Glucksmann, Andre
Filosofo e saggista francese (n. Boulogne 1937). Di famiglia ebrea, si iscrisse al Partito comunista francese, da cui fu espulso nel 1956 per aver criticato l’intervento sovietico a Budapest. È stato uno dei più noti rappresentanti dei cosiddetti nouveaux philosophes, che negli anni Settanta del Novecento si sono allontanati dal marxismo e hanno criticato i regimi totalitari di sinistra. Attento osservatore delle vicende internazionali (specialmente della questione cecena), dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 è divenuto uno dei più accesi esponenti del pensiero filoamericano, mettendo in luce l’inerzia della classe politica europea di fronte alle violazioni dei diritti umani e al terrorismo di matrice islamica (Occidente contro Occidente, 2003). Opere principali: Discours de la guerre (1967; trad. it. Il discorso della guerra); La cuisinière et le mangeur d’homme. Essai sur l’État, le marxisme et les camps de concentration (1975; trad. it. La cuoca e il mangia-uomini: sui rapporti tra Stato, marxismo e campi di concentramento); Cynisme et passion (1981); L’esprit post-totalitaire (1983; trad. it. L’atto anti-totalitario); La bêtise (1985; trad. it. La stupidità); Le bien et le mal (1997); La troisième mort de dieu (2000; trad. it. La terza morte di Dio); Ouest contre Ouest (2003; trad. it. Occidente contro Occidente).