ANACALIPTERIO (ἀνακαλυπτήριον)
Etimologicamente è il togliersi del velo della sposa, dinanzi allo sposo e agli invitati, mentre lo sposo presenta i suoi doni; ciò avveniva, secondo Esichio, il 3° giorno dopo le nozze. È evidente però che, data la varietà degli usi locali, la parola abbia assunto un significato più generico. Così essa vale anche "sponsali"; e anche "i doni che vengono scambiati negli sponsali": alcuni dei quali (διαπαρϑένια) venivano fatti la mattina seguente alla consumazione; altri al secondo giorno (ἐπαύλια) da parte del padre, con un ragazzo vestito di bianco, una canefora e una processione di donne. La cerimonia e la parola venivano trasferite anche agli dei, tanto nel senso di sponsali quanto nel senso di doni; così Zeus, secondo uno scolio pindarico (Ol., II, 14), consacra la Sicilia o solo Agrigento come anacalipterio a Cora; e perciò si celebrava in Sicilia col nome di ἀνακαλυπτήρια una festa commemorativa delle nozze di Ade e di Cora.
È ricordata un'orazione di Lisia sulla questione se i doni appartengano alla sposa e in qual misura (Theon, Progymn., II, 165).
Bibl.: Hermann e Blümner, Griech. Privataltertümer, Friburgo in B. 1882, pp. 266, 277; Nilsson, Griech. Feste rel. Bedeutung, Lipsia 1906, p. 258.