WINEHOUSE, Amy Jade
Cantautrice inglese, nata a Londra il 14 settembre 1983 e morta ivi il 23 luglio 2011. Pur avendo pubblicato soltanto tre lavori discografici (di cui uno postumo, a causa della prematura scomparsa), è considerata una delle cantanti più influenti e rappresentative della scena musicale del primo decennio del Duemila. Vincitrice di numerosi premi, durante la sua breve carriera ha ricevuto sei Grammy awards.
Giovane promessa del soul, esordì con l’album Frank (2003) che le regalò un immediato successo. Le sonorità vintage delle sue canzoni, ricche di riferimenti al jazz degli anni Cinquanta e Sessanta, unite a una notevole estensione vocale e a un timbro caratteristico, intenso e graffiante, costituirono la formula del successo anche del secondo lavoro, Back to black (2006), con cui raggiunse il pubblico statunitense e che le valse cinque Grammy awards. L’album era stato anticipato dal singolo Rehab, una sorta di canzone-manifesto in cui si racconta il difficile rapporto della cantante con le sostanze stupefacenti e con le strutture di riabilitazione (rehabs, per l’appunto).
Con esibizioni dal livello qualitativo discontinuo si guadagnò la fama di artista tormentata e trasgressiva; la dipendenza da alcol e droga, i problemi legati a disturbi alimentari e il burrascoso rapporto con il marito Blake Fielder-Civil – sposato nel 2007 e da cui avrebbe divorziato nel 2009 – misero in luce una personalità autodistruttiva. Nel 2011, dopo una disastrosa esibizione a Belgrado in cui apparve visibilmente ubriaca, furono cancellate le date della sua tournée; l’ultima apparizione in pubblico (all’iTunes Festival di Londra) risale a tre giorni prima del suo decesso.
A pochi mesi dalla sua morte è stato pubblicato il terzo album, Lioness. Hidden treasures (2011), contenente nuovi brani e inediti d’archivio, e successivamente il disco dal vivo Amy Winehouse at The BBC (2012). Nello stesso anno il padre Mitch ha pubblicato una biografia della figlia, Amy. My daughter (trad. it. 2012), seguita dal libro Lovin’ Amy (2014) scritto dalla madre Janis. I proventi di entrambe le pubblicazioni sono stati devoluti alla Amy Winehouse Foundation, impegnata nella lotta contro la dipendenza giovanile da alcol e droga. Nel 2014, in occasione di quello che sarebbe stato il trentunesimo compleanno dell’artista, le è stata dedicata una statua nel quartiere londinese di Camden Town, dove ha trascorso gli ultimi anni della sua vita. Nel 2015 il regista Asif Kapadia le ha dedicato il documentario Amy. The girl behind the name.