SUARÈS, André
Poeta, saggista e critico francese, nato al Vallon de l'Oriol (Bouches-du-Rhône) nel 1866.
Fermo fino all'ostinazione su posizioni intellettuali dogmatiche, il suo orgoglio e la sua sincera avversione per la retorica non gli hanno impedito di cadere in formule intellettuali in cui l'apparente vastità di risonanza, la musica dello stile, la corposità dell'immagine non sempre bastava dissimulare il valore più di sonorità che di aderenza spirituale di molte delle sue affermazioni. La sua opera, tutta pervasa da ammirazione per R. Wagner (Wagner, 1899) e per Shakespeare (Poète tragique. Portrait de Prospéro, 1921), per quanto, in larga misura, artificiale, ha pagine di molta bellezza stilistica, in libri come Le livre de l'Èmeraude (1901), Le bouiuclier du Zodiaque (1908), Tolstoï vivant (1911), e opere sinceramente commosse come Sur la mort de m0n frère (1904). Ma ciò che del S. sembra meglio adatto a sopravvivere sono alcuni passi de La tragédie d'Èlectre et d'Oreste (1905), gli Essais (1914), i Portraits (1914), e Cressida (1913) esaltazione del desiderio e del cuore sulla stessa voluttà, come in altre opere il S. esalta l'intuizione sull'intelligenza, in un palese parallelismo con la filosofia bergsoniana. I suoi saggi, tra cui quelli raccolti nei tre volumi Sur la vie (1909-12), sono spesso di una grande chiaroveggenza critica. Il S. ha scritto anche opere di ammirazione artistica e di affetto per l'Italia (Italie! Italie!, 1915; Sienne, la bien-aimée, 1932).
Il S. ha collaborato con lo pseudonimo di Caërdal alla Nouvelle Revue Française e con lo pseudonimo di Yves Scantrel alla Grande Revue.
Delle sue molte opere si ricordano solo, oltre alle citate: Trois hommes: Pascal, Ibsen, Dostoïetwsky (1913); Péguy (1915); Amour (1917); Les bourdons sont en fleur (1917); Sous le pont de la lune (1925); Saint-Juin de la Primevère (1926); Présences (1927); Musique et Poésie (1928); Poème du temps qui meurt (1929), ecc.