ANASSIRIDI (gr. ἀναξυρίδες)
Indumento a forma di pantaloni strettamente aderenti (secondo alcuni da ἀνασυρω "metto a nudo"; secondo altri da voce persiana) dei Medi e dei Persiani, ma in uso anche presso altri popoli barbarici d'Asia (Sciti, Battrî, Parti). Le anassiridi potevano essere di cuoio (Herod., I, 71) e venivano indossate anche in battaglia (id., V, 49); si fermavano alla vita con una striscia di cuoio (Suida, s. v.). Anassiridi variopinte o colorate in rosso vivo pare che distinguessero personaggi persiani di elevata condizione militare (Senof., Anab., I, 5, 8; Cyrop., VIII, 3, 13; fig. di Persiani nel Mosaico di Alessandro, del Museo Nazionale di Napoli). Non è improbabile che in qualche caso esse formassero un tutto con i calzari, onde potevano anche denominarsi, per riduzione di significato, "indumento per i piedi" (cfr. Hesych s. v.).
I monumenti artistici le mostrano aderenti alla carne in figure di Persiani, come nella statua di cavaliere dell'Acropoli (cfr. la statua di Persiano in riposo del Mausoleo d'Alicarnasso), di Sciti e di Amazzoni. Scendendo nel tempo, esse ci appaiono invece come pantaloni di stoffa morbida e cascante (cfr. statua di Persiano seduto a terra del Mausoleo di Alicarnasso), sì da identificarsi con le bracae dei Daci, Germani, Galati (cfr. Plutarco, Othon, 6).
Una persistenza delle anassiridi aderenti, di tipo persiano, si ha forse nei pantaloni dei costumi squamati dei cavalieri sarmati nei rilievi della colonna Traiana.
Bibl.: A. Mau, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. der class. Altertumswiss., I, Stoccarda 1894, col. 2100 seg.; per i Persiani del Mosaico di Alessandro: A. Sogliano, in Guida del Museo di Napoli, Napoli 1911,m p. 242 seg.; per il Persiano dell'Acropoli: C. Dickins, Catal. of the Acropolis Museum, Cambridge 1912, p. 138 segg.; per il Persiano del Mausoleo: A. Maiuri, in Ann. della R. Scuola Arch. Ital. in Atene, IV-V, (1921-1922), p. 271 segg.