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BENTIVOGLIO, Andrea

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 8 (1966)
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BENTIVOGLIO, Andrea


Figlio di Antonio di Albertinello (che non va scambiato con quell'Antonio o Toniolo Bentivoglio dal quale discendevano Salvuzzo e Giovanni I, signore di Bologna), il B. nacque a Bologna nella prima metà del sec. XIV, dato che nel 1347 fu ascritto al notariato. Non si hanno di lui molte notizie biografiche: fu, dal 3 al 29 sett. 1351, notaio degli Anziani e Consoli e partecipò nel 1354, a quel che pare, insieme con altri membri della sua famiglia, alla fallita rivolta contro il nuovo signore di Bologna, Giovanni d'Oleggio, in seguito alla quale fu costretto a lasciare la città.

Secondo il Litta, avrebbe passato gli anni dell'esilio al servizio del papa Innocenzo VI, che nel 1359 lo avrebbe nominato "governatore" di Ascoli, finché l'8 apr. 1360, dopo la caduta della signoria dell'Oleggio, poté rientrare in Bologna. Tuttavia la notizia del suo vicariato ascolano pare in contrasto con una clausola dei patti conclusi nel 1356 tra il cardinale Albornoz e il Comune di Ascoli, che impediva al legato di nominare vicari originari della Romagna o della Marche (cfr. Codex diplomaticus dominii temporalis S. Sedis, a C. di A. Theiner, II, Romae 1862, p. 324).

Nel 1376 il B. ebbe una parte di rilievo nella rivolta dei Bolognesi contro il dominio pontificio, preparata da un suo lontano parente, Salvuzzo Bentivoglio, sulla base di un accordo tra le due avverse fazioni degli Scacchesi, ai quali appartenevano i Bentivoglio, e dei Maltraversi. Dopo la cacciata del cardinal legato Guglielmo di Noellet il 19 marzo 1376 egli fu eletto nel consiglio dei Sapienti e capeggiò, insieme con Salvuzzo, la fazione dei Raspanti, nata dalla scissione della fazione scacchese stessa, succeduta all'esilio dei Maltraversi. La sconfitta dei Raspanti il 20 marzo 1377 riportò il B. di nuovo in esilio, dal quale poté tornare in patria solo nel 1388.

Nell'ultimo decennio del secolo, che vide il lento affermarsi, attraverso aspre lotte di fazioni, della potenza della famiglia Bentivoglio, il B. riprese la sua influenza nella vita cittadina: nel 1392 fu eletto gonfaloniere di giustizia e l'anno seguente "correttore" del Collegio dei notai. Quest'elezione, che lo mise alla testa della potente Arte dei notai, non mancò di suscitare l'opposizione della fazione degli Zambeccari, che tuttavia non riuscì ad impedirla.

Il B. partecipò, insieme col figlio Bente, con Giovanni Bentivoglio e con Nanne Gozzadini, al colpo di stato del 10 marzo 1399, diretto ad abbattere la signoria di Carlo Zambeccari e a sostituirla con quella dei Bentivoglio. Il fallimento dell'impresa provocò il consueto bando dei congiurati: il B. fu confinato a Carpi. Là morte dello Zambeccari, sopravvenuta il 13 ott. 1399, gli permise di tornare in patria già alla fine dell'anno, ma non si sa quale parte ebbe negli avvenimenti che il 14 marzo 1401 portarono all'instaurazione della signoria di Giovanni Bentivoglio. La circostanza che egli fu armato cavaliere da Giovanni ed eletto subito dopo a far parte del Collegio dei XVI Riformatori, istituito, a quel che pare, per garantire ai maggiorenti bolognesi un certo controllo sul nuovo signore, indica che egli non si era ancora ritirato dalla vita pubblica. Quale fosse la sua posizione nel conseguente conflitto tra suo figlio Bente e Giovanni Bentivoglio non è però noto. Molto probabilmente l'età ormai avanzata dovette impedirgli di prendere parte attiva agli avvenimenti.

Il 9 nov. 1403 il B. fece testamento. La data della sua morte non è nota.

Fonti e Bibl.: Matthaei de Griffonibus Memoriale historicum de rebus Bononiensium, in Rer. Ital. Script., 2 ediz., XVIII, 2, a c. di L. Frati e A. Sorbelli, ad Indicem; Corpus chronicorum Bononiensium, ibid., XVIII, 1, vol. III, a c. di A. Sorbelli, ad Indicem; Cronica gestorum acfactorum memorabilium civitatis Bononie edita a fr. Hyeronimo de Bursellis..., ibid., XXIII, 2, a c. di A. Sorbelli, ad Indicem; Riformagionie provvigioni del Com. di Bologna dal 1248al 1400 (Ministero dell'Interno, pubblicazioni dell'Archivio di Stato, 48), Roma 1961, p. 227; C. Ghirardacci, Della historia di Bologna, II, Bologna 1657, pp. 352 s., 425 s., 469, 500, 510, 520, 522; F.Bosdari, Il comune di Bologna alla fine del sec. XIV, in Atti e mem. della R. Deputaz. di storia patria per le provincie di Romagna, s.4, IV (1914), pp. 162, 168; Id., Giovanni I Bentivoglio, signore di Bologna (1401-2), ibid., s. 4. V (1915), pp. 202, 210, 213; P. Litta, Famiglie celebri ital., Bentivoglio, tav. I.

Vedi anche
Gozzadini ‹-zz-›. - Famiglia bolognese di umili origini, ma postasi ben presto in luce, dal sec. 12º, da un lato per la sua attività commerciale e bancaria, dall'altro per i suoi giureconsulti tra cui soprattutto Battisia (o Bitisia; Bologna 1209 - ivi 1261). In politica fu sempre di parte popolare, guelfa cioè, ... vicario foraneo Il parroco preposto a uno dei distretti ( vicariati foraneo, vicario), comprendenti più parrocchie, in cui si può dividere una diocesi; ha un diritto di vigilanza sulle parrocchie a lui sottoposte e sui loro sacerdoti. governatore Alto funzionario che governa un territorio in nome dell’autorità politica che lo ha nominato. Storicamente è designazione di un ufficio ben determinato, con mansioni varie secondo i tempi e i luoghi, cui sono attribuiti spesso, oltre ai poteri politici e amministrativi, anche quelli militari. ● In particolare ... Romagna Regione storica dell’Italia settentrionale che nel tempo ha avuto limiti diversi in conseguenza delle particolari vicende politiche a cui è andata soggetta. Attualmente ha come confini: a N l’alveo del fiume Reno, da Bastia (ove confluisce il torrente Sillaro) al Mare Adriatico; a NO il Sillaro fino ...
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