BIANCO, Andrea
Uomo di mare e cartografo veneziano del sec. XV. Sono scarsissime le notizie biografiche, consistenti quasi esclusivamente in alcuni documenti conservati nell'Archivio di Stato di Venezia ed in attestazioni registrate dal B. stesso nei suoi lavori cartografici. Nel fondo Collegio, Notatorio, dell'Archivio dei Frari il nome del B. appare dieci volte fra il 1437 ed il 1451: egli risulta, infatti, iscritto alla prova per "ammiraglio" nelle galee della Tana (1437), alla prova per "ammiraglio" e "uomo di consiglio" nelle galee di Fiandra (1438), di Beirut e di Alessandria (1440), di Fiandra (1443), di Romania (1445), di Fiandra (1446), di Barberia (1447), ancora di Fiandra (1449, 1450, 1451). Un atlante del B., conservato nella Biblioteca di S. Marco a Venezia, porta la leggenda: "Andreas. Biancho. deveneciis. me fecit M. CCCC.XXX.VI". La carta nautica posseduta dalla Biblioteca Ambrosiana a Milano avverte che "Andrea. Biancho. venician. comito. degalia. mifexe - a londra. M.CCCC.XXXX.VIII". Il B. collaborò anche con il camaldolese fra' Mauro per il celebre mappamondo posseduto dalla Biblioteca di S. Marco a Venezia, poiché nel registro d'entrata e d'uscita del monastero di S. Michele a Murano, dove appunto lavorò fra' Mauro, si legge in data 10 marzo 1459 di una certa somma dovuta a "Sier Andrea Biancho... per suo premio del lavorier lui fece al dicto mapamundi". Fino ad ora non sono conosciute altre notizie relative al B., oltre a quelle citate, che lo mostrano attivo nel Mediterraneo e lungo le coste atlantiche d'Europa.
L'atlante del B. del 1436, assicurato alla Biblioteca Nazionale Marciana dal lascito di Giacomo Contarini del 1713, porta la segnatura Ms. It. fondo antico 76 (4783); membranaceo, consta di dieci tavole, misuranti approssimativamente cm. 25,8 in altezza e cm. 37,5-38 in larghezza. Presenta riuniti in un'unica opera i vari elementi, ancora caratteristici della cartografia del tempo: carte nautiche con un compendio delle operazioni trigonometriche, la cui conoscenza era necessaria ad un uomo di mare per pilotare, un abbozzo di carta che pare voler anticipare quelle corografiche, un mappamondo di tipo nettamente medievale, un mappamondo tolemaico.
La prima carta presenta "lo amaistramento de navegar per la raxon de marteloio..."; il metodo, secondo il quale vengono tracciate sulle carte nautiche le rose dei venti; un riportatore sulle carte degli angoli di rotta; una rosa dei venti. Le carte dalla seconda alla sesta raffigurano secondo lo schema delle carte nautiche il mar Nero, il Mediterraneo orientale con l'arcipelago e le terre che si affacciano su quel mare in Europa, Asia, Africa; il Mediterraneo centrale con il "colfo de vegnexia", l'Italia e le terre a nord di essa fino alle "alpis alemanie", il "mar de lion", le Baleari, le coste iberiche orientali, l'Africa nord-occidentale; le coste della penisola iberica, dell'Africa nord-occidentale e le isole atlantiche fino alla "antillia", delineata per la prima volta dal genovese Batista Beccario nel 1435 e per la seconda volta nella carta del B. ora considerata; le coste della Francia e le isole britanniche ("Inghellttera", "Schocia", "Iruanda"). La settima carta raffigura l'Europa settentrionale con reticolato nautico, ma con la delineazione anche dell'Europa centro-orientale, arricchita da numerosissime leggende in scorrettissimo latino. L'ottava tavola rappresenta l'area del portolano normale, in scala ridotta rispetto alle cinque carte precedenti e senza l'"Antillia". Le isole britanniche sono delineate con una forma più arcaica di quella che si presenta nella tavola sesta. La nona carta è un planisfero di tipo medioevale tradizionale, fantastico. Abbastanza buona è la raffigurazione del Mediterraneo, ma per il resto presenta gli errori caratteristici dei mappamondi medievali, sia per la forma, sia per la collocazione dei toponimi, sia per l'abbondanza delle leggende fantastiche delle quali si dilettarono gli studiosi da Solino in poi. La decima ed ultima tavola è un mappamondo completamente tolemaico, quale si trova in numerosi codici della Geografia di Tolomeo e che la stampa doveva render comune a partire dal 1477.
La carta nautica del B. del 1448, posseduta dalla Biblioteca Ambrosiana a Milano (segnatura F. 260 inf.), è in ottimo stato di conservazione e misura in larghezza da un massimo (al collo della pergamena) di mm. 850 ad un minimo di mm. 775 ed in altezza da mm. 630 a mm. 515. Raffigura le terre che si affacciano sull'Atlantico dalla Frisia in Europa ai capi "verde" e "roso" in Africa e le isole dell'Oceano; non figura però l'"Antillia". È carta di grandissimo interesse per la storia delle scoperte portoghesi lungo le coste dell'Africa fino al 1445, l'anno in cui Nuño Tristram raggiunse le terre dei Negri. Forse il B. andando a Londra avrà avuto modo di raccogliere in Portogallo le notizie delle nuove scoperte e volle fissarle immediatamente sulla carta. Il codice dell'Ambrosiana contiene anche una seconda carta nautica anonima, che però non si può attribuire al Bianco.
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