ALESSI, Andrea
Architetto e scultore. Nacque a Durazzo, da tal Niccolò, si vuole intorno al 1425, e morì a Spalato nel 1504-5. La sua tomba si conserva nella cappella della confraternita dello Spirito Santo. Figura fra gli scolari e lavoranti di Giorgio Orsini in un documento del 1452; dové aiutarlo nei lavori del battistero e del duomo di Sebenico, e fra il 1452-54 nelle sculture ornamentali e nel digrossamento delle statue per la Loggia dei Mercanti di Ancona. Nel 1448 abitava a Sebenico, e nel medesimo anno risulta che attendeva alla sua prima opera nota, la cappella di S. Caterina in S. Domenico di Spalato, a imitazione di quella di S. Rainerio, costruita da Giorgio per le monache benedettine. Nel 1454 elevava nella chiesa di S. Giovanni Battista ad Arbe la cappella dei santi Girolamo e Nicola, ma di questa sua opera, come di altre quivi da lui eseguite, non restano che frammenti. Gli vengono attribuite, tra il 1456 e il 1460 la cappella Zudenico, ora battistero, e quella dei santi Girolamo e Anastasio nel duomo, oltre a qualche palazzo; intorno al 1490, la lunetta sul portale del duomo, il portale di S. Andrea delle benedettine, la chiesa del cimitero, ecc. Opera certa di lui è il battistero di Traù, che fu cominciato nel 1466 e compiuto l'anno appresso, come si legge accanto al nome dell'artista nella firma. Con atto del 4 gennaio 1468 prendeva impegno insieme con Niccolò di Giovanni da Firenze di costruire la cappella del beato Orsini nel duomo di Traù, che tuttora si vede, benché non interamente conforme al contratto e alterata nel sec. XVII, adorna di numerose statue modellate dai due artisti e da qualche aiuto. La prestazione di ciascuno non è nettamente distinta, tanto più che l'Alessi subì l'azione del compagno, maggiore di lui nell'arte. L'opera fu compiuta nel 1472. A Traù molti lavori vengono riferiti all'Alessi e a Niccolò, oltre che alla loro scuola. Nell'anno stesso in cui fu ultimata la cappella del beato Orsini, l'Alessi, sempre insieme con Niccolò, fece ritorno a Spalato per restaurare l'incompiuto campanile del duomo. A Spalato è menzionato in documenti del 1474, '77, '91, '94, 1503. Quivi lavorò anche pel duomo. Gli è stata attribuita la lunetta già sulla porta della chiesa di S. Maria della Carità a Venezia, oggi nella sagrestia della Salute. Per coglierne i lineamenti artistici l'opera più sicura è il battistero di Traù. La personalità di Giorgio domina nell'organismo architettonico e nella decorazione scolpita, ma soprattutto in quello innesta forme schiette della Rinascenza, attingendole all'arte fiorentina, e perciò di vaga eleganza, benché appesantite dalla sopravvivenza dello spirito gotico. Ma in questo rinnovamento è da rilevare anche l'opera di Niccolò. Quale scultore, quando non s'ispira a modelli preclari, come nel fregio di putti e festoni che riflette l'arte di Donatello, appare alquanto incerto e arido nella visione, secco nel modellato e goffo nel panneggio, ma tende sempre a rappresentar l'essenziale, e chiude le sue figure in linee composte ed organiche, quasi architetture.
Bibl.: A. Venturi, Storia dell'arte it., VI, Milano 1908; D. Frey, Der Dom von Sebenico u. sein Baumeister Giorgio Orsini, in Jahrb. d. kunsth. Inst. des kais. u. kön Zentralkom., VII (1913), pp. 1-169; H. Folnesics, Studien zur Entwickclungsgeschichte d. Architektur u. Plastik des 15. Jahrh. in Dalmatien, in Jahrb. des kunsth. Inst. d. kais. u. kön. Zentralkom., VIII (1914), p. 27; A. Dudan, La Dalmazia nell'arte italiana, Milano 1921-1922; II; P. Holendic, Stube na erkvi sv. Ivana u. Sibeniku, in Starinar, 1922; id., Sibenska Katedrala per Soloska Orsinijeva, in Narodna Starina, Zagabria 1924.