ANACRUSI
. Termine greco (ἀνάκρουσις, da ἀνακρούειν "cominciare a batter la lira, preludere") che nel testo di Strabone (IX, p. 421: secondo alcuni editori nella forma ἄγκρουσις) ha il significato generico di "preludio musicale". Goffredo Hermann l'adottò (Elementa doctrinae metricae, Lipsia 1816, p. 11) per indicare la parte del verso che precede la prima sillaba colpita dall'ictus. Questa concezione aveva, nella metrica hermanniana, il fine di metter d'accordo la metrica antica con i sistemi musicali moderni, che considerano fuori battuta tutto ciò che nella melodia, precede il primo tempo forte. Il termine va scomparendo dall'uso (è ancora rimasto purtroppo nel manuale più diffuso nelle nostre scuole, ma ormai antiquato, dello Zambaldi; Metrica greca e latina, Torino 1882, p. 104, 135) man mano che cessa la confusione tra metrica e musica, abituale nel sec. XIX.
Nella terminologia musicale, infatti, analogamente, con anacrusi viene indicato il movimento iniziale di un periodo ritmico che comincia in arsi. Questa è il punto di minore intensità ritmica della battuta, la tesi il contrario; la seconda indica il tempo forte (a terra), la prima il tempo debole (in aria). L'anacrusi è l'inizio in levare, precedente cioè l'ictus iniziale. Le anacrusi possono far parte integrante del periodo ritmico ed essere, quìndi, necessarie ed essenziali al significato musicale dell'insieme (es. Scherzo della sonata per pianoforte op. 2, n. 2 di Beethoven). Possono significare, invece, soltanto un'aggiunta al ritmo essenziale, in modo che, se eliminate, non venga ad alterarsi il senso musicale del periodo ritmico (es. Marcia funebre della Sinfonia eroica di Beethoven, tema iniziale). In tal caso, però, non si può dire che le anacrusi siano superflue ed eliminabili; esse, anzi, vengono a consolidare il periodo musicale, sia producendo un'impressione ornamentale, sia rafforzandone e compiendone il valore espressivo. Un esempio di anacrusi ornamentale-espressiva si riscontra nel movimento iniziale del Minuetto in la min. del Boccherini. Degno di nota il fatto che i canti popolari sono all'attacco in gran parte anacrustici, se monodici oppure se corrispondenti a forme di danza: assai raramente invece si presenta l'attacco con anacrusi nei cori.