Vedi ANAGNI dell'anno: 1958 - 1973 - 1994
ANAGΝI (v. vol. I, p. 338 e S 1970, p. 39)
Le ricerche archeologiche degli ultimi anni hanno permesso di acquisire importanti dati relativi ad A. durante il periodo orientalizzante e arcaico, confermando il ruolo di primaria importanza del principale centro degli Ernici di cui parlano le fonti.
A poca distanza dall'acropoli (loc. S. Cecilia) è stato individuato un importante deposito votivo che doveva essere pertinente a un santuario suburbano situato lungo un tracciato viario che, proseguendo la Via di Bagno, già esistente in epoca arcaica come percorso extraurbano, si dirigeva verso S. La parte più consistente del materiale è riferibile alla fine del VII e al pieno VI sec. a.C. e comprende una notevole quantità di ceramica etrusco-corinzia, di bucchero di fabbricazione sia etrusco-laziale sia campana, diversi vasi attici, numerosi oggetti di ornamento personale e vasetti miniaturistici, secondo la canonica configurazione delle stipi laziali di questo periodo. Particolarmente qualificante è la presenza di materiale, tra cui soprattutto fibule, riferibile ad ambiente centro-italico, che ripropone in un'ottica più ampia il problema dei rapporti culturali e commerciali tra queste popolazioni e il Lazio meridionale in epoca precedente alla loro espansione storica. La configurazione del deposito, assai simile a quella di S. Omobono a Roma e alla stipe arcaica di Satricum, indica pertanto una netta gravitazione di A. a Ν verso l'ambiente etrusco-laziale, ma contemporaneamente attesta anche come la città fosse in quest'epoca il punto di incrocio di contatti e percorrenze che collegavano non solo l'Etruria e Roma all'Italia meridionale lungo la via interna del Sacco e del Liri, ma anche le zone appenniniche interne con l'area tirrenica. L'epoca di formazione del deposito, avvenuta in un punto in cui sono state trovate tracce più antiche di una struttura di IV fase laziale, è databile all'inizio del V sec. a.C., proprio nel periodo in cui gli Ernici entrarono a far parte della lega latina.
Un altro importante deposito votivo, riferibile alla seconda metà del VII sec. a.C. è stato individuato a valle di Α., in località Osteria della Fontana, in un'area alla confluenza delle vie Latina e Labicana, dove è stato riconosciuto il Compitum Anagnium, ricordato da Livio a proposito degli avvenimenti del 210 a.C. (XXVII, 4, 12).
Anche il materiale di questa stipe, che ha restituito fra l'altro un frammento di impasto con iscrizione etrusca graffita e anforette di impasto con anse gemine tipiche di Alfedena, fornisce indicazioni parallele a quelle del Santuario di S. Cecilia.
Nel territorio di Α., in località Fontana Ranuccio, è in corso di scavo da alcuni anni un giacimento del Paleolitico Inferiore, particolarmente importante per la preistoria e la geologia quaternaria, in quanto rappresenta una delle più complete successioni stratigrafiche quaternarie con inizio nel Villafranchiano. Oltre alla macroindustria litica vi è testimoniata l'industria su osso e l'industria minuta su scheggia, ma soprattutto vi sono stati rinvenuti resti umani tra i più antichi in Italia attribuibili a Homo erectus (458.000 anni fa). Sulle sponde dell'antico lago Tufano, oggi totalmente scomparso per colmata naturale, in località S. Antonino, è stato individuato di recente un sito con ceramica del Bronzo Finale che trova precisi confronti con materiale delle coeve necropoli di ambiente laziale e che costituisce una nuova testimonianza del Protovillanoviano nel Lazio meridionale.
Bibl.: A. M. Ramieri, Una nuova catacomba scoperta presso Anagni, in RA-Crist, LI, 1975, pp. 169-178; I. Biddittu, Rinvenimenti di fades orientalizzante ad Anagni, in BLazioMerid, X, 1978, pp. 5-7; I. Biddittu, L. Bruni, Stipe votiva del VI-V sec. ad Anagni, in Archeologia Laziale VII, 1 (QuadAEI, 11), Roma 1985, pp. 106-108; I. Biddittu, E. Segre Naldini, Ceramica del Bronzo finale a Tufano-Anagni, in Archeologia Laziale VIII (QuadAEI, 14), Roma 1987, pp. 244-249; A. Segre, I. Biddittu, F. Guadagnoli, Nuovi dati sul giacimento paleolitico inferiore di Anagni - Fontana Ranuccio, ibid., pp. 239-243, con bibl. prec.; S. Gatti, Anagni: rinvenimento di un deposito votivo, ibid., pp. 253-258; ead., Anagni, S. Cecilia: seconda e terza campagna di scavo, in Archeologia Laziale IX (QuadAEI, 16), Roma 1988 pp. 218-226; G. Colonna, S. Gatti, Graffiti arcaici dai santuari degli Emici, in Archeologia Laziale X (QuadAEI, 19), Roma 1990, pp. 241-247; S. Gatti, Anagnia, in M. Cristofani (ed.), La Grande Roma dei Tarquini (cat.), Roma 1990, pp. 223-229.