LUNAČARSKIJ, Anatolij Vasil′evič
Uomo politico e scrittore russo, nato il 24 novembre 1875 nel governatorato di Poltava, morto a Mentone il 27 dicembre 1933. Iniziò giovanissimo la sua attività di propagandista del socialismo, fu ripetutamente arrestato ed esiliato per alcuni anni a Kaluga e Vologda. Nel 1903 aderì al bolscevismo, ma nella sua tendenza di conciliare il marxismo con la religione (Religija i socializm, voll. 2, 1909-11) fu avversato da Lenin e Plechanov. Dopo un lungo soggiorno all'estero (visse alcun tempo, nel 1909, a Capri), ritornò nel 1917 in Russia, ove dall'inizio della rivoluzione bolscevica sino al 1928 coprì la carica di commissario del popolo per l'istruzione pubblica; fu quindi l'organizzatore della scuola sovietica. Presiedette poi la commissione scientifica presso il Comitato centrale esecutivo; quindi nell'agosto 1933 venne nominato ambasciatore a Madrid, carica che tenne solo per pochi mesi.
Autore di numerosi saggi su scrittori russi e stranieri (v. anche Istorija zapadno-evropeiskoj literatury v ee važnejśich momentach, "Storia della letteratura europeo-occidentale nei suoi momenti più salienti"), L. si dimostra in essi un tenace assertore del materialismo storico. Conoscitore inoltre di problemi estetici (Osnovy pozitivnoj estetiki, "Basi di un'estetica positiva"), L. è stato uno dei primi teorici della cultura letteraria e artistica del bolscevismo (Teatr i revolucija, 1929). L. è infine noto quale autore di parecchi drammi, fra i quali vanno rilevati Oliver Cromwell (1920), Osvoboždennyj Don-Kihot ("Don Ch. liberato", 1922) e Kancler i slesar′. "Il cancelliere e il fabbro" 1922).