ALAMANNI, Andrea
Nacque a Firenze il 21 maggio 1421, da Francesco. Fin dal 1444 coprì numerose cariche pubbliche di particolare rilievo. Fu, tra l'altro, gonfaloniere di compagnia nel 1451, 1453 e 1471, priore nel 1452 e nel 1460, console della Zecca nel 1456, podestà di Castiglion Fiorentino nel 1465, capitano di Pisa nel 1468 e nel 1473, di Pistoia nel 1469, di Livorno nel 1470. Da giovane frequentò il circolo letterario che faceva capo a Niccolò della Luna.
Una sua lettera, in risposta al della Luna, che gli aveva prospettato le difficoltà e le delusioni che attendono chiunque si dia allà carriera politica, e lo aveva esortato a dedicarsi alla filosofia, guida indispensabile all'uomo di governo, si trova nel cod. Ricc. 1166, f. 44v e porta la data del 23 sett. 1444.
Più tardi l'A. fu tra i fondatori di quell'Accademia Fiorentina, che, promossa da Alamanno Rinuccini, svolse un ruolo di primissimo piano nelle dispute che si accesero nel 1455 per la scelta degli insegnanti da destinarsi alle cattedre vacanti dello Studio.
A lui scrissero, in questa occasione, perché intervenisse autorevolmente presso i reggitori dello Studio, sia gli amici, che - come Donato Acciaioli (F. Fossius, Monumenta ad Alamanni Rinuccini vitam contexendam, Firenze 1791, pp. 77 ss.) e Alamanno Rinuccini (A. Rinuccini, Lettere ed Orazioni, a cura di V. R. Giustiniani, Firenze 1953,pp. 10 ss.) - auspicavano la chiamata di maestri di fuori, sia il Poggio (Poggii Epistolae, a cura di T. Tonelli, III, Firenze 1810, pp. 138 ss.), che tale progetto avversava e puntava su una soluzione in loco.
Per il prestigio che godeva e per la larghezza dei suoi interessi culturali, fu in rapporti amichevoli con vari umanisti contemporanei. Il Verino (U. Vermi Flametta, a cura di L. Mencaraglia, Firenze 1940, pp. 92 ss.) gli dedicò una lunga elegia; del Filelfo, che si valse dell'A. per mantenere i collegamenti coll'ambiente letterario fiorentino, si conservano una ventina di lettere a lui dirette, che vanno dal 1450 al 1469 (F. Filelfi Epistolarurn familiarium libri XXXVII, Venetiis 1502, passim; E. Legrand, Centdix lettres grecques de F. Filelfe, Paris 1892, pp. 54, 70 ss., 82, 88 ss.) e rivelano aspetti singolari di un'amicizia, che ebbe il pregio di durare, costante, per lunghi anni.
Dell'A, sono giunte a noi - oltre alla lettera al della Luna già ricordata - un'orazione in morte di Giovanni di Cosimo de' Medici (1463), che fa parte delle Collectiones Cosmianae (Laur. 54, 10, ff.86 ss.), e tre lettere autografe a Lorenzo de' Medici - due da Pisa e una da Pistoia, rispettivamente del 1466 e del 1469 - che trattano di affari di ufficio e si trovano nell'Arch. di Stato di Firenze.
Morì poco dopo il 1473. Non si conoscono né il luogo nè la data esatta della morte.
Bibl.: A. Della Torre, Storia dell'Accademia platonica di Firenze, Firenze 1902, pp. 315 ss., 368 ss., 382; G. Cammelli, I dotti bizantini e le origini dell' Umanesimo. Il. Giovanni Argiropulo, Firenze 1941, pp. 65 ss.