ANASSIMANDRO ('Αναξίμανδρος, Anaximander)
Filosofo greco, che fiori a Mileto verso il 570 a. C. Proprio nella scuola di Mileto ebbe luogo il passaggio dal mito alla scienza, la creazione della scienza, in quanto all'influsso di singoli esseri spirituali dell'animismo primitivo si sostituisce l'opera di cause naturali, le leggi eterne e costanti della natura. E genialmente vi si afferma la maschia figura di Anassimandro, il diadoco e discepolo di Talete: a cominciare dall'ardita descrizione della terra abitata, in un quadro perfezionato poi da Ecateo, fino all'intuizione arditissima della nascita dell'uomo da antecedenti animali inferiori: attraverso le conoscenze astronomiche, onde non gli furono ignoti lo gnomone, i tropici e gli equinozî, i pianeti e le stelle fisse, l'inclinazione dello zodiaco, le eclissi solari e lunari, il sorgere e tramontare di alcune costellazioni.
Come costanti e immutabili sono le leggi della natura, così deve pure essere costante e immutabile la sostanza della natura stessa. Attenendosi a quello che appare ai nostri sensi, i quali vedono immutabilmente gli eterni contrari caldo-freddo, umido-asciutto, A. pensa che appunto siffatti contrarî sono la sostanza immutabile delle cose di tutto il mondo. Egli adopera, primo, il termine principio (ἀσχή); il principio delle cose, dice, è l'ἄπειρον, l'"infinito", che è eterno e imperituro, come gli eterni contrarî che lo costituiscono.
"Da quello onde viene la nascita delle cose, egli prosegue, in quello va anche la loro morte secondo la necessità. Esse pagano a vicenda il fio e la pena della loro ingiustizia secondo l'ordine del tempo" (fr. 9 Diels). Ossia: necessariamente nascono e muoiono i singoli fenomeni del mondo; con la medesima necessità il mondo intero nasce da un principio e muore nello stesso principio; gli esseri tutti sono affaticati da un fato ineluttabile, e la loro morte necessaria dimostra che la loro esistenza è una colpa.
Eterno, quindi, è anche il loro movimento, che ora, con le nascite, produce la separazione degli eterni contrarî, ora, con le morti, la loro unione, in infiniti mondi, che si succedono l'uno all'altro nel tempo infinito. Nel contrario umido, poi, si formano i primi animali, i pesci o animali simili a pesci; e da questi i primi uomini, giunti a pubertà, escono fuori: la prima concezione, in certo modo, evoluzionistica della nostra specie.
Bibl.: H. Diels, Die Fragmente der Vorsokratiker, I, 4ª ed., Berlino 1922, p. 14 segg.; J. Neuhäuser, Anax. Milesius, Bonn 1883; P. Natorp, Über die Prinzipien und die Kosmologie des Anaxim., in Philos. Monatshefte, XX (1884), pp. 367-398; Tannery, Une nouvelle hypothèse sur A., in Archiv f. d. Geschichte d. Philosophie, 1895, pp. 443-448; A. Covotti, Dal mito alla scienza. La Scuola di Mileto, in Atti della R. Accademia di scienze morali e politiche di Napoli, 1917.