Téchiné, André
Regista e sceneggiatore cinematografico e televisivo francese, nato a Valence d'Agen (Tarn-et-Garonne) il 13 marzo 1943. Autore particolarmente attento ai problemi della messa in scena ‒ dalla composizione dell'immagine, alla fotografia, dai movimenti di macchina alla scenografia ‒ ha tratto spesso spunto da situazioni di confine ‒ come l'adolescenza o la follia, la clandestinità sociale o quella sentimentale ‒ per raccontare con intenso lirismo i moti invisibili dell'animo umano. Teso inizialmente a intellettualizzare le possibilità espressive del cinema, in seguito ha saputo costruire una sua poetica personale partendo dalla rilettura di generi come per es. il noir e il melodramma con voluti riferimenti all'opera di Jean Cocteau, Georges Franju e Alfred Hitchcock. Nel 1985 ha vinto con Rendez-vous il Premio per la regia al Festival di Cannes.
Proveniente dall'ambiente critico dei "Cahiers du cinéma", esordì nella regia con Paulina s'en va (1969), costruito intorno alla protagonista (Bulle Ogier), una donna schizofrenica, di cui si cerca di rappresentare il vissuto attraverso una particolare revisione dei codici spazio-temporali. Dopo Souvenirs d'en France (1975), film storico strutturato come un romanzo familiare, si fece apprezzare con Barocco (1976), un noir dalla struttura narrativa complessa, che si caratterizza soprattutto per la fotografia e gli elaborati movimenti di macchina. Ha quindi effettuato un'incursione nel film biografico con Les sœurs Brontë (1979; Le sorelle Brontë), ove affiora l'abilità del regista nel raccontare le passioni divoranti nascoste dietro una falsa apparenza di immobilità.
Negli anni Ottanta, inaugurati da Hôtel des Amériques (1981), melodramma su una relazione sentimentale sof-ferta, con Catherine Deneuve e Patrick Dewaere, T. ha definitivamente conquistato il consenso della critica. In Rendez-vous, scritto assieme a Olivier Assays, ha confermato la sua capacità di esplorare passioni amorose estreme, mettendosi sulle tracce di una ragazza di provincia che aspira a diventare attrice (Juliette Binoche), e si trova coinvolta in una tragica storia d'amore. Con il successivo Le lieu du crime (1986; Il luogo del crimine), interpretato ancora dalla Deneuve, è emerso l'interesse di T. per l'universo giovanile, al centro anche di Les innocents (1987) e soprattutto dei due film successivi: J'embrasse pas (1991; Niente baci sulla bocca), dove un diciassettenne sogna di diventare attore e finisce per prostituirsi, e soprattutto Les roseaux sauvages (1994; Les roseaux sauvages ‒ L'età acerba), film ambientato nella Francia del 1962, sullo sfondo della guerra d'Algeria, che descrive con grande intensità i rapporti tra quattro adolescenti, l'emergere dei loro desideri e delle loro fragilità, la loro ricerca di un'identità sessuale.
Dopo Ma saison préférée (1993; Ma saison préférée ‒ La mia stagione preferita), T. è tornato ad analizzare rappor-ti sentimentali complessi in Les voleurs (1996), interpretato, come il precedente, dalla Deneuve e da Daniel Auteuil, e in Alice et Martin (1998; Alice e Martin), la cui protagonista è di nuovo la Binoche. A Tangeri, città di confine e tappa obbligata per chi cerca di emigrare clandestinamente in Europa, T. ha girato ‒ impiegando per la prima volta la tecnologia digitale ‒ Loin (2001; Lontano), incentrato sulle paure e le speranze di tre giovani in cerca di un futuro migliore. Sullo sfondo storico della Seconda guerra mondiale si svolge invece la vicenda di Les égarés (2003), incentrata su una madre (interpretata da Emanuelle Béart) in fuga con il figlio e un misterioso adolescente che si unisce a loro.
A. Philippon, André Téchiné, Paris 1988.
S. Cielo, A. Pastor, Conversazione con André Techiné, in "Filmcritica", 1988, 385-386, pp. 304-15.
E. Decaux, Les roseaux sauvages, in France Cinéma 1994, a cura di E. Nosei et al., Assisi 1994, pp. 196-200.
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