ANANIA (in ebraico due nomi distinti: Hananjah e ‛Ananjah; nei Settanta e nel Nuovo Testamento 'Ανανίας; vulgata Hanania e Hananias)
Nome di una diecina di personaggi della Bibbia; di cui nell'Antico Testamento i principali sono i seguenti:
1. Uno dei tre compagni di Daniele, cui fu imposto il nome babilonese di Sidrach (Daniele, 1, 6 segg.); in ebraico Ḥănanjāh.
2. Sotto il nome di Azaria figlio di A. il grande si presentò l'angelo Raffaele a Tobia offrendosi per suo compagno di viaggio (Tobia, V, 13 [18]). Ambedue i nomi infatti hanno un significato etimologico, che si prestava bene ad un simbolo: Anania (Ḥănanjāh) = Jahvé è misericordioso (v. azaria 10).
Tra gli Anania del Nuovo Testamento i più notevoli sono:
4. Anania, credente in Cristo, di Damasco, che secondo Atti, IX, Saffira vende un campo e ne reca il prezzo ai piedi degli apostoli, secondo il costume della quasi comunione dei beni che la tradizione attribuisce alla Chiesa primitiva. Ma froda sul prezzo e mentisce dinanzi allo Spirito, onde cade fulminato.
4. Anania credente in Cristo di Damasco, che secondo Atti, IX, 10 segg.; XXII, 12 segg. avrebbe avuto una parte nella conversione di S. Paolo; gli avrebbe restituito la vista e lo avrebbe battezzato.
5. Anania figlio di Nedebeo chiamato Ananos da Flavio Giuseppe: creato sommo sacerdote giudeo verso il 47 d. C.; inviato prigioniero a Roma a risponder di diversi reati al tribunale imperiale verso il 52. Prosciolto e tornato in Palestina vi muore nei primi tumulti della grande rivoluzione giudaica. Secondo gli Atti, dinanzi a lui, presidente del Sinedrio, sarebbe comparso l'apostolo Paolo dopo il suo arresto a Gerusalemme: e gli avrebbe profetato la sua tragica fine. Difficoltà contro quest'episodio leva il Loisy (Les Actes des Apôtres, Parigi 1920, p. 827 segg.), sostenendo che, secondo i dati di Flavio Giuseppe, Ananos non era più sommo sacerdote quando Paolo fu imprigionato (Cfr. Atti, XXIII, 1 segg.: XXIV, 1-5; Flavio Gius., Antiq., XX, 1, 3; 5, 2; 6, 2; Bellum, II, 17, 6-9).