di Rolandino e il Vocabularium Papiae. Se si escludono l'Arbor di Ubertino e l'Apologia dei Romoli, tutte le altre pubblicazioni erano già state più volte edite da altri tipografi, il che mostra i limiti dell'attività del B., che per altro poteva disporre persino di caratteri greci. Il B. non ebbe invece marche tipografiche proprie: quelle che si incontrano in alcune edizioni, tutte del 1484, e talvolta solo su parte di esse (Opuscula di s. Agostino), appartengono a committenti non identificabili dalla semplice indicazione degli emblemi: cerchio sormontato da doppia croce, bianco su fondo di colore, in tutto simile a quelle usate da Giovanni da Colonia, Nicola Jenson e soci (P. Kristeller, Die italienischenBuchdrucker- und Verlegerzeichen, Strassburg 1893, p. XIV e nn. 202, 238, 239).
Bibl.: La più completa raccolta di edizioni firmate dal B. si trova al British Museum di Londra. Alla loro descrizione sono dedicate le pp. 359-363 del vol. V del Catalogue of books printedin theXVth centurynow in the British Museum, London 1924. Altre due edizioni sono descritte nel Gesamtkatalog der Wiegendrucke, VII, Leipzig 1938, n. 7613, e in M. Pellechet, Catalogue général des incunables desBibliothèques publiques de France, III, Paris 1909, n. 4812. L'IndiceGenerale degliIncunaboli dellebiblioteche d'Italia, I-IV, Roma 1943-1965, registra le edizioni del B. ai nn. 1015, 1978, 2346, 2697, 3034, 3833, 4059, 4577, 5509, 7205, 7246, 8015, 8437. Ad esse aggiunge anche i nn. 3439, 3940, 4161, relativi alle tre opere del 1484 attribuibili al Calabrese. Identica attribuzione propongono il Gesamtkatalog derWiegendrucke per la parte finora pubblicata, e K. Burger, The Printers andpublishers of theXV century, London 1902, che dal canto suo aggiunge altre opere sicuramente non del Bonetti.