BAURA, Andrea
Frate agostiniano, presente al capitolo generale dell'Ordine tenuto a Venezia nel 1519, cominciò a far parlare di sé dopo una serie di prediche tenute a Venezia nel 1520, nelle quali alcune fonti affermano che diffondesse dottrine luterane, specialmente dopo un infiammato sermone tenuto il giorno di Natale dal poggiuolo di palazzo Loredan, nel quale aveva violentemente attaccato il pontefice e la corte romana. La sua propensione per Lutero è attestata dal Sanuto, che forse riecheggia preoccupazioni per la diffusione in Venezia di scritti e dottrine eterodosse.
Nel gennaio dell'anno successivo papa Leone X protestò con l'oratore veneto a Roma e chiese che non si consentisse al B. la stampa d'una sua opera; l'oratore consigliò l'arresto del frate, mentre una richiesta in tal senso venne avanzata dal nunzio pontificio Altobello Averoldi. A metà gennaio 1521 il B. però lasciò la città rifugiandosi a Ferrara, sua città natale, sotto la compiacente protezione di Alfonso d'Este, il quale, ben guardandosi dal dar fastidio al frate, dopo reiterate richieste di consegna da parte del papa, consentì che egli si rifugiasse poco fuori Ferrara in casa Trotti, inasprendo anche per questo verso le sue relazioni già poco cordiali con la S. Sede per le numerose controversie tra Roma e gli Estensi.
Un improvviso cambiamento dell'atteggiamento delle autorità romane si ebbe nei confronti del B. nel marzo dello stesso anno, allorché un breve pontificio gli consentì di riprendere la predicazione che prima gli era stata vietata.
Sembra portare un qualche chiarimento a tutta la vicenda del B. la sua lettera dedicatoria al cardinale Marco Cornaro, in data 8 nov. 1521, che appare premessa all'edizione della sua Apostolicae potestatis contra Martinum Lutherium defensio, uscita a Ferrara nello stesso anno.
In essa il B. accenna alla propria predicazione contro i vizi del mondo e all'inesatta interpretazione che se ne sarebbe data come di campagna antiromana e antipapale. Il pontefice, venutone a conoscenza, non avrebbe sufficientemente indagato e avrebbe perciò cercato di colpirlo: egli allora si sarebbe ritirato in solitudine per dedicarsi alla composizione appunto della Defensio, proprio per purgarsi delle accuse d'eresia e per mostrare che la potestà pontificia era de iure divino. Sempre male informato, Leone X avrebbe però impedito, per un certo tempo, la pubblicazione dell'opera. Il B. conclude pregando il cardinal Cornaro di far presente al pontefice che egli sarebbe stato difensore della Chiesa e del papato, anche se, fino alla morte, si fosse dedicato a flagellare gli abusi e la corruzione dei religiosi.
Non si hanno elementi probanti per decidere se veramente le cose siano andate così, ma, a parte l'ipotesi che davvero, nel diffuso timore per la penetrazione dell'eresia nell'Italia settentrionale, il B. possa essere stato affrettatamente scambiato per luterano, resta sempre possibile pensare a un suo repentino ravvedimento.
La Defensio (che ebbe due edizioni: Ferrara 1521 e Mirano 1523) va, comunque, inquadrata nella ripresa della teologia polemica con carattere prammatico antiluterano verificatasi in Italia dopo il 1517; e il fatto d'essere l'unica opera a stampa del B. lo fa comunemente catalogare nei dizionari e nei repertori soltanto come campione dell'ortodossia cattolica nei primi anni della Riforma.
Il Perini attribuisce al B. l'Opera spirituale del P. Andrea ferrarese, dedicata a Lucrezia Borgia (in Bibl. Estense, Ferrara, Cod. VII A. 24).
Il B. è attestato in vita sino al 1523. Non va confuso con l'omonimo confratello, procuratore generale dell'Ordine nel 1455.
Bibl.: M. Sanuto, Diari, XXIX, Venezia 1890, coll. 492, 552, 561, 609, 614 s.; XXX, ibid. 1891, coll. 53, 54; G. Lami, Catalogus codd. manuscriptorum qui in bibliotheca Riccardiana adservantur, Liburni 1756, p. 64; J. F. Ossinger, Bibliotheca Augustiniana, Ingolstadt 1768, p. 109; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 1, Brescia 1758, p. 562; F. Lampertico, Ricordi storici di palazzo Loredan, in Nuovo arch. veneto, V (1893), pp. 225-285; P. Balan, Storia d'Italia, VI, Modena 1896, pp. 48 ss., 155 ss.; L. v. Pastor, Storia dei papi, IV, 1, Roma 1926, p. 311; D. A. Perini, Bibliographia Augustiniana, Firenze 1929, I, p. 101; II, p. 55.