Vedi ANACREONTE dell'anno: 1958 - 1994
ANACREONTE (v. vol. I, p. 337)
L'arrivo del poeta ad Atene alla corte dei Pisistratidi è stato spesso posto in relazione con la comparsa, nella ceramica attica degli anni intorno al 520 a.C., di raffigurazioni di suonatori di bàrbiton con mitra, lungo chitone e accessori diversi di origine greco-orientale e lidia. Il nome di A. è associato infatti su due vasi attici a personaggi caratterizzati da un simile abbigliamento: si ricordi in particolare l'immagine restituitaci dai frammenti di un cratere a calice a figure rosse del Museo Nazionale di Copenaghen, attribuito alla prima attività del Pittore di Kleophrades (AR V2, p. 185, n. 32; Beazley, Addenda, p. 187) su cui appare una testa barbata con mitra, rivolta verso l'alto in atto di cantare, e un bàrbiton con l'iscrizione anakre[...] su uno dei bracci. Il problema di queste rappresentazioni di cornasti «anacreontici», che perdurano sino alla metà del V sec. a.C., è stato di recente ripreso, e anche se la presenza del poeta può aver in parte contribuito a diffondere in Atene usanze e costumi dell'Oriente greco, dev'essere considerata la possibilità di riferire a un contesto specificamente dionisiaco questo tipo di raffigurazioni (F. Frontisi-Ducroux, F. Lissarrague, 1983, p. 30 ss.).
Il poeta, in periodo classico è rappresentato sempre come simposiasta e suonatore di bàrbiton, vestito tuttavia solo di una χλαίνα. Sono state di recente riesaminate, e variamente datate nell'ambito del II sec. d.C., le diverse repliche pervenuteci della scultura (Voutiras, 1980, p. 77 ss.), identificata com'è noto con la statua votiva ricordata da Pausania sull'Acropoli dinanzi alla fronte orientale del Partenone, proprio accanto a quella dello stratega Santippo, padre di Pericle, che il poeta aveva conosciuto ad Atene nei suoi ultimi anni. La datazione tradizionale della statua-ritratto poggia su basi stilistiche ancora saldissime, e non si ravvisa la necessità di ipotizzare, come recentemente proposto (B. Sismondo Ridgway, 1984, p. 54 ss.), una creazione classicistica di età adrianea: è invece ancora dibattuto il problema del significato, anche politico, rivestito nell'Atene democratica da un simile anàthema, sulla cui committenza possiamo fare soltanto ipotesi.
Da segnalare anche che un'immagine di Anacreonte - ora quasi del tutto perduta - compariva in un mosaico di Sparta della fine ΙΙΙ-inizî IV sec. d.C., insieme a quella di Alcibiade, e di altri poeti come Saffo e Alcmane: lo attesta l'iscrizione, conservata in parte, ma facilmente integrabile [...]kpeon.
Bibl.: G. Μ. Α. Richter, The Portraits of the Greeks, II, Londra 1965, p. 75 ss.; Κ. Schefold, Griechische Dichterbildnisse, Zurigo 1965, pp. 4 ss., 13 s.; D. Metzler, Porträt und Gesellschaft. Uber die Entstehung des griechischen Porträts in der Klassik, Monaco 1971, p. 264 ss.; G. Μ. Α. Richter, The Portraits of the Greeks, Supplement, Londra 1972, p. 18; S. E. Waywell, Roman Mosaics in Greece, in AJA, LXXXIII, 1979, p. 303, n. 49; E. Voutiras, Studien zur Interpretation und Stil griechischer Porträts des 5. und frühen 4. Jahrhunderts (diss.), Bonn 1980, p. 77 ss.; G. Μ. Α. Richter, The Portrait of the Greeks. Abridged and Revised by R. R. R. Smith, Oxford 1984, p. 86 ss.; B. Sismondo Ridgway, Roman Copies of Greek Sculpture: the Problem of the Originals, Ann Arbor 1984, p. 54 s.
In particolare sulle raffigurazioni ceramiche: L. D. Caskey, J. D. Beazley, Attic Vase Paintings in the Museum of Fine Arts, Boston, II, Oxford 1954, p. 55 ss.; H. R. Immerwahr, Inscription on the Anakreon Krater in Copenaghen, in AJA, LXIX, 1965, p. 152 ss.; T. B. L. Webster, Potter and Patron in Classical Athens, Londra 1972, p. 54; F. Frontisi-Ducroux, F. Lissarrague, De l'ambiguité à l'ambivalence. Un parcours dionysiaque, in AnnAStorAnt, V, 1983, p. 14 ss.; D. C. Kurtz, j. Boardman, Booners, in Occasional Papers on Antiquities, 2. Greek Vases in the J. Paul Getty Museum, III, Malibu 1986, pp. 35-70, in part. p. 47 ss.