ĀNANDA
. Primo cugino e discepolo prediletto del Buddha; nominato coadiutore dell'Illuminato, lo servì per venticinque anni "col cuore, con la parola e con la mano, senza mai allontanarsi da lui, quasi fosse la sua ombra" (Theragāthā, ed. Oldenberg, 1883, pp. 1041-43). Non si segnalò per eminenti qualità intellettuali, bensí per una prodigiosa memoria, per la quale ricordava non solo i discorsi del Buddha, ma anche a chi e in quale occasione erano stati fatti. La sua grande bontà lo indusse a patrocinare l'ammissione delle donne nell'Ordine quando Mahāprajapatī, zia e matrigna dell'Illuminato, desolata per la morte del marito, chiese l'ordinazione per sé e per altre cinquecento gentildonne dei Śākya. Ottenne la fondazione dell'ordine femminile, ma la comunità gli rimproverò questa concessione come una colpa, al cosiddetto primo concilio. Servire il Beato in gioconda umiltà fu la suprema ambizione di questo asceta semplice e schietto, a cui ben si addice il nome di Gioia (ānanda).