BOLZONI (Bolsoni), Andrea
Nacque a Ferrara nel marzo 1689. Rimasto privo del padre in giovane età, si iniziò al lavoro di incisore sotto la guida dello zio Francesco. Seguì i corsi di disegno dell'accademia, e gli insegnamenti del pittore Giacomo Parolini. Morto lo zio (1728), viaggiò, per approfondire la conoscenza della sua arte, nelle Marche, in Toscana, Umbria e fu anche a Roma (1737).
La sua vasta opera di incisore ha carattere più riproduttivo e divulgativo che di invenzione; tuttavia sono tecnicamente pregevoli alcune incisioni a maniera nera, e altre a bulino con taglio parallelo senza intersecazioni. Una copiosa raccolta di fogli (circa 300) è conservata riunita in volume nella Biblioteca Civica di Ferrara.
L'incisione più nota è la grande pianta in alzato della Città diFerrara, in 6 rami, del 1747 (ill. in Encicl. Ital., XV, p. 47) Numerose sono le incisioni di ritratti, fra le quali degne di nota quelle in-folio: T. Ruffò,cardinale di Ferrara (1712); G. Lanzoni,medico (1716); Scipio Giraldi Sacrati,giurista (1719); A. BeatriceManfredi,cappuccina (1729); Ferrante Borsetti,letterato (1751, da G. A. Ghedini); Giacomo Sanvitali,gesuita (1754). Raro è il ritratto a punta secca di Carlo III Re di Spagna, una delle sue ultime opere.
Il B. incise anche importanti opere cartografiche, come la carta degli Stati del serenissimo signor duca diModena in Italia... di Domenico Vandelli (1746).
Molte incisioni sono datate e consentono di seguire esattamente il progressivo svolgersi dell'attività incisoria del B.; alcune, riproducenti dipinti ferraresi, recano anche la data di esecuzione dei quadri riprodotti, offrendo così preziosa documentazione sulla pittura ferrarese contemporanea anche per opere distrutte o disperse (per es. la Erodiade di Carlo Bononi, già nella chiesa di S. Benedetto distrutta nel 1944).
Il B. eseguì anche conî per la zecca di Ferrara; nel 1728 si recò a Modena per studiare la tecnica ivi in uso; nel 1737 fu, per breve tempo, alla zecca di Mantova. La zecca di Ferrara, in quei tempi, lavorava solo saltuariamente, con speciali permessi concessi di volta in volta, battendo esemplari correnti delle monete pontificie. L'opera del B. in questo campo si svolse così limitatamente al semplice intaglio di stampi di uso comune.
Morì a Ferrara il 19 ott. 1760.
Dello zio Francesco non si hanno notizie biografiche: in un locale presso il palazzo del Comune, a Ferrara, era la sua stamperia, dove incideva anche in rame e in legno. Sua prima opera datata è un ritratto di Clemente X, xilografia in quarto del 1670. Tra le altre opere si ricordano: Pianta della Certosa diFerrara (1685); Corografia dei territori della Mirandola,di Mantova e Guastalla per l'inondazione 1705-06 (anche attribuita ad Andrea, ma, per ragioni di data, da restituire a Francesco); Topografia dello Stato di Ferrara (1709). Il ritratto di Andrea Ferreri, che si trova in G. P. Zanotti, Storia dell'AccademiaClementina, Bologna 1739, II, p. 135, è talvolta citato come di Francesco, ma per ragioni di data è da ritenere di Andrea. Morì a Ferrara nel 1728.
Bibl.: G. Baruffaldi, Vite de' pittori e scultori ferraresi [1702-1753], II, Ferrara 1846, pp. 372-377 (p. 372 s. per Francesco); G. Gori Gandellini, Notizie istoriche degli intagliatori, I, Siena 1771, p. 148; C. Cittadella, Catalogo istorico de' pittori e scultoriferraresi, Ferrara 1782, IV, pp. 273, 295-304 (p. 296 per Franc.); K. H. Heinecken, Dict. des artistesdont nous avons des estampes, III, Leipzig 1789, pp. 126, 165; L. Ughi, Diz. stor. degli uominiill. ferraresi, Ferrara 1804, p. 70; P. Zani, Encicl. metodica... delle Belle arti, 1, 4, Parma 1820, p. 156 (p. 157 per Francesco); Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, I, Paris 1854, p. 437; L. N. Cittadella, Istruzioni al pittor cristiano, Ferrara 1854, p. 317; G. Campori, Gli artisti negli Stati Estensi, Modena 1855, p. 85; L. N. Cittadella, Notizie ...relative a Ferrara, Ferrara 1868, I, pp. 221, 442, 672, 680; G. K. Nagler, Neuesallg.Künstler-Lexikon, II, Linz 1904, p. 60; Ritratti italiani dellaraccolta Cicognara-Morbio, Roma s.a. (ma circa 1910), pp. 15, 16, 23, 31, 81, 99, 115, 123, 134, 179, 181 (p. 52 per Francesco); G. Bargellesi, Notizie di opere d'arte ferrarese, Rovigo 1955, pp. 134 s., fig. 42 b; F. Bonasera, Una veduta di Fermo conservata nellabiblioteca "Ariostea" di Ferrara, in Studia picena, XXX (1962), p. 71; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, IV, p. 258 (anche per Francesco).