ANTICO, Andrea (Anticho, Antigo, Antiques, Aiítiquis, Antiquo, Antiquus, De Antiquis)
Nacque a Montona (Istria), nella diocesi di Parenzo, verso la fine del sec. XV (tra il 1470 e il 1480). Fattosi sacerdote, sembra che agli inizi del '500 fosse a Venezia organista, o cantore, in una chiesa. L'A. fu rivale del, più grande stampatore di musica di quei tempi, Ottaviano Petrucci; a lui, deve l'invenzione di un processo di stampa ben diverso dal triplice tiraggio petrucciano.
Nella dedicatoria al papa Leone X del 1516 l'A. qualificherà l'arte sua dicendosi intagliatore "in ligneas tabulas", ossia e incisione in legno", ciò che nessuno aveva mai fatto prima.
Nulla sappiamo di questa sua attività in Venezia, di cui le prime testimonianze datano dal 1509, quando già egli aveva stabilito la sua residenza in Roma. Durante il soggiorno veneziano, l'A. si era dedicato alla composizione frottolistica, della quale il Petrucci, nel periodo che va dal 1504 al 1508, si fece editore in alcune pregevoli raccolte, in cui figurano nomi assai noti: M. Pesenti, B. Tromboncino, M. Cara, F. d'Ana ed altri.
Sulla fine del 1509 l'A. iniziò a Roma, associandosi al miniatore Giovanni Battista Colomba e impiegando il tipografo Marcello Silber, alias Frank, la nuova arte dell'intagliare in legno la musica e pubblicò le Canzoni Nove con alcune scelte de varii libri di canto... (9 ott. 1509), ritenute la prima stampa musicale romana, anche se imitante i tipi e le iniziali del Petrucci. Il 27 genn. 1516 l'A. ottenne dal papa Leone X il permesso "ad decennium" d'imprimere e stampare musica figurata, in folio, già concesso al Petrucci nel 1513. L'avvenimento più saliente della sua attività fu così la pubblicazione, "in magno volumine", il 9 maggio 1516, del Liber quindecim Missarum electarum quae per excellentissimos musicos compositae fuerunt.., a quattro voci, in cui figurano autori di elevata perizia polifonica, Josquin des Prés, A. Brumel, A. de Févin, Pierre de la Rue, J. Mouton, P. Rosselli, ecc. Nel bellissimo frontespizio, l'A. è raffigurato in atto di umiliare al pontefice il volume. Il 27 dic. 1516 l'A. otteneva dal papa un altro privilegio di stampare intavolature d'organo per quindici anni e, sciolta la società con il Colomba, pubblicava il 13 genn. 1517 un'altra complessa opera, Frottole intabulate da sonare organi libro primo, la più antica intavolatura italiana d'organo conosciuta, poiché il Petrucci, pur avendo chiesto nel 1498 alla signoria di Venezia il privilegio di "stampar canto figurato de intabolature d'organo et de liuto", aveva pubblicato, sia nel periodo veneziano (1507-1508-1509) sia in quello fossombronese (1511) solo intavolature di liuto, né si era servito del privilegio ottenuto dal pontefice nel 1513.
Interessante notare come il papa Leone X nel Breve pontificio del 7 dic. 1516 all'A. metta in risalto da un lato il favore papale e dall'altro l'opera valente dell'incisore: "Cum itaque tu primus formis tuis excussas prope diem editurus sis organis intabulaturas, opus tam utile et necessarium omnibus qui co artis genere delectantur, tuni etiam novuni et numquam antea nostra tempestate impressum, accidat autem ut suam quisque artem et professionem magnificat...". Originalissimo è il frontespizio di quest'opera, nel quale è raffigurato un gentiluomo in atto di toccare il cembalo tutto intarsiato, mentre una fanciulla, a lato, gli sostiene il libro aperto, ed è intenta ad ammirare una scimmietta che suona il liuto, malignamente allusiva al Petrucci.
Nell'agosto del 1517 l'A. si associò con un tale Nicolò Giudici e pubblicò l'interessante Canzoni, sonetti, strambotti e frottole. Libro quarto, mentre il 27 febbr. del 1518 veniva pubblicato a Roma da Giacomo Mazzocchi a spese di Giacomo Giunta un volume da lui intagliato precedentemente, Canzoni sonetti strambotti et frottole. Libro tertio. Sembra che a Roma l'A. incidesse anche ritrattf e disegni. Ma l'A. meditava in quel tempo un ritorno a Venezia, e, dopo aver ceduto tutto il materiale tipografico ai fratelli Dorico, nel 1520 Vi si stabilì di nuovo, accordandosi col Petrucci ed usando per alcune pubblicazioni i caratteri mobili del suo antico rivale. A Venezia l'A. pubblicava il 4 ott. 1520 il suo primo volume a parti staccate, le Chansons a troys, ma, pur rimettendo in piedi l'editoria romana, egli ormai lavorava per conto di terzi, Luca Antonio Giunta e Andrea Torresano di Asolo (1520-1521). Interrotta la sua attività, l'A. riprese poi ad intagliare musica per Ottaviano Scotto e Anthoine de Brembate dal 1535 al 1537, data della sua ultima opera (Delli madrigali a tre voci, Venezia, Ottaviano Scotto). Due anni più tardi, l'A. comparve come promotore dell'edizione dell'opera di A. Willaert, Motetti. Libro secondo, che Brandino e Ottaviano Scotto pubblicarono a Venezia ("ad instantiam A. Antiqui"). Dopo questa data, non si hanno più sue notizie e s'ignora l'anno della sua morte.
Le composizioni dell'A. oggi conosciute assommano a quattordici frottole nei libri quarto, qumto, settimo e nono del Petrucci, un sonetto nelle Canzoni nove del 1510 e due frottole ancora nel libro terzo di Canzoni sonetti strambotti et frottole (Roma, Giunta, 1517 e ivi, Mazzocchi, 1518). Il Gasperini rilevava la perizia melo-contrappuntistica dell'A., accostando alcune sue melodie alle composizioni del Tromboncino e di N. Pifaro, mentre l'Ambros poneva riserve sul modo di comporre dell'Antico. Assai più importante è, infatti, l'A. nella sua qualità di intagliatore ed editore di musica, soprattutto nel periodo romano, primo ad applicare nella stampa musicale la silografia. Il Disertori nota, nei primi lavori dell'A., dal punto di vista tipografico un che di miracoloso per essere incisi in rilievo su blocco, tanto che le posteriori e tardive stampe con quel "tipico tratteggio leggermente interrotto dai righi" non potranno reggerne il confronto, anzi, presenteranno un peggioramento. Delle sue ventun edizioni musicali sacre e profane, sono state riprodotte in edizione moderna quattro messe del Liber quindecim Missarum da H. Expert nei volumi VIII e IX della raccolta Les Maîtres Musiciens de la Renaissance française, Paris 1898 e 1899, sei trascrizioni per organo delle Frottole intabulate da sonare organi da K. Jeppesen in Die italienische Orgelinusik am Anfang des Cinquecento, Kopenhagen 1943, e Canzoni, Sonetti Strambotti e Frottole. Libro tertio da A. Einstein nel Smith College Music Archives, Number IV, Northampton Mass. 1941,ecc. - Come marca tipografica l'A. usò due grandi "A." accostate.
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