ANALGESICI (dal gr. ἀ privativo e ἄλγος "dolore")
Si designano con questo nome i medicamenti che servono ad attutire o sopprimere il dolore. I medicamenti che in alcuni trattati vanno sotto il nome di analgesici, sono in altri chiamati anodini, o anche indifferentemente con l'uno e con l'altro di questi termini; da altri ancora sono indicati come anestetici. La distinzione secondo queste tre categorie è dunque molto arbitraria. Gli anestetici aboliscono o mitigano non soltanto il dolore, come fanno gli analgesici e gli anodini, ma anche tutte le altre sensazioni; invece non tutti gli analgesici agiscono da anestetici. È possibile combattere il dolore, qualunque ne sia la causa, sia esso cioè di origine patologica o provocato da atti operativi. Questo scopo si può raggiungere agendo: 1° sulle estremità periferiche della sfera sensitiva; 2° sui nervi; 3° sui centri; ossia si può impedire al dolore: 1° di insorgere; 2° di essere trasmesso; 3° di essere percepito.
Tra i dolori di origine patologica hanno grande importanza le nevralgie. Si può ricorrere agli analgesici interni, o generali, e agli analgesici locali. Tra i primi la morfina è un rimedio pronto e sicuro, soprattutto per iniezione ipodermica, nelle forme acute e violente, qualunque ne sia la sede. Nelle forme continue e ribelli, data la possibilità del morfinismo e della morfinomania, si dovrà invece dare la preferenza ai suoi succedanei: eroina e dionina. Si può anche talora adoperare l'oppio nelle sue diverse preparazioni antiche e moderne. Altre volte si potranno usare alcune droghe, nonché i loro principî attivi, dotati pure di azione calmante, come la belladonna e l'atropina (nelle gastralgie, nelle coliche epatiche, nefritiche, uterine, ecc.), il giusquiamo, la iosciamina e ioscina, il colchico e la colchicina, la sabadiglia e la veratrina, e parecchie altre.
Particolare importanza ha, tra gli analgesici generali, il gruppo degli analgesici-antipiretici in cui troviamo in prima linea l'antipirina. Tutti gli antipiretici (v.) sono, in gradi diversi, analgesici. L'azione antitermica di queste diverse sostanze, sembra specialmente subordinata a un'azione inibitrice esercitata sulla corteccia cerebrale, particolarmente nella sua sfera sensitiva, di modo che la loro azione è ad un tempo sedativa, analgesica, antitermica e in una certa misura ipnotica e narcotica. I gruppi: antipiretici, analgesici, narcotici, costituiscono così una gamma graduale difficilmente dissociabile, che parte dalla chinina (antitermico pochissimo analgesico) per finire alla morfina (analgesico pochissimo antipiretico), passando per l'antipirina. L'antipirina è un analgesico di prim'ordine e può essere indicata nella maggior parte delle affezioni dolorose a carattere nevralgico. Nel gruppo dell'antipirina troviamo il piramidone. Abbiamo poi il gruppo della fenacetina cui appartiene anche l'esalgina; ed è pure da ricordare il gruppo dei salicilati: salicilato di sodio, salolo, aspirina. In generale l'esperienza indica che è vantaggioso associare analgesici di gruppi chimici differenti. La loro azione non si addiziona ma si moltiplica: si tratta di un vero sinergismo. Fa parte a sé l'aconito (v.), che nel trattamento delle nevralgie ribelli del trigemino ha sempre dimostrato un'azione assai preziosa. Anche i bromuri che sono depressori del sistema nervomuscolare, particolarmente per azione sui centri, possono diminuire la sensibilità agli stimoli esterni e il potere riflesso e perciò giovano molto, specialmente nella vera emicrania.
L'analgesia locale si ottiene con medicamenti che sono allo stesso tempo degli anestetici e che agiscono in generale paralizzando le terminazioni nervose di senso. Tali sono la cocaina e i suoi succedanei. La eritrofleina, la ouabaina, la strofantina, la boldoglucina, l'atropina e le tropeine possiedono pure delle proprietà analgesiche locali che però non sono sempre utilizzabili. L'analgesia locale si può ottenere anche con mezzi fisici quali la compressione, il freddo intenso, il calore, l'elettricità, l'agopuntura, la ischemia con la fascia di Esmarch.
Quando si voglia intervenire contro il dolore operando sul cordone nervoso, il modo più razionale è la sua resezione; ma si può anche comprimere il nervo, distenderlo, elettrizzarlo. La soppressione del dolore è pure richiesta quando si debba praticare un'operazione chirurgica. In tal caso l'analgesia si ottiene o con gli anestetici (analgesici) locali, oppure con gl'ipnoanestetici: cloroformio, etere, protossido di azoto, ecc. (v. anestesia, anestetici).