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Anafilassi

di Red. - Universo del Corpo (1999)
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Anafilassi

Red.

Con il termine anafilassi (dal gr. ἀνά, "contro", e ϕύλαξις, "protezione") vengono definite lesioni tissutali provocate da reazioni allergiche di tipo immediato - che si verificano cioè in pochi minuti - che si manifestano in maniera grave e spesso fatale in soggetti che entrano in contatto con un antigene verso il quale hanno sviluppato fenomeni di sensibilizzazione a seguito di una precedente somministrazione.

Il fenomeno dell'anafilassi venne identificato nel 1902 da P. Portier e C. Richet, che osservarono come la seconda inoculazione, effettuata a distanza di alcune settimane dalla prima, di estratto di anemone di mare determinava nel cane una sintomatologia imponente, spesso mortale. In quell'epoca il concetto di immunità era legato a quello di protezione. Essi quindi coniarono il termine 'anafilassi' per indicare la mancanza di protezione da parte della prima inoculazione. Analoghi riscontri indussero T. Smith, negli stessi anni, a definire 'ipersensibilità' il fenomeno che accompagnava la seconda inoculazione di anatossina difterica in cavie, sottolineando appunto l'aumentata sensibilità alla tossina difterica di queste cavie rispetto a quelle che ne avevano ricevuta una sola dose.

L'instaurarsi delle lesioni tissutali nell'anafilassi è legato al verificarsi di tre fasi: la sensibilizzazione, la fase di latenza e lo scatenamento. Per sensibilizzazione attiva si intende l'inoculazione di un antigene (proteine, polisaccaridi, lipopolisaccaridi ecc.) in grado di determinare la produzione di un livello sufficiente di anticorpi. Nell'uomo le possibili vie di introduzione dell'antigene sono: sottocutanea (per es. puntura di ape), respiratoria (aerosol), gastroenterica (cibi). Ai fini della sensibilizzazione è importante la capacità di produrre le immunoglobuline che mediano l'anafilassi, che nell'uomo sono le IgE o reagine (v. allergia; immunità) e in parte le sottoclassi delle IgG.

La sensibilizzazione passiva avviene per inoculazione di antisiero o di una preparazione di anticorpi contenenti quantità relativamente elevate di reagine o di altre immunoglobuline anafilattogene. L'inoculazione può avvenire per via intradermica, intraperitoneale o endovenosa, quest'ultima di maggiore efficacia. La durata della sensibilizzazione dipende dalla quantità di anticorpo inoculata e dalla vita media dell'anticorpo stesso. Si è visto, per es., che nell'uomo la vita media di un anticorpo passivo è di circa 15 giorni. Il periodo di latenza è l'intervallo di tempo che deve trascorrere fra la sensibilizzazione e lo scatenamento della reazione anafilattica e rappresenta l'intervallo di tempo necessario per la produzione di un livello sufficiente di anticorpi. È di durata variabile, a seconda del tipo di sensibilizzazione (da 48-72 ore a 10-14 giorni in caso di sensibilizzazione rispettivamente passiva e attiva). Parte degli anticorpi prodotti è evidenziabile nel siero, mentre una piccola parte si lega alle cellule bersaglio (target cells) e rimane pertanto disponibile anche quando il livello ematico degli anticorpi è ridotto. Nel caso della sensibilizzazione passiva, il periodo di latenza rappresenta il tempo nel corso del quale l'anticorpo viene 'fissato' alla cellula bersaglio. La quantità di antigene necessaria nella seconda inoculazione per scatenare una reazione anafilattica mortale è inversamente proporzionale alla quantità di antigene inizialmente introdotto (verosimilmente in relazione al numero di cellule contenenti composti vasoattivi che possono essere coinvolte, che è direttamente proporzionale alla quantità di antigene iniziale) e alla durata del periodo di latenza. Inoltre, antigeni a elevato peso molecolare sono maggiormente efficaci nell'indurre anafilassi rispetto ad antigeni a peso molecolare inferiore.

Nella fase di scatenamento il complesso antigene-anticorpo si lega a recettori specifici posti sulla membrana cellulare dei mastociti o dei basofili del sangue. Di conseguenza si ha la liberazione di composti vasoattivi (chinine, istamina, Slow reactive substance-anaphylaxis ecc.) in grado di esaltare la permeabilità vasale e di indurre la contrazione della muscolatura liscia. Questi fenomeni rappresentano i meccanismi patogenetici fondamentali della sintomatologia dell'anafilassi.Nell'uomo l'anafilassi si manifesta a seguito di somministrazione di un antigene cui il paziente era già stato in precedenza sensibilizzato: cibi, farmaci, punture di insetti, inoculazione di sieri.

Da ricordare che l'anafilassi può scatenarsi a seguito della rottura di una cisti idatidea. La sintomatologia obiettiva è caratterizzata da varie alterazioni: respiro superficiale e frequente oppure raro, fino alla semiapnea o all'apnea; alterazioni cutanee, dovute a turbe della circolazione; rilasciamento della muscolatura; marcata ipotensione con polso impercettibile. Possono sopraggiungere edema della glottide o edema polmonare con evoluzione fatale. In presenza di shock anafilattico conclamato la somministrazione di adrenalina rappresenta l'unica terapia efficace.

Bibliografia

a.k. abbas, a.h. lichtman, j. pober, Cellular and molecular immunology, Philadelphia, Saunders, 1991 (trad. it. Padova, Piccin, 1994).

g. doria, l. adorini, Immunologia generale, Milano, CEA, 1991.

Vedi anche
allergia Termine, coniato nel 1904 da C. von Pirquet, designante qualunque alterazione acquisita del modo di reagire di un organismo animale a sostanze eterogenee (microrganismi, tossine, corpi proteici o di altra natura), venute a contatto con i tessuti e con le quali, in precedenza, l’organismo stesso abbia ... siero La parte di un liquido organico che rimane fluida dopo la coagulazione. alimentazione siero di latte La parte del latte che residua dopo la caseificazione. La sua composizione differisce da quella del latte per la mancanza del caseinogeno e per la povertà in grassi. Pur rappresentando un importante ... Charles-Robert Richet Richet ‹rišè›, Charles-Robert. - Medico fisiologo (Parigi 1850 - ivi 1935), prof. di fisiologia nell'univ. di Parigi (1887-1927); socio straniero dei Lincei (1901). I suoi principali lavori e scoperte riguardano i sistemi muscolare e nervoso, il calore animale, la respirazione, la sieroterapia, l'ipnotismo; ... orticaria Manifestazione morbosa caratterizzata soprattutto dall’eruzione cutanea di elementi rilevati, più o meno fugaci e pruriginosi, detti pomfi. Più che una vera e propria malattia, va considerata come una reazione cutanea, generalmente di natura allergica, a sostanze o stimoli assai diversi: alimenti, medicamenti, ...
Categorie
  • IMMUNOLOGIA in Medicina
  • PATOLOGIA in Medicina
Tag
  • MEMBRANA CELLULARE
  • MUSCOLATURA LISCIA
  • EDEMA POLMONARE
  • ANEMONE DI MARE
  • IMMUNOGLOBULINE
Altri risultati per Anafilassi
  • anafilassi
    Dizionario di Medicina (2010)
    Forma di reazione allergica di tipo I (➔ allergia). È dovuta all’incontro a livello cellulare dell’antigene con anticorpi della classe IgE (reagine). Questi anticorpi hanno la caratteristica di ancorarsi con la parte terminale del frammento Fc alla membrana cellulare dei mastociti e dei basofili. La ...
  • anafilassi
    Enciclopedia on line
    In patologia, forma di ipersensibilità dovuta a una speciale condizione immunitaria che si stabilisce nell’organismo per effetto di qualsiasi sostanza antigene che penetri in esso secondo determinate modalità. Rientra nelle immunoreazioni di tipo I (➔ immunità) ed è dovuta all’incontro a livello cellulare ...
  • anafilassi
    Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)
    Reazione allergica di tipo immediato che provoca lesioni tissutali gravi e spesso fatali in soggetti che entrano in contatto con un antigene verso il quale hanno sviluppato fenomeni di sensibilizzazione. L’instaurarsi delle lesioni tissutali nell’anafilassi è legato al verificarsi di tre fasi: (a) la ...
  • ANAFILASSI
    Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)
    Negli animali superiori, un elemento essenziale della difesa contro i microbi delle malattie infettive (virus) e i loro veleni, è quello della reazione immunitaria, cioè della produzione degli anticorpi, che sono proteine del plasma sanguigno modificate sotto lo "stimolo immunizzante" esercitato dai ...
  • ANAFILASSI e antianafilassi
    Enciclopedia Italiana (1929)
    La parola anafilassi fu adoperata la prima volta dal fisiologo francese Richet per designare una condizione, da lui sperimentalmente provocata negli animali, che appariva opposta a quella della immunità. Per antianafilassi s'intende la reazione intesa a neutralizzare gli effetti di una precedente reazione ...
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Vocabolario
anafilassi
anafilassi s. f. [comp. di ana- e del gr. ϕύλαξις «difesa»]. – In patologia, forma di ipersensibilità dovuta a una speciale condizione immunitaria che si stabilisce nell’organismo per effetto di qualsiasi sostanza antigene che penetri in...
fotoanafilassi
fotoanafilassi s. f. [comp. di foto-1 e anafilassi]. – Sinon. di fotoallergia.
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