anamorfosi
anamorfosi in geometria, tecnica di rappresentazione che deforma l’oggetto raffigurato e lo rende riconoscibile soltanto se viene osservato da un particolare punto di vista o in una particolare riflessione. Proiettando da un punto detto centro di proiezione i punti di una figura F, appartenente a un dato piano S, su una porzione di superficie S′ piana o curva si ottiene una figura F′ corrispondente punto per punto alla F, ma, di norma, deformata rispetto a questa. Utilizzata in pittura soprattutto nei secoli xvi e xvii come artificio per ottenere particolari effetti ottici, destare stupore o per suggerire metafore, l’anamorfosi si avvale delle procedure geometriche atte a rappresentare in due dimensioni figure pluridimensionali. Si utilizzano, in particolare, le tecniche della → prospettiva o della → nomografia. Si distinguono una anamorfosi piana, ottenuta con una semplice alterazione prospettica, in cui le immagini deformate sono decifrabili solo se osservate da un determinato punto di vista, mai frontale; e un’anamorfosi per riflessione, che riproduce all’inverso le deformazioni che si hanno guardando l’immagine in uno specchio concavo o convesso; in questo caso l’immagine ritrova il suo aspetto normale se viene guardata con l’ausilio di uno specchio cilindrico o conico.