BAROZZI, Andrea
Figlio primogenito di lacopo I, gli successe, dopo il 1245, nel dominio di Santorino e di Terasia. I suoi possessi in Oriente furono accresciuti, nel 1252, colla concessione, da parte della Repubblica veneta, di due feudi di cavaliere nell'isola di Creta. Come gli altri componenti della sua famiglia, a differenza di altri signori veneti dell'egeo, non assunse un atteggiamento di indipendenza nei confronti della madrepatria, ma ne fu fedele servitore, ricoprendo anche elevate cariche pubbliche. Nel 1258-1259 fu bailo di Negroponte, quando, ardeva la lotta tra i feudatari dell'isola e il loro signore, Guglielmo II di Acaia. Venezia si era schierata dalla parte dei primi, ma le operazioni militari erano state sino ad allora favorevoli a Guglielmo- Il B. risollevò le sorti della guerra, conseguendo una schiacciante vittoria presso Calcide e tentando, sia pure inutilmente, di assediare Oreos. Contemporaneamente otteneva un successo anche nel campo diplomatico, rinnovando il trattato di alleanza stipulato nel 1256 tra Venezia ed i feudatari dell'eubea, ed introducendovi delle nuove clausole, favorevoli a Venezia.
Nel 1263 fu posto al comando di una flotta di quarantasette gale& per combattere i Genovesi nel Mediterraneo orientale. Giunto in Sicilia, ingannato da false informazioni, si diresse in Siria, credendo di trovarvi la flotta genovese. In questo modo la carovana veneziana rimase indifesa e l'anuniraglio genovese Simone Grillo, che con sedici galee si era nascosto in un porto siciliano, l'assali profittando dell'assenza del Barozzi. Questi, giunto a Tiro, catturò una nave genovese carica di cotone; ma, fallito un attacco alla città, il cui signore era alleato con i Genovesi, la flotta veneziana si recò ad Acri, e quindi a Venezia.
Nel corso dell'ottavo decennio del secolo il B. perse il dominio di Santorino e di Terasia, riconquistate dai bizantini.
Lo Hopf, Veneto-Byzantinische Analekten, p. 386, affenna, sulla base della testimonianza di Stefano Magno, Annali, ad a., che la flotta bizantina, sotto il comando del megaduca Licario, occupò le isole appartenenti al B. nel 1269; ma questa data deve essere spostata al 1275 circa (cfr. D. J. Geanakoplos, Emperor Michael Palaeolologus and the West, C.ambridge, Mass., 1959, p. 296); nel 1271, inoltre, una metà dell'isola di Santorino era passata, in seguito ad avvenimenti che ci sono ignoti, sotto il dominio di Giovanni de Manardo (Documenti della colonia veneziana di Creta. I. Imbreviature di Pietro Scardon [1271], a cura di A. Lombardo, Torino 1942, n. 157, p. 60).
L'ultima notizia che abbiamo sul B. rimonta al 1278; è probabile che egli sia morto poco dopo questa data.
Fonti e Bibl.: Martino da Canale, La Chronique des Veneciens,a cura di G. Galvani, Par. 194-200, in Arch. stor. ital., VIII (1845), pp. 502-512; M. Sanuto, Istoria dei regno di Rùnìania, in K. Hopf, Chroniques gréco-romanes, BerlIn 1873 pp. 104 S.; G. L. F. Tafel - G. M. Thomas: Urkunden zur dIteren Handeli- und Staatsgeschichte der Republik Venedig, nn. 322, 331-332, in Fontes Rerum Austriacar Diplomataria et Acta, XIII, Wien 1856, p. 477; XIV, ibid. 1857, pp. 1-12; K. Hopf, Veneto-byzantinische Analekten, in Sitzungsberichte der kaiserlichen Akademie der Wissenschaften zu Wien ,Phil-hist. Klasse, XXXII (1859), pp. 383-386; J. Bll't~y, The Lombards and Venetiafts in Euboia,in The Yournal of Hellenic Studies, VII (1886), pp. 325 n. 2, 326 s.