ANACAPRI (A. T., 27-28-29)
Comune dell'isola di Capri (prov. di Napoli). Il piccolo, grazioso abitato deve il nome, per metà greco, alla posizione più elevata rispetto a quella di Capri. Ma nulla ha di greco la cittadina, tranne il profilo delle sue donne, decantato dagli studiosi del luogo. Si stende nel centro dell'altipiano occidentale, a 280 m. s. m., con le sue caratteristiche case bianche e basse. Ha una popolazione di 2437 ab. (1921), di poco superiore a quella del 1911 (2376). L'emigrazione è piuttosto sensibile. Il clima saluberrimo e l'aria assai pura vi richiamano molti forestieri. Bella, nella città, la chiesa di S. Michele, col pavimento a mattonelle maiolicate, in cui è rappresentata la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre (autore Leonardo Chiaiese, 1761, su disegno del Solimena). Sono romani (e qui, come nel resto dell'isola, richiamano i tempi di Tiberio) gli avanzi antichi disseminati nei dintorni. Ma il Castello, detto del Barbarossa, poco distante, è medievale. Il comune ha una superficie di ett. 639 e produce vino rinomato, olio e cereali. (V. tavv. XI e XII).